Dopo il blitz non andato a buon fine dall’ex collega di Umberto Paolillo, che ha ritrattato la sua versione dei fatti in Tribunale, siamo tornati da mamma Rosanna.
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Torniamo ad occuparci della storia del suicidio di Umberto Paolillo, l’agente penitenziario che si è tolto la vita nella notte tra il 17 e il 18 febbraio del 2021. Siamo andati a caccia di risposte dall’ex collega di Umberto che ha ritrattato la sua versione dei fatti. L’accoglienza non è stata decisamente delle migliori.
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Il Sappe Puglia, il Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria, ha voluto omaggiare per il secondo anno consecutivo Umberto Paolillo, agente e ispettore capo della polizia penitenziaria Barese che si è tolto la vita due anni e mezzo fa con la pistola d’ordinanza.
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Il pm ha chiesto l’archiviazione del processo a carico di ignoti per istigazione al suicidio. L’avvocato di mamma Rosanna ha già preparato l’opposizione all’archiviazione.
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Rosanna ha deciso di restituire l’encomio a nome di Umberto. “Spero capiscano il male che hanno fatto a mio figlio”.
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Il fascicolo per l’apertura del procedimento civile non è stato ancora depositato, sono venuti fuori altri documenti dove all’interno ci sarebbero delle dichiarazioni di alcuni sindacalisti che hanno difeso nel tempo Umberto.
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La battaglia di mamma Rosanna, seguita dall’avvocato Lieggi, non avrà fine finché non avrà ottenuto la verità sulla morte del figlio Umberto Paolillo.
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L’associazione è stata voluta fortemente dalla mamma, Rosanna Pesce, alla quale Umberto raccontava, sempre a suo dire, i suoi disagi e incomprensioni lavorative.
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La reazione di mamma Rosanna: “Umberto mi diceva che erano più buoni i detenuti che i colleghi, questa cosa si è avverata”.
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Un detenuto di Brindisi avrebbe scritto su Facebook subito dopo il suicidio di Umberto, una testimonianza molto importante. Il post è sparito subito, mamma Rosanna rivolge un appello: “Fatti avanti”.
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