Si è tenuta nella giornata di ieri l’udienza preliminare del processo in cui è coinvolto l’ex primario di oncologia medica dell’istituto tumori Giovanni Paolo II, Vito Lorusso, arrestato la scorsa estate con le accuse di peculato e concussione perché avrebbe chiesto soldi a pazienti malati di cancro per visite, ricoveri e per velocizzare pratiche burocratiche.
L’oncologo è il padre dell’ex consigliera comunale di Bari, Maria Carmen Lorusso, arrestata lo scorso 26 febbraio con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso alle elezioni del 2019. Nell’ambito di questa indagine lo stesso Vito Lorusso è stato nuovamente arrestato ed è attualmente ai domiciliari perché – secondo l’accusa – per favorire l’elezione della figlia avrebbe stretto un accordo con Massimo Parisi, fratello del boss ‘Savinuccio’: in cambio dei voti alla figlia avrebbe curato un nipote del capoclan, poi deceduto.
Il processo è stato subito rinviato a causa del difetto di notifica agli eredi di due malati oncologici, vittime dei reati commessi e decedute nel frattempo. L’Oncologico ha chiesto di costituirsi parte civile nel processo perché Lorusso era legato da un “rapporto di esclusività”. Anche l’Ordine dei medici ha chiesto di prendere parte al processo.