“Quattro mesi fa ho ricevuto una chiamata dal consolato di Napoli verso le 9:40 del mattino. ‘Signora, devo darle una brutta notizia, sedetevi per favore: vostro figlio Mateo è morto’. Così a bruciapelo. Il mio urlo si è sentito dalla strada. Sono stati quattro mesi senza sosta per cercare di sapere cosa è successo quella notte. Abbiamo qualche informazione, ma a poco a poco e giuro che non mi fermerò finché non saprai la verità”. È lo sfogo pubblicato sui social da Lola Simón Martín, artista spagnola e mamma di Mateo Correas, il giovane 21enne morto dopo essere stato investito sulla ss100, all’altezza dello svincolo Adelfia-Rutigliano, in direzione Bari, nella notte tra il 3 e 4 febbraio
“Mateo era a una festa Erasmus organizzata dall’ESN di Bari. Non molte persone, circa 180 persone e molte di loro spagnole. Senza un motivo ancora noto Mateo ha lasciato quella festa, da solo? Accompagnato? Non lo so. Senza sapere il motivo ha iniziato a camminare in direzione di Casamassima su quella strada dove è stato investito – si legge -. Alloggiava a Bari, erano arrivati alla festa in autobus, cosa faceva lì, su quella strada? Nessun messaggio a nessuno che stava abbandonando la festa, niente sul suo cellulare. Nemmeno la consultazione delle mappe, niente. Ad oggi nessuno mi ha detto che si sta indagando su cosa stava facendo quel ragazzo su quella strada, e sono passati quattro mesi dall’incidente. Ho ottenuto delle foto, grazie a loro ho potuto sapere che i gruppi tra cui Mateo si è mosso quella notte erano spagnoli. Ho inviato messaggi e ho parlato con la maggior parte di loro. La conclusione di tutte le conversazioni è sempre la stessa: amnesia di quella notte. Ma un po’ di qui un altro po’ di là, il cerchio si restringe. Tutti vogliono dimenticare quella notte e voltare pagina. Non vogliamo, né possiamo dimenticare quella notte. È impossibile che nessuno lo vedesse uscire dalla festa, non ci credo. E sapete, prima si prende un bugiardo che uno zoppo, quindi non ho intenzione di fermarmi. So che a lui nessuno me lo restituirà, ma tutta questa storia è troppo oscura e la mia mente ha bisogno di sapere. Un giorno tutte quelle persone che erano alla festa e si sono relazionate con lui, in un modo o nell’altro, saranno padri e madri e quel giorno, come se fosse un flash, ricorderanno quella notte, sentiranno per un secondo quello che sento e poi mi capiranno”.