“Oggi voglio raccontarvi ciò che mi è successo, per far seguito al filone Sii felice sei a Bari. Premetto che non ho nulla contro l’ideatore di questo slogan, ma evidentemente nella nostra città e per estensione anche nella provincia il marcio c’è e questo racconto ne è l’esempio”. Inizia così la denuncia arrivata alla nostra redazione da parte di un lettore e cittadino barese, vittima di un furto.
“Sono un onesto cittadino, ho sempre portato la mia città sul palmo della mano, amo il mare e i sapori di Bari, ma odio la gente che rende invivibile la vita a chi fa sacrifici per soddisfare un desiderio – si legge -. Ho comprato una motocicletta a febbraio 2021, dopo circa due anni di sacrifici, tutto bello direste voi, invece no. Qualche giorno fa, i carissimi lavoratori della notte di Bari, hanno ben deciso che era arrivato il momento di intrufolarsi nel cortile di casa mia e rubare senza troppi problemi la mia motocicletta, perché sapete anche loro devono lavorare nella vita. Al mio risveglio la moto era ovviamente sparita e nessuno aveva visto/sentito nulla, come d’abitudine in questa città. Come è giusto che sia, ho provveduto immediatamente a denunciare l’accaduto alle Forze dell’Ordine, ma la risposta in confidenza è stata che non potevano fare niente e di chiedere a loro. Così ho fatto, ho chiesto a chiunque nel quartiere Japigia, fino ad ottenere alcune informazioni: la mia moto ormai è stata smontata e forse rivenduta completamente, le persone che me l’hanno rubata mi hanno pedinato più volte per sapere come quando e dove agire”.
“Allora mi chiedo come si possa essere tranquilli in una città in cui, dopo milioni di sacrifici, c’è chi pur di ottenere qualcosa di facile è disposto a seguirti più volte, manco fossimo Messina Denaro, intrufolarsi in casa e prenderti ciò che desidera – conclude -. Questa mia esperienza collide con il furto del sidecar ai due turisti e mille altri furti che ci sono stati in questi giorni nella nostra città. Posso capire che di queste storie ve ne arrivino a bizzeffe, ma mi sarebbe piaciuto parlarne con chi magari ha una voce più ampia rispetto alla mia”.