“Nel pieno dell’era della informatizzazione nella pubblica amministrazione, della semplificazione amministrativa e della trasparenza, la Regione Puglia impiega due anni e mezzo per apporre una firma (tra l’altro digitale)”. A denunciarlo è Carlo Cirasola, Segretario Regionale del CSA Regioni Autonomie Locali.
“È quanto accade al Dipartimento Ambiente e Territorio dove, a distanza di più di due anni non si riesce a sottoscrivere l’atto ricognitivo della Sezione Regionale di Vigilanza dormiente sul tavolo del Direttore di Dipartimento – si legge nella nota -. Il Regolamento Regionale n. 21/2019 approvato a seguito della Legge Regionale n. 37/2015 (sic!) recita testualmente, all’articolo 4, comma 1, che ‘il personale della Sezione regionale di Vigilanza, individuato mediante atto ricognitivo effettuato congiuntamente dal Direttore e dal Dirigente della Sezione, svolge, nei limiti del servizio a cui è destinato e secondo le rispettive attribuzioni, ai sensi dell’articolo 57 comma 3 del c.p.p., le funzioni previste dall’articolo 55 del c.p.p’.
“A nulla sono valsi i precedenti tentativi dei dirigenti e capi dipartimento che nel frattempo si sono succeduti che, o per scarse conoscenze, o per negligenza non sono stati in grado di produrre il forse complicato atto ricognitivo in argomento, senza considerare gli ulteriori provvedimenti a tutt’oggi ancora da produrre, previsti dallo stesso regolamento e non ancora neanche abbozzati – continua -. È stato grazie alla solerzia ed alla capacità della nuova dirigente della Sezione che finalmente il primo provvedimento ha preso vita e, congiuntamente alla bozza di delibera di giunta regionale, sottoposto immediatamente alla firma del capo dipartimento.
Anche in questa occasione però, forse per non perdere l’abitudine delle enormi lungaggini di rito, il documento giace ancora sul tavolo del Direttore da un mese e non viene licenziato per mancanza della firma”.
“La sezione regionale di vigilanza svolge, nell’ambito regionale, un ruolo importantissimo per la prevenzione e la repressione dei reati di carattere ambientale, venatorio e ricadenti sulle sedi e sul demanio della Regione Puglia e la sottoscrizione di quel documento e degli altri previsti dal regolamento 21/2019 consentirebbe finalmente agli operatori, di esperire le loro funzioni nel rispetto delle vigenti disposizioni di legge – conclude -. Ovviamente a nulla sono valse le ripetute sollecitazioni da parte del Sindacato CSA Regioni Autonomie Locali per la risoluzione delle tematiche, a distanza di anni ancora irrisolte costretto, questa volta, a dover ricorrere a tutela dei lavoratori a denunciare l’accaduto alle Autorità competenti per le numerose ipotesi di reato legate alle gravi omissioni”.