Ieri in Tribunale a Bari, durante il processo a carico del ginecologo barese Giovanni Miniello, il medico 71enne imputato per violenza sessuale (tentata e consumata) e lesioni personali su 20 sue pazienti (19 delle quali costituitesi parte civile) che lamentavano di aver subìto manovre non convenzionali nel corso di visite ginecologiche, è stata ascoltata a porte chiuse una conversazione al telefono tra la ginecologa Grazia Nacci, medico in servizio anche presso il 118, e una paziente, presunta vittima del ginecologo barese Giovanni Miniello ed ex studentessa di medicina.
Secondo l’accusa, il medico avrebbe anche proposto ad alcune pazienti di avere rapporti sessuali con lui per curare il papillomavirus e per prevenire il tumore dell’utero. Un caso diventato poi di dominio pubblico dopo la messa in onda di due servizi (16 e 23 novembre 2021) della trasmissione ‘Le Iene’.
“Ma è un santone o un medico? Ho capito chi è il collega, non è la prima volta, ho raccolto altre lamentele. Mi sento in difficoltà, quello che le è stato proposto non ha alcun fondamento scientifico. Tra poco lo sentirò sui giornali”, le parole della professionista al telefono. La presunta vittima ha detto di aver preso coscienza di quanto le è successo dopo aver visto i servizi de “Le Iene”, ma ha affermato di aver temuto di non essere creduta. Alle pazienti, ha detto in aula Grazia Nacci, “veniva riferito che in Italia c’erano due vaccinati che avrebbero potuto curare il papilloma virus attraverso rapporti sessuali, e uno di questi era lui, l’unico a Bari. Il processo riprenderà il 19 settembre.