Amtab nelle mani del clan, la presidente “cade dalle nuvole”: storia di un disastro annunciato

Da tempo denunciamo quello che non va nell’Amtab, la stessa Donvito era nel CdA quando alla guida c’era Pierluigi Vulcano, firmando tutto quello che c’era da firmare tra assunzioni e appalti vari. Ma davvero pensate che la gente sia così stupida da non rendersi conto delle dichiarazioni di facciata?

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Amtab nelle mani dei clan, Forza Italia Bari: “Gara europea per trovare gestore più professionale e capace”

“Da poche ore l’Amtab spa è stata posta dai Tribunali in amministrazione giudiziaria, in conseguenza di presunte infiltrazioni mafiose. Secondo la Direzione distrettuale antimafia, alcuni locali della sede aziendale sarebbero stati addirittura utilizzati dai clan come «uffici per esaminare le assunzioni da fare in Amtab e dirimere liti tra il personale». E tutto questo sarebbe stato tollerato dagli amministratori della stessa municipalizzata!”. Inizia così la nota stampa di Forza Italia Bari.

“L’Amtab, come sappiamo, è una società controllata al 100% dal Comune di Bari. Nell’esercizio delle sue attività, incassa: 6/7 milioni annui dai grattini per il parcheggio; 5 milioni annui di fondi europei per rilasciare abbonamenti quasi gratuiti; 2,5 milioni annui dal Comune per alcune, ulteriori, categorie di biglietti gratuiti; circa 35 milioni annui di contributi pubblici dalla Regione a copertura dei costi di gestione; circa 2 milioni annui dalla vendita dei biglietti. Malgrado questa valanga di soldi pubblici (quasi 45 milioni di euro), chiude i bilanci annuali con forti perdite e, soprattutto, offre un servizio di trasporto urbano di qualità mediocre, con bus spesso sporchi, vecchi, a gasolio e inquinanti. E quasi mai puntuali. Il Direttore generale di Amtab è a mezzo servizio (la mattina lavora in Asi e il pomeriggio in Amtab). Mentre l’ennesimo presidente, che pochi mesi fa ha sostituito il precedente dimissionario, non ha alcuna competenza specifica in materia di trasporto pubblico locale! Insomma, allo stato, la società del trasporto pubblico di Bari è un’impresa inefficiente, che drena milioni di soldi pubblici e, secondo le indagini della Dda, sarebbe anche infiltrata – se non controllata – dalla mafia. Una situazione, in buona parte, nota da tempo e, non a caso, da anni sollecitiamo un necessario e deciso cambio di rotta. Orbene, come espressamente previsto dalla legge, si è proposto che il servizio di trasporto pubblico urbano della Città sia affidato con una gara europea, aperta alla partecipazione di Amtab e delle migliori società di trasporto passeggeri attive in Europa – si legge nella nota -. Se sarà Amtab a vincere la gara, bene. Vorrà dire che avrà compiuto quel salto di qualità che oggi manca. Se vincerà un altro operatore/società specializzata del settore per i Baresi e per i Dipendenti Amtab non ci sarà alcuna conseguenza negativa. Linee, orari e frequenze delle corse non cambieranno, saranno sempre quelle che il Comune di Bari pianificherà. Mentre tutti i dipendenti Amtab, con garanzie nel bando di gara, transiteranno – senza pregiudizi – nella nuova società vincitrice. Dalla gara pubblica, inoltre, Bari e i Baresi potranno ottenere solo vantaggi: Certamente la mafia resterà fuori dai cancelli del nuovo gestore. Il Comune risparmierà molti soldi pubblici necessari oggi per “coprire” le perdite dell’azienda comunale. Il servizio di trasporto urbano potrà migliorare in efficienza, perché in caso di disservizi scatteranno le penali contrattuali e si potrà procedere senza remore alla risoluzione dell’affidamento. C’è da sperare, dunque, che finalmente si cambi rotta. Se, come prevediamo e ci auguriamo, sarà di centrodestra l’Amministrazione comunale che subentrerà a quella di Decaro, di certo si atterrà a quanto previsto dalla legge e guarderà al futuro, per assicurare a Bari e ai Baresi un servizio di trasporto pubblico più rapido, comodo e sicuro, gestito da una società capace e professionale”.

