Crolla palazzo a Bari, dispersa la 74enne Rosalia De Giosa: ritrovati i resti della casa. Tra le macerie c’è amianto

I Vigili del Fuoco e i soccorritori, al lavoro tra le macerie del palazzo crollato a Bari, hanno raggiunto i resti dell’appartamento situato al quarto piano di Rosalia De Giosa.

Sono stati trovati un divano e altri effetti personali della 74enne dispersa, riconosciuto dai familiari presenti sul posto che stanno seguendo con ansia le operazioni di ricerca.

Non si trova ancora il cellulare, nonostante sia stata avvertita una vibrazione. L’ipotesi è che la 74enne stesse per raggiungere una via di fuga e sia stata travolta dal crollo del palazzo.

Tra le macerie sono stati trovati pezzi di Eternit, materiale tipico delle costruzioni del Dopoguerra, contenente amianto e molto pericoloso. I tecnici avvertono di non raccogliere i pezzi di macerie, di non spostarli e di usare le mascherine se si deve sostare nella zona del crollo.

Amianto sul marciapiedi al Libertà, ignorate le denunce: dopo le 13 arriva il Sindaco di pomeriggio

C’è tanto lavoro da fare per il Sindaco di pomeriggio. Questa volta è intervenuto al Libertà di Bari per denunciare l’abbandono di amianto su uno dei marciapiedi del quartiere. Sono state ignorate le denunce e le segnalazioni dei residenti, pare che l’amianto sia lì da oltre due mesi. L’occasione è buona per “mettersi in mostra” e raccogliere sempre più consensi, il Sindaco di pomeriggio è pronto a conquistare i baresi.

Foggia, operaio morto per esposizione all’amianto. Condannata Rfi: risarcimento di 200mila euro agli eredi

La corte d’appello di Roma, confermando la sentenza di primo grado, ha condannato Rfi-Rete ferroviaria Italia a risarcire gli eredi di un ferroviere foggiano morto nel 2009 all’età di 68 anni a causa di un mesotelioma sviluppato per esposizione all’amianto durante la sua attività lavorativa svolta presso le officine grandi riparazioni di Foggia.

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Esposizione all’amianto, morti 8 operai. Chiuso il processo: assolti i vertici dell’Ansaldo Caldaie

Secondo il giudice non sussistano i reati di omicidio colposo e lesioni, prescritto invece l’eventuale disastro colposo. La Procura aveva chiesto condanne fino a 6 anni e 6 mesi, associando le morti all’esposizioni degli operai alle polveri di amianto che avrebbero causato i tumori e le malattie respiratorie degli stessi.

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Bari, smaltimento illecito di rifiuti pericolosi tra cui amianto in campagna: arrestati due imprenditori edili

I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Bari, al termine di complesse indagini, hanno arrestato due imprenditori del settore edilizio per i reati di inquinamento ambientale, frode nelle pubbliche forniture e discarica abusiva. L’indagine “Retta Via” ha consentito di svelare illecite attività di smaltimento di rifiuti speciali pericolosi, in prevalenza di natura edile contenenti anche amianto, pari a circa 7.200 tonnellate, utilizzati per al costruzione del “rilevato stradale”, in prossimità di aree agricole attigue al cantiere edificato per la realizzazione di uno dei tre lotti dell’opera “Poligonale Esterna di Bari”, del valore complessivo di circa 22 milioni di euro. Questa importante arteria stradale, il cui ente appaltatore è la Città Metropolitana di Bari, consentirà, una volta realizzata, il collegamento diretto tra due importanti arterie: la strada provinciale 92 Bitritto-Modugno e la strada provinciale 224 delle Puglie.

Lo smaltimento illecito dei rifiuti ha creato un grave inquinamento ambientale con serio pericolo per la salute pubblica, procurando agli indagati un importante vantaggio economico, circa 4.5 milioni, derivante dall’ingente risparmio sui costi di corretto smaltimento dei rifiuti e delle lavorazioni che avrebbero reso i materiali innocui per l’ambiente, quindi riutilizzabili. Qualora dovessero essere accertate le responsabilità, gli indagati sarebbero accusati di essersi accordati fra loro, in maniera fraudolenta per utilizzare i rifiuti pericolosi come “riempimento”, attribuendo falsa qualificazione di materiale “riciclato stabilizzato”, contrariamente a quanto pattuito con al Pubblica Amministrazione, tanto da aver indotto la “città Metropolitana di Bari”, a seguito dei primi accessi ispettivi effettuati dagli investigatori e dall’ ARPA Puglia, a tutelarsi, ordinando cautelativamente la sospensione dei lavori e la messa in sicurezza del cantiere Senza considerare l’entità del danno ambientale che verrà successivamente valutato. Nel corso delle operazioni i militari del NOE Carabinieri di Bari hanno anche sottoposto a sequestro un’area di circa 800 mt sul totale dell’opera, pari a circa 3.500 metri.