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Stop al reddito di cittadinanza, 169mila famiglie senza supporto: resta per fragili e disabili

31 Luglio 2023
– Autore: Eleonora Francklin
31 Luglio 2023
– Autore: Eleonora Francklin

Reddito di cittadinanza. In questi ultimi anni un aiuto per le famiglie più bisognose o per chi era impossibilitato o non trovava un impiego, un lusso, invece, per chi è riuscito ad ottenerlo nonostante non avesse alcun problema nel cercare un lavoro. Per chi ha già ottenuto le sette mensilità del 2023, ha ricevuto un messaggio dall’Inps in cui è stata comunicata la sospensione del beneficio, come previsto dalla norma varata dal Governo.

Nella comunicazione, però, viene ricordato che, nell’eventualità della presa in carico da parte dei servizi sociali, la sospensione è revocata. Una eventualità che si estende a chi ha bisogni complessi e difficoltà di inserimento sociale o lavorativo. Chi invece potrà essere indirizzato ai servizi per l’impiego e potrò intraprendere percorsi lavorativi, dovrà dire addio al reddito di cittadinanza e potrà avere accesso alla nuova misura del Supporto di formazione e lavoro che partirà da settembre. In totale sono 169 le famiglie che dovranno rinunciare al sostentamento.

“Il governo taglia il reddito a 169 mila famiglie e contemporaneamente continua a fare sanatorie fiscali. Non sta né in cielo né in terra in un Paese in cui si è poveri lavorando e in cui metà Paese fa fatica ad arrivare alla fine del mese” replica il segretario della Cgil Maurizio Landini.

Non sono mancate le polemiche da parte dell’opposizione, come dal deputato barese del Pd, Marco Lacarra. “I poveri e i più deboli sono il Problema del nostro Paese. È questo il messaggio che il Governo Meloni ha inviato oggi con l’sms arrivato a 169mila famiglie che annuncia loro che devono dire addio al sostegno avuto grazie al reddito di cittadinanza. Famiglie che grazie a questo aiuto sono riuscite a risollevarsi e a sopravvivere (non vivere) oggi piombano nell’incertezza, perché è solo colpa loro se non hanno un lavoro, è solo colpa loro se sono in difficoltà, è solo colpa loro se hanno bisogno di aiuto”.

“Sono loro – continua Lacarra – che non vogliono fare nulla e preferiscono stare a casa sul divano. È davvero questo il messaggio che vogliamo dare ai cittadini e al Paese? È davvero questa la politica in Italia oggi? Invece di fare la lotta all’evasione, al lavoro nero, al lavoro povero, invece di approvare il salario minimo si incolpano i più deboli dei problemi del Paese. Noi non ci stiamo. Lotteremo con tutte le nostre forze contro un Governo che lancia al mondo questo messaggio, saremo sempre dalla parte dei più deboli e non possiamo e non dobbiamo dare loro colpe che non hanno in alcun modo”.