Amtab nelle mani del clan, il mercato delle assunzioni e il business per riparare i bus guasti: “Volano le buste”

Dopo il caso legato al controllo dei parcheggi sparsi in città e nelle zone di concerti e eventi, emergono altri retroscena sull’infiltrazione dei clan nell’azienda Amtab. I riflettori sono accesi anche sulla riparazione dei bus guasti. Spesso la manutenzione era affidata a ditte esterne, nonostante la grande officina in uso all’Amtab.

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Parcheggi Amtab nelle mani dei clan, il pentito: “L’azienda chiudeva gli occhi per quieto vivere”

I clan erano riusciti a prendere il controllo anche delle aree di parcheggio del Palaflorio (Capriati) e dello stadio della Vittoria (Campanale) in occasioni di concerti e grandi eventi. Senza dimenticare la questione dei posteggi abusivi sparsi per la città che sarebbero dovuti essere gestiti interamente dall’Amtab a tariffe agevolate.

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Amtab nelle mani del clan, sospesi 4 dipendenti. La presidente Donvito: “Fango sulla nostra azienda”

Non solo le due vigilesse sospese per aver chiesto all’aiuto al clan Parisi per vendicarsi di un automoblista maleducato. Sono partite 4 procedure di sospensione anche all’interno dell’Amtab, l’azienda municipalizzata che gestisce il trasporto pubblico. La decisione arriva dopo la maxi inchiesta della Dda di Bari che ha portato all’arresto di 135 persone e all’amministrazione giudiziaria dell’Amtab. “In questo momento l’azienda è unita, c’è una voglia di riscatto d’immagine. La nostra azienda non è questo, è un’azienda che lavora, dove ci sono 780 famiglie che vivono per l’azienda. Gettare tutto questo fango su un’azienda di quasi 800 persone per quattro persone che in questo momento sono state raggiunte da un provvedimento mi sembra veramente pesante da affrontare. Vogliamo assolutamente che venga fatta luce”. Lo ha detto a Telebari la presidente dell’azienda municipalizzata per il trasporto urbano di Bari, Angela Donvito, parlando dell’indagine che nei giorni scorsi ha portato all’esecuzione di 130 misure cautelari e dalla quale sono emerse infiltrazioni della criminalità organizzata anche nell’Amtab.

Amtab in mano ai clan, Picaro: “Il peggior fallimento di Decaro non si è accorto mai di nulla in 10 anni?”

“La situazione finanziaria dell’AMTAB ci preoccupava già tantissimo, ma il bilancio che non si riusciva a far quadrare per 4 milioni era solo la punta di un iceberg che oggi è andato a sbattere contro il peggior incubo per un sindaco: le infiltrazioni mafiose all’interno dell’azienda di trasporto pubblico locale. Una penetrazione così capillare che anche le assunzioni venivano fatte rispettando i vertici dei clan”. Inizia così la nota del consigliere regionale e presidente provinciale di Fratelli d’Italia, Michele Picaro.

“Garantisti come siamo non puntiamo il dito, né utilizziamo l’importante inchiesta giudiziaria per fare la campagna elettorale (così come è d’uso fare il centrosinistra), ma invitiamo per prima il sindaco Antonio Decaro a una profonda riflessione, non solo perché è primo cittadino da 10 anni, ma perché la mobilità urbana è stata sempre uno dei suoi principali interessi, per questo oggi ci chiediamo: è mai possibile che in 10 anni di amministrazione non si sia mai accorto di nulla? E allora è evidente che qui a fallire è prima di tutto la politica, quella che a parole dice di contrastare la mafia e i metodi mafiosi, ma poi non si accorga che in una sua azienda partecipata pare ci fosse una gestione esterna e malavitosa. