Nella serata di mercoledì, personale della Squadra Mobile della Questura di Bari ha rintracciato e tratto in arresto, nella provincia di Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bari, su richiesta di questa Procura della Repubblica, un uomo di origini campane, ritenuto responsabile di una truffa aggravata in danno di una persona anziana, accertamenti, compiuti nella fase delle indagini preliminari, che necessitano della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa.
I fatti, in relazione ai quali, è stata effettuata la predetta operazione di Polizia Giudiziaria si inseriscono in una più ampia attività di prevenzione e repressione avviata, di recente, su input di questa Procura della Repubblica, dalla Questura di Bari, proprio a causa della recrudescenza del fenomeno delle truffe agli anziani.
La tecnica adottata ed ormai consolidata è sempre la stessa: i malviventi studiano in maniera approfondita la vittima, individuata sempre tra le persone più vulnerabili perché anziane o semplicemente sole; riescono, in qualche maniera, a recuperare informazioni di carattere personale, quali il numero di cellulare, il nome di un parente, e poi, simulando un finto incidente accaduto al congiunto o più semplicemente la necessità di consegnare un pacco, per conto di un nipote, ingannano la vittima, facendosi consegnare anche ingenti somme di denaro o altre utilità.
Ciò nonostante, a seguito di attività investigativa svolta da personale della sezione Contrasto al Crimine Diffuso della Squadra Mobile, si accertava che l’arrestato, nella mattinata del 3 giugno scorso, in questo viale Salandra, realizzava una truffa aggravata ai danni di una persona anziana.
In particolare, l’uomo, in concorso con altri soggetti in fase di identificazione, faceva credere alla malcapitata che la figlia si trovava in una situazione di pericolo, per venire fuori dalla quale, era necessario che pagasse una cospicua somma di danaro. Pertanto, agganciata la vittima, l’indagato poneva in essere il consueto modus operandi consistente nel tenere occupate tutte le linee telefoniche dell’anziana per evitare che, colta da qualche dubbio o perplessità, potesse chiedere aiuto a qualche reale parente.
Così, mentre un complice dell’arrestato, intratteneva la donna al telefono, il presunto truffatore giungeva presso l’abitazione e, presentatosi come un conoscente del nipote della donna, si faceva consegnare la somma in contanti di 400 euro, 120 grammi di oro, ivi comprese due fedi nunziali del valore di oltre 7.000 euro, nonché una carta di credito con i relativi codici di sblocco. Immediatamente dopo, uscito dall’abitazione, raggiungeva una Banca del posto e, utilizzando la predetta carta di credito, s’impossessava dell’ulteriore somma di 1.000 euro.
A seguito della denuncia, veniva avviata un’intensa attività investigativa che permetteva di identificare l’arrestato come l’autore materiale della truffa. Di fatti, l’analisi delle immagini delle telecamere acquisite nelle vie limitrofe all’abitazione della vittima e all’Istituto di Credito in cui il soggetto si era recato, permetteva di evidenziare alcuni particolari somatici dell’uomo e, nello specifico un tatuaggio su una delle due braccia, oltre che le sue caratteristiche fisiche e l’auto che utilizzava al momento della truffa.
Questi elementi si sono perfettamente sovrapposti, sino a coincidere del tutto, con quelli relativi ad una truffa commessa, con le medesime descritte modalità, qualche giorno dopo, nella città di Lecce e, in occasione della quale, personale di quella Squadra Mobile traeva in arresto l’autore che s’identificava proprio con l’odierno arrestato, riconosciuto dallo stesso tatuaggio, e nella quale aveva utilizzato la medesima autovettura.
Pertanto, al termine dell’esecuzione del provvedimento cautelare, il presunto truffatore veniva rintracciato in provincia di Napoli lì sottoposto agli arresti domiciliari.
Si ribadisce che gli accertamenti sono stati compiuti nella fase delle indagini preliminari e necessitano della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa.