Agguato a San Severo, 42enne gambizzato in pieno giorno fuori dal bar: arrestato un uomo 11 mesi dopo

I Carabinieri di San Severo hanno arrestato un uomo del posto accusato di aver esploso diversi colpi di arma da fuoco contro un 42enne per poi darsi alla fuga. Le accuse nei suoi confronti sono quelle di lesioni personali aggravate e detenzione illecita di arma da fuoco.

Secondo le indagini, nell’aprile del 2024, l’uomo ha esploso nei pressi di un noto bar della zona sei colpi d’arma da fuoco nei confronti del conoscente, colpendolo agli arti inferiori per poi darsi alla fuga.

Fortunatamente per il malcapitato, sottoposto ad un delicato intervento chirurgico, le conseguenze sono state lievi. L’uomo è finito in carcere.

Bari, 17enne ferito al San Paolo con colpo di pistola: condannati Gennaro Valletta e Gennaro Sardella

Il gup di Bari Giuseppe Battista ha condannato a cinque anni e un mese di reclusione (in abbreviato) il 29enne Gennaro Valletta e il 24enne Gennaro Sardella, accusati di lesioni personali e detenzione e porto illegale di arma da fuoco – con aggravante mafiosa – in relazione al ferimento di un 17enne, colpito con un proiettile alla coscia nel quartiere San Paolo di Bari il 30 luglio 2022.

Il ferimento avvenne in piazza Europa, i due si sarebbero avvicinati alla vittima a bordo di uno scooter guidato da una terza persona indagata in un procedimento penale connesso.

Per la Dda di Bari, che aveva chiesto la condanna a sei anni e otto mesi di reclusione per Valletta e Sardella, il ferimento del 17enne sarebbe avvenuto nell’ambito della «forte acredine” (si legge nel capo d’imputazione) tra i fratelli Vavalle, cui il 17enne sarebbe stato vicino, e il clan Strisciuglio del quartiere San Paolo.

Il gesto, per gli inquirenti, sarebbe quindi da ricondursi alle frizioni tra i due gruppi per il “controllo della piazza di spaccio e delle attività illecite” nel rione. Frizioni determinate «dalla ritrosia dei Vavalle a sottostare al dominio degli Strisciuglio sul quartiere». Il minore subì ferite all’anca e alla coscia guaribili in 24 giorni.

Bari, pusher gambizzato a Poggiofranco: pena ridotta per i baresi Caricola e Cascella. Esclusa l’aggravante mafiosa

Nel secondo processo d’Appello è stata ridotta la pena nei confronti dei due baresi Francesco Caricola e Francesco Cascella, rispettivamente di 29 e 39 anni, finiti a processo per lesioni personali e detenzione e porto illegale d’arma da fuoco in concorso.

Nel settembre 2016, secondo quanto ricostruito dalle indagini, avrebbero organizzato la gambizzazione di uno spacciatore minorenne nel quartiere Poggiofranco. Cascella avrebbe ideato l’agguato, mentre Caricola avrebbe attirato il giovane nella trappola. A sparare invece è stata una terza persona.

In primo grado e in Appello, nei confronti dei due, fu riconosciuta l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, ma la Cassazione l’ha esclusa. Così, nel secondo processo d’Appello, la pena è stata ridotta a 2 anni e 8 mesi per Caricola (da 3 anni e un mese) e a 3 anni per Cascella (da 3 anni e 5 mesi).

Secondo la Cassazione la gambizzazione “non è un’azione propria solo delle associazioni mafiose, ma è invece in grado di evocare tanto la criminalità organizzata di tipo mafioso quanto la criminalità comune, in ipotesi organizzata, e quella operante nel settore degli stupefacenti”, si legge nelle carte. “Gli avvertimenti tesi a dissuadere la vittima nel perseverare nell’attività di spaccio in una zona di competenza di un clan (non possono essere ritenuti elementi sintomatici della sussistenza dell’aggravante del metodo mafioso”, la tesi dei giudici.

Altamura, assolto dopo 8 mesi in carcere con l’accusa del tentato omicidio dello zio: avrà 58mila euro dallo Stato

Lo Stato dovrà riconoscere circa 58mila euro a Massimiliano Colonna, 41enne di Altamura che ha passato 248 giorni in carcere con l’accusa di aver partecipato ad un agguato nei confronti dello zio Michele Cassano, avvenuto il 9 dicembre 2017 nelle campagne tra Altamura e Cassano.

La Corte di Appello di Bari ha accolto il suo ricorso, riconoscendo l’ingiusta detenzione. La vittima si trovava ai domiciliari e stava scontando una pena per ricettazione. Due persone, a bordo di un’Audi A5, raggiunsero la masseria in cui si trovava Cassano e aprirono il fuoco con una pistola calibro 7,65. Uno dei proiettili finì sulla gamba sinistra, provocando una frattura.

La stessa arma, inceppata, fu rivolta contro la moglie e la figlia. Sono state le tre vittime a indicare Colonna come una delle due persone entrate in azione e come istigatore dell’omicidio, riconoscendolo dal timbro della voce visto che era a visto coperto. A sparare, secondo il loro racconto, sarebbe stato l’altro uomo, Francesco Ritoli.

Il 6 marzo 2018 entrambi furono arrestati e portati in carcere, ma da subito si dichiararono innocenti. Poco dopo i provvedimenti cautelari furono annullati per mancanza di prova, così Ritoli tornò in libertà il 3 novembre 2018 e Colonna il 9 novembre 2018. Il 13 settembre 2022 i due sono stati assolti al termine del processo in abbreviato per non aver commesso il fatto. Il racconto delle due donne è stato considerato illogico e senza riscontri.

Colonna non si è fermato e ha presentato ricorso per ingiusta detenzione. I giudici della Corte d’Appello di Bari gli hanno dato ragione, riconoscendo 235 euro al giorno per lo “stravolgimento degli equilibri familiari, il mancato raggiungimento degli obiettivi di vita e il disagio della permanenza nelle strutture carcerarie da innocente”.

Agguato a Lecce: il 43enne barese Giuseppe De Giosa ucciso con colpi di arma da fuoco al volto

Agguato a Lecce dove un uomo barese di 43 anni è stato ucciso in via Papini con una serie di colpi d’arma fuoco al volto.  Sul posto la polizia e carabinieri, oltre ai soccorsi del 118 e i vigili del fuoco. Secondo le prime indiscrezioni pare che la vittima fosse a bordo di una Fiat Panda bianca. Ad allertare le forze dell’ordine alcuni residenti che avrebbero sentito prima le urla e poi gli spari. Si tratta del terzo omicidio in pochi giorni in Puglia dopo quelli registrati a Corato e Sannicandro.

Omicidio a Sannicandro, 10 colpi di pistola contro il 19enne Gabriele Decicco: caccia al killer. C’è una pista seguita

Sono stati numerosi i colpi di pistola esplosi ieri sera a Sannicandro contro Gabriele Decicco, il 19enne con precedenti di polizia ucciso in piazza Aldo Moro davanti ad un open shop di cibo e bevande h24. Alcuni hanno raggiunto il giovane alla testa.

Secondo quanto ricostruito dalle indagini, da un’auto sarebbe scesa una persona poi fuggita con la stessa auto guidata probabilmente da un complice. Indagano i carabinieri. Pare che la sparatoria di stasera possa essere legata a quella avvenuta a marzo scorso, sempre in centro a Sannicandro, che vide coinvolto come parte attiva, il fratello minorenne del Decicco. Le indagini sono in corso da parte dei carabinieri e del giudice di turno, che stanno acquisendo i filmati delle videocamere e tutti gli elementi utili per risalire agli esecutori materiali dell’agguato.