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Sovraffollamento delle carceri, Sappe: “Solo un bluff si parli dei veri problemi”

20 Settembre 2023
– Autore: Redazione Quinto Potere
20 Settembre 2023
– Autore: Redazione Quinto Potere

“Stop al bluff del sovraffollamento dei detenuti, per non parlare del fallimento della gestione delle carceri”. Lo dice il nuovo procuratore di Napoli dottor Gratteri e lo dice il SAPPE , sindacato autonomo polizia penitenziaria. “Il sovraffollamento delle carceri è la foglia di fico per non parlare dei veri problemi delle penitenziari Italiani che sono:
1- strutture fatiscenti in cui troviamo la  violazione della costituzione sul reinserimento dei detenuti;
2-la grave carenza organica della polizia penitenziaria;
3- il servizio sanitario per  detenuti allo sbando;
4- i penitenziari ridotti a manicomi senza assistenza e cure;
5- carceri fuori controllo con detenuti che la fanno da padrone per  le scelte scellerate dei Capi DAP su proposte dei dirigenti generali  che dal parco giochi  del terzo piano del DAP, assistono alla mattanza della polizia penitenziaria che cade come birilli a seguito delle aggressioni dei detenuti”.

“Nel nostro paese invece, basta dire la parola magica sovraffollamento delle carceri e si chiude il discorso con la proposta di costruire nuove carceri, mentre decine di talk show che discutono anche del sesso degli angeli, si guardano bene di affrontare una questione così spinosa che mette di fronte alle loro responsabilità politici impreparati, dirigenti del DAP inetti, e cosi via. Peraltro mentre per le altre forze dell’ordine si sceglie il meglio per dirigere i vari corpi, per la polizia penitenziaria sono arrivati(se escludiamo Nicolò Amato) come Capi DAP magistrati che sono  pensionandi;   che hanno proposto patti con  detenuti per farli stare buoni; trombati dalla politica; oppure con forti agganci; tutte persone molto stimabili ma impreparati per affrontare questi grandi problemi, per cui hanno tirato a campare, partecipando a manifestazioni, rilasciando interviste in cui si prospettavano cambiamenti epocali che alla fine, hanno peggiorato lo stato delle carceri italiane, senza  mai rendere conto a nessuno del loro operato, anzi ricevendo l’esoso appannaggio riservato ad un capo di una forza di polizia”.

“Sicuramente queste cose potranno dare fastidio a molti, come accaduto al generale Vannacci con il “mondo alla rovescia“, ma i fatti non si possono confutare. Ritornando al sovraffollamento i conti non tornano, poiché se prendiamo la statistica delle presenze dei detenuti al mese di Agosto (fonte DAP)  rileviamo che a fronte  di   51206 posti  abbiamo 58428 detenuti  da cui togliere circa 1200 detenuti semiliberi che escono la mattina e rientrano la sera. Quindi un sovraffollamento nazionale del 12% che è da controllare ma sicuramente non tragico; i problemi diventano invece  gravi  poiché a fronte di regioni che hanno carceri mezze vuote,  c’è ne sono altre  come la Puglia  che da anni sono piene come un uovo, con un sovraffollamento che arriva il 60%”.

“Per questa cattiva gestione in una azienda privata si chiamerebbero i responsabili che gestiscono i detenuti a livello nazionale e li si manderebbe a casa, poiché  questa  dissennata ripartizione  costringerebbe lo stato Italiano a pagare milioni di euro (con i soldi dei cittadini)  all’anno ai detenuti che, non avendo  a disposizione lo  spazio  così come prevede una sentenza europea, fanno ricorso. In Italia invece, il bengodi per la delinquenza europea e mondiale, la politica premia questi dirigenti facendoli guadagnare diverse migliaia di euro al mese. I danni di questa mala gestione dei detenuti sono molto gravi poiché provocano proteste, rivolte, suicidi, evasioni, aggressioni di poliziotti, poiché con un così altro numero di detenuti non è più possibile alcun controllo”.

“Prendiamo qualcuna delle carceri pugliesi, tra  le più affollate della nazione, e vediamo che a Foggia con un organico di poliziotti per gestire 360 detenuti ne vengono ospitati 660; a Taranto i poliziotti necessari per gestire 350, ora ne controllano 850; Stesso discorso per Lecce con  organico  di poliziotti per gestire circa 800 detenuti ne controlla 1200, ed  a questa follia del DAP  non sfuggono le Carceri di Bari, Trani, Brindisi. In alcune carceri non hanno letti, materassi, sedie tavoli ed i detenuti sono costretti a mangiare in piedi”.

“Ma non finisce qui poiché in queste carceri, oltre a non avere più la possibilità di poter gestire in maniera adeguata i detenuti, saltano tutti gli altri parametri  riferiti alla rieducazione dei detenuti(gli educatori sempre gli stessi ma devono seguire il doppio dei detenuti), all’assistenza medica per cui la regione già disastrata per la sanità, ha previsto un certo numero di operatori sanitari  che sono costretti ad assistere, in maniera pessima, tanti detenuti in più, per non parlare dei pazzi. Ma i garanti dei detenuti, ed i professionisti del carcere (antigone, radicali, nessuno tocchi caino) sempre pronti s denunciare i poliziotti, non sanno, non vedono, non parlano. Sono tante le ricette che proprio il SAPPE da anni propone alla politica di qualunque colore a partire  dal rimpatrio dei detenuti stranieri per scontare  la  pena nei paesi di origine, pagando allo Stato che li ospita un decimo di quanto costa un detenuto in Italia; invece no il garantismo pruriginoso di certa politica  pretende di chiedere al detenuto se è consenziente; ma non accetteranno mai,  poiché se vanno nei loro paesi la galera la fanno veramente”.

“E poi, ma quando questi delinquenti rapinavano, stupravano, ammazzavano, chiedevano il permesso alle vittime? Oppure come dice il dottor Gratteri di togliere dal carcere migliaia di  tossicodipendenti ed affidarli alle comunità; e perché a tutt’oggi la riforma Cartabia che è una legge dello Stato è stata dimenticata? Ma la cosa più grave è che un articolo dell’ordinamento penitenziario(42) che prevede che un detenuto deve rimanere vicino alla famiglia diventa inviolabile, mentre poi si schiaffeggia giornalmente la Costituzione in alcuni dei principali articoli che prevedono la rieducazione, il diritto alla salute, il diritto ad un lavoro sicuro. Ma il Presidente Mattarella perché non dice nulla?”.

“Ma non avrebbe diritto anche un ragazzo che come colpa ha quella di aver studiato in maniera seria ed onesta al sud, con tanti sacrifici dei genitori, di poter rimanere a lavorare nel proprio territorio, invece di emigrare anche di migliaia di kilometri per poter lavorare? Pensiamo di aver dimostrato che il sovraffollamento drammatico non esiste e che quello attuale potrebbe essere  gestito in maniera seria e corretta se i vertici del DAP compresi quelli che dirigono i detenuti, nonché i politici,  ci spiegassero il perché di questa scelta  che crea disagi e tanto peggio a detenuti e lavoratori. Poiché alle nostre domande non sono mai arrivate risposte concrete, il SAPPE nei  prossimi giorni unitamente al proprio studio legale presenterà il conto a questi dirigenti del DAP,  informando la Corte dei conti  di questo pessimo  modo di lavorare che, svuota  anche le tasche dei cittadini per  risarcire i detenuti, quando, a nostro parere  tutto ciò poteva essere evitato”.

“Chiediamo al vice ministro della Giustizia, il barese Sisto, di onorare gli impegni presi pubblicamente che, avrebbero dovuto riequilibrare la situazione dei detenuti nelle carceri Italiane, riducendo il sovraffollamento in quei posti ove la situazione risulta essere drammatica, (la sua Puglia), per spostarli in quelli con tanti posti liberi, come pure adottare le misure sopradescritte che servirebbero a riprendere il controllo delle carceri  nonché a garantire la legalità ai detenuti, escludendo dal circuito i violenti e prepotenti che grazie alla debolezza del DAP sono tanto cresciuti nei numeri. Riteniamo che la costruzione di nuove carceri non serva per far star meglio i detenuti ma solo per far fare affari che sui penitenziari che negli anni  sono stati d’oro! Ricordate lo scandalo delle carceri d’oro , ma potremmo continuare con le decine costruite e mai utilizzate. Se non lo farà, la politica avrà ancora una volta dimostrato la sua incapacità  ed il suo disinteresse nel  gestire un problema così grande e così drammatico, con l’ulteriore responsabilità di non aver  chiesto conto ai dirigenti del DAP dei gravi danni morali e fisici provocati a decine di migliaia di esseri umani, detenuti, lavoratori penitenziari” conclude il Sappe.