Si è concluso ieri il processo di primo grado, con rito abbreviato, che ha visto coinvolti 42 presunti affiliati al clan mafioso di Bitonto con a capo il boss Domenico Conte, accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico e alla illecita commercializzazione di sostanza stupefacente, aggravata dal metodo mafioso. Un duro colpo inflitto alla “Scampia” del Barese, la zona 167 di Bitonto. Le pene inflitte vanno dai 2 anni e 2 mesi fino ai 20 anni, per un totale di 350 anni di carcere.
La condanna più alta, a 20 anni di reclusione, è stata inflitta al capo clan Conte. Il sodale Mario D’Elia, ritenuto ai vertici del gruppo criminali, è stato condannato a 18 anni di reclusione. Condanna a 13 anni e 4 mesi per Giovanni Di Cosimo; 12 anni a Francesco Bonasia; 11 anni e 4 mesi a Giuseppe Antuofermo e Alessandro D’Elia; 10 anni e 8 mesi a Damiano Giordano e Giovanni Palmieri; 10 anni a Vincenzo Caputo, Domenico e i due Cosimo Liso, Ruggiero Ricci Coletto; 9 anni e 4 mesi sono stati inflitti a Michelangelo Palmieri, Francesco Alessandro Rafaschieri e Tommaso Ruggiero; condanna a 9 anni per Vincenzo Nanocchio, Mauro Palmieri, Vittorio Christian Scaringella e Michele Vitariello; 7 anni e 4 mesi per Francesco Grottola; 7 anni a Carmine Leone; 6 anni e 8 mesi a Francesco Amendolara, Paolo Belardi, Michelangelo Brilli, Alessandro Castellaneta, Giuseppe Maggiulli, Vito Palmieri, Antonello De Vito; 6 anni e 6 mesi di reclusione per Angelo Castellaneta, Donato Cataldi, Danilo Gentile, Rosa Natilla, Francesco Papapicco, Francesco Primo, Alessandro Ruggiero, Arcangelo Vitariello e Maria Semeraro. Le pene più lievi sono state inflitte ai quattro collaboratori di giustizia: 2 anni e 8 mesi a Rocco Papaleo, Michele Sabba e Vito Antonio Tarullo; 2 anni e 2 mesi a Domenico Milella (i primi due esecutori materiali dell’omicidio Tarantino, Milella ex braccio destro del boss di Japigia Eugenio Palermiti).
Vedette per strada, le donne che custodivano la droga, guardie armate sui tetti e portoni blindati: le indagini hanno permesso di ricostruire come veniva gestito e curato nei minimi dettagli lo spaccio nella zona 167 di Bitonto, per un giro di affari stimato in 30mila euro al giorno. Il 43esimo imputato, minorenne all’epoca dei fatti contestati, sarà processato dai giudici minorili. Ai 42 imputati è stato anche imposto il risarcimento al Comune di Bitonto, costituito parte civile durante il processo.