Paola Catanzaro, nota con il nome d’arte di Sveva Cardinale, è stata condannata a 6 anni e 6 mesi di reclusione per aver raggirato alcune vittime e intascato somme di denaro per un totale di 4,5 milioni di euro, in cambio di “benefici divini” promessi dalla falsa veggente.
Tra i truffati in tutta Italia, anche tre professionisti baresi. Condannato a 5 anni anche Francesco Rizzo, marito della Catanzaro. La sentenza del tribunale di Brindisi chiude il processo di primo grado, il caso è stato anche denunciato in tv dal programma “Le Iene”.
Queste le altre condanne: 3 anni a Pina Catanzaro, sorella di Paola, 2 anni a Giuseppe Conte, Stefania Casciaro e Anna Casciaro; un anno e otto messi ad Anna Picoco. Assolte invece Addolorata Catanzaro, altra sorella di Paola, e Lucia Borrelli.
L’accusa per tutti è quella di ’”associazione per delinquere”. A capo Paola Catanzaro, che avrebbe avuto “compiti di decisione, pianificazione e individuazione delle vittime e delle azioni delittuose da compiere, nonché dei settori in cui investire i proventi dei delitti di scopo e ideatore del progetto delle croci, chiamato anche dei doni”. Gli altri sarebbero stati partecipi e in quanto tali, secondo il pm, avrebbero “fornito un costante contributo per la vita dell’associazione mettendosi a completa disposizione degli interessi del sodalizio, con il compito di avvicinare le vittime di turno, carpirne i segreti più intimi che poi venivano svelati a Catanzaro, la quale a sua volta li usava per suggestionare i malcapitati e far credere loro di avere poteri mistici e paranormali. Avrebbero anche riscosso le somme di denaro versate in contanti dalle vittime delle truffe e trasmesso loro i messaggi del mistico diretti a sugellare la fedeltà e il silenzio”.