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Stessa cannula da 18 mesi, vermi nella trachea e gravi dispnee. Papappicco (118): “Nicola va aiutato così muore”

25 Luglio 2022
– Autore: Antonio Loconte
25 Luglio 2022
– Autore: Antonio Loconte

La prima volta che ci siamo occupati di Nicola Bisceglie, classe 1956, è stato a dicembre di 4 anni fa. A portare alla luce le condizioni precarie in cui l’uomo viveva era stato anche quella volta Francesco Papappicco, medico del 118 e sindacalista. Oggi come allora, seppure Nicola viva protetto da un prefabbricato e non più in una roulotte esposta alle intemperie, le sue condizioni restano precarie, soprattutto perché nel frattempo lo stato di salute è peggiorato. Nicola vive ad alcuni chilometri da Gravina e si occupa dei suoi campi e degli animali.

Un anno e mezzo fa l’uomo fu vittima di un brutto incidente stradale. Ha subito diversi interventi e ricoveri in riabilitazione. Da quel tragico momento è stato anche tracheostomizzato. Il problema è che da allora, la cannula che dimora in trachea e gli permette di respirare, non è mai stata sostituita. Questo ha provocato gravi conseguenze che vanno dal decubito in trachea alla produzione di tessuto necrotico dell’epitelio tracheale e infiammazioni, fino a una miasi da larve di mosche, vale a dire la formazione di vermi.

Nicola è stato ospitato anche presso una struttura pubblica, ma è un uomo libero e nonostante le sue condizioni precarie ha scelto di stare nella sua terra con i suoi animali. “Da mesi ormai – spiega Papappicco, che ha documentato la situazione in un video – il 118 interviene anche più volte al giorno in contrada Pescara, sulla via per Dolcecanto. Pur prestando le cure più urgenti, medici e infermieri del servizio di emergenza e urgenza hanno esaurito le opzioni di intervento, soprattutto perché dopo ogni corsa in ospedale segue una dimissione con indicazioni che non portano a un risultato definitivo”.

Va detto che anche il personale ospedaliero si dedica al caso senza risparmiarsi, pur incontrando resistenze, talora vigorose, da parte del paziente. Nicola, infatti, per non lasciare soli i suoi animali pretende che tutto si risolva in una sola giornata. “Ho gli animali da governare e custodire – ripete come un mantra ogni santa volta – se mi assento per più tempo me li rubano e saccheggiano quel po’ che possiedo. Aiutatemi”. Ci chiediamo se, come accaduto qualche anno fa con l’intervento del Sindaco, il neo primo cittadino di Gravina, Fedele Lagreca, tra l’altro medico nella vita, possa intervenire per far programmare l’intervento in chirurgia toracica a Bari di cui Nicola necessita in modo da guarire in tempi ragionevoli e poter tornare così nel posto dove ha scelto di vivere.

“Non siamo qui per esprimere giudizi – continua il medico del 118 – semmai vogliamo contribuire per dare a Nicola un aiuto concreto e restituirgli la dignità persa nel tempo”. Nell’ultimo intervento notturno, un codice rosso perché Nicola ormai respirava a fatica e rischiava quindi di morire,  l’equipaggio del 118 ha documentato le condizioni di Nicola, pur rimanendo operativo nel caso di altre urgenze.  “Poiché la vicenda sembra non trovare soluzioni adeguate e definitive, anche con la centrale operativa 118 – aggiunge Papappicco -, non sappiamo più come far fronte alle quotidiane, continue richieste di intervento, in alcuni casi persino più volte nell’arco delle 24 ore.  A noi spetta il dovere di assolvere al meglio ai compiti etici e professionali della medicina d’emergenza, urgenza sul territorio, che non è proprio come stare dietro una scrivania o fare gli sbriga pratiche. Non ci interessa pontificare su vicende del genere, ma risolvere i problemi sanitari per i quali viene richiesto il nostro intervento. Confido nell’intervento di chi ha il dovere di intervenire in simili situazioni”.

La condizione di Nicola solleva una questione ben più ampia, relativa alla fornitura di presidi monouso, di cui spesso aumenta la necessità di utilizzo quotidiana. Presidi fondamentali, tuttavia centellinati. “Noi non ci tiriamo indietro quando si tratta di combattere, ma non possiamo farlo a mani nude”, conclude il medico del 118.