La Cassazione nella giornata di ieri ha annullato con rinvio la condanna a 1 anno e 6 mesi inflitta al maresciallo della Finanza di Triggiano, Gerardo Leone, per tentata induzione indebita. Il militare è accusato di aver chiesto 40mila euro nel 2015 ad Alessandro Cataldo, il marito della consigliera regionale Anita Maurodinoia arrestato nelle scorse settimane per corruzione elettorale, per insabbiare un’indagine sugli appalti della Provincia di Bari con la promessa di raccontargli delle indagini in corso a suo carico e sua moglie. Leone fu arrestato il 1° luglio 2015 per tentata concussione e rivelazione di segreto d’ufficio. Le sentenze di primo e secondo grado avevano stabilito già che il finanziere non aveva mai preso i soldi ed è su questo che si gioca tutta la partita. Ci sarà un nuovo processo di appello.
È stata la denuncia di Leone a dare il via all’inchiesta sul sistema Sandrino. Due anni dopo l’arresto e la vicenda che lo ha coinvolto, il finanziere è stato contattato da De Francesco, il braccio destro di Sandrino. Infuriato con lui, l’ex consigliere gli rivelò il sistema elettorale e il modus operandi architettato da Sandrino per le votazioni a Bari, Grumo, Triggiano e per le Regionali. Da lì è partita poi l’inchiesta che ha portato all’arresto di Cataldo e anche di Defrancesco. Leone infatti registrò tutto e nei giorni scorsi è stato anche ascoltato in Procura come testimone.
Sandrino ha parlato di un complotto architettato dallo stesso Leone come vendetta, ma neppure il Riesame gli ha creduto, rigettando la richiesta della difesa sulla rievoca della misura cautelare dei domiciliari. Leone ha parlato in Procura per oltre tre ore presentando la sua versione dei fatti, diversa da quella di Cataldo. Ha ribadito che è stato De Francesco a scrivergli, per incontrarlo e denunciare quello di cui era a conoscenza.