“Una vittoria su tutta la linea: la Corte Costituzionale ha giudicato infondato il rilievo di illegittimità contestato dal Governo alla legge regionale per il fermo pesca del riccio di mare, in vigore da maggio 2023. Legge che ho proposto e che è stata largamente condivisa e poi approvata, con lo scopo di tutelare una specie ormai pressoché sparita, con grave danno per la pulizia dei nostri fondali marini. La Consulta ci dà ragione e respinge le basi dell’impugnativa del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro per gli affari regionali e le autonomie. La Corte Costituzionale contesta i presunti contrasti con la normativa statale, internazionale ed europea in materia di ambiente e mare, e in particolare la violazione dell’articolo 117, comma 2, lettere a) e s), della Costituzione che affida al Governo centrale la tutela dell’ecosistema e dell’ambiente”. Ad annunciarlo in una nota è il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo di La Puglia Domani.
“Questa sentenza è una pietra tombale sulle presunte ‘invasioni di campo’ obiettate dal Governo nella sua impugnativa, in materia di pesca. C’è solo una correzione di forma: alla definizione ‘mare territoriale’ va sostituita la dicitura ‘spazio prospiciente la costa’. Di fatto, la Consulta ha condiviso lo spirito della legge e le sue finalità. E dunque ha dichiarato non fondata l’eccezione del governo su un presunto ‘sconfinamento’ di competenze regionali – si legge nella nota -. Dunque la Consulta ha condiviso lo spirito della legge e le sue finalità. Questa sentenza crea un precedente perché definisce in maniera chiara le competenze della Regione in materia di salvaguardia del nostro mare. Resta salva la legge, in vigore ormai da nove mesi, che mira alla tutela di una specie in estinzione e fondamentale per l’equilibrio dell’ecosistema del nostro mare”.