Quinto Potere accende i riflettori sul progetto di Social Housing Parco Gentile avviato a Bari. Si tratta di un complesso edilizio situato vicino la sp91, nelle vicinanze dello svincolo Santo Spirito-Bitonto della ss16, con 226 alloggi in via Iqbal Masih. Parliamo di 10 edifici con altezza variabile di 3 o 4 piani, circondati da un giardino attrezzato con aree giochi per bambini, panchine e spazi verdi. Cosa prevede il progetto di social housing? I palazzi secondo il bando pubblicato sono stati posti in vendita o in locazione nelle seguenti modalità: il 18% alla vendita convenzionata, il 18% affitto con riscatto a 8 anni, il 29% locato per 12 anni, il 33% locato per 16 anni e il restante 1% da destinare ai servizi sociali). Il progetto è stato rivolto a soggetti (giovani, coppie, anziani, studenti, famiglie, nuclei mono-genitoriali) con un reddito insufficiente per sostenere l’affitto o l’acquisto di un immobile a condizioni di mercato ma, allo stesso tempo, troppo elevato per accedere all’Edilizia Residenziale Pubblica.
Il progetto è stato finanziato per una parte dalla Cassa Depositi e Prestiti del Comune, dall’altra dalla proprietà degli immobili che ha vinto l’appalto pubblico. Metà degli appartamenti sono del Comune e sono ancora vuoti, l’altra parte è abitata da alcune persone. Sono emersi alcuni problemi nel corso degli ultimi mesi e ora serpeggia il malumore tra i residenti. “Dovevano esserci alcune agevolazioni per l’affitto, il primo anno è andato molto bene ed eravamo tutti contenti, anche per il riscaldamento, per l’aria condizionata e per tanto altro, ma ci sono state delle pecche. Non abbiamo mai avuto il dettaglio del nostro singolo consumo”, spiega ad esempio una residente. “Oltre all’affitto di 750 euro, è arrivata una comunicazione con un conguaglio da pagare di 2150 euro senza nessuna spiegazione al momento”, aggiunge un altro.
Il problema più grande non riguarda gli affitti, anche perché ad esempio sono aumentati del 75% e non del 100% rispetto al coefficiente Istat e restano agevolati. “Il problema più grande sono i servizi – afferma un residente -. Ci hanno messo in mano una Ferrari, mi riferisco alla centrale per la gestione dell’impianto idrico e di riscaldamento, che nessuno sa gestire e che ci costa un’ira di Dio. Quel costo è notevole. L’impianto fotovoltaico ad esempio non ha funzionato per un anno e mezzo e ora produce troppo poco per un palazzo con 28 appartamenti”. I problemi insomma sono tanti, ma in generale si ha poca conoscenza sull’argomento del Social Housing. “Siamo stati truffati – tuona con ferocia una pensionata -. Dovrei pagare un conguaglio di 829 euro e in più gli arretrati Istat da 548 euro. Non possiamo pagare così tanti soldi, ma si sono bevuti il cervello? Sono dei truffatori, lo devo dire. Ci avevano detto che le case le avrebbero date alla famiglie monoreddito, qui abitano cani e porci. Dobbiamo pagare l’iva dappertutto, anche sul condominio”.
Alcuni si sono rivolti al S.U.N.I.A., il sindacato unitario nazionale inquilini assegnatari, e non tutti i conti tornano, come confermato anche dall’avvocato Garofoli che abbiamo intervistato. “La gestione condominiale ha diverse opacità, abbiamo chiesto già un confronto. Il Comune di Bari si è messo a disposizione, si sono già tenuti alcuni incontri tra le parti – afferma -. Non abbiamo risolto ancora nulla, abbiamo formalizzato le nostre contestazioni, ma per oggi non sono arrivate risposte. Alcuni contratti di locazione sono in linea, altri sono al di sopra anche di 150 euro rispetto a quello che dovrebbero pagare gli inquilini. I costi di manutenzione sono altissimi, senza considerare l’aumento delle bollette. Non riusciamo a capire perché i coinquilini sono tenuti a pagare l’Iva. Occorre nuovamente stabilire un contatto con la società e ricevere tutte le risposte. Dobbiamo evitare il contenzioso legale che durerà anni ed è costoso, sediamoci al tavolo e spieghiamo ai condomini cosa stanno pagando con carte alla mano. Vi posso assicurare che abbiamo ragione noi. Ci sono famiglie che stanno lasciando il complesso che è diventato costosissimo. Il passaparola è forte, la gente sta capendo che non conviene andare lì. Non ha senso, anche perché noi crediamo nel social housing”.