Il 12 dicembre per tutta Corato è il giorno della Jò a Jò, giunta quest’anno alla sua 50esima edizione. Si tratta di una tradizione celebrata nel giorno che precede la festa di Santa Lucia il cui nome, che deriva dalla parola latina “lux”, si sposa bene con l’elemento del fuoco. I coratini si riuniscono infatti in piazza Cesare Battisti dove, dopo l’arrivo della statua in processione, viene acceso un grande falò. L’evento, presente ormai da anni nell’Albo Regionale dei riti del Fuoco a cura della Pro Loco Quadratum e dell’Assessorato alle Attività Produttive del Comune di Corato, è caratterizzato anche da una fiaccolata, dalla benedizione del fuoco e dal lancio del pallone aerostatico all’accensione del grande braciere cittadino, che apre da sempre il momento del Natale a Corato. La serata si è conclusa anche con la musica dal vivo di Eugenio Bennato e il suo ultimo lavoro Vento Popolare. Quinto Potere non poteva mancare.
“È una tradizione che prende origini dal paganesimo, prima di passare alla tradizione religiosa, ed è dedicata a Santa Lucia, sentita molto qui a Corato – afferma Gerardo Giuseppe Strippoli, presidente della Pro Loco Quadratum -. Festeggiamo i 50 anni della nostra Pro Loco e i 50 anni del falò di Santa Lucia, è una delle manifestazioni storiche che ormai vanno a definire il panorama culturale della nostra città, oltre a dare il via a tutte le manifestazioni di dicembre. ‘Jò a Jò’ è un termine che si usa solo a Corato, è semplicemente il grido di gioia dei bambini che ricevevano dolciumi e giocavano attorno al fuoco, prima di tornare a casa con la cenere del fuoco benedetto”.
“Le tradizioni popolari che arrivano dal passato si rinnovano nel presente. La luce prevale sempre sulle tenebre, nonostante le difficoltà e i problemi di oggi. Quando la notte prevale si accende la luce e si guarda avanti al futuro con fiducia – le parole del sindaco di Corato, Corrado Nicola De Benedittis -. Questa volta accendiamo il fuoco della luce che dà il calore di cui tutti hanno sempre bisogno, lo facciamo con un pensiero forte, per la pace. Noi dobbiamo fare la nostra parte”.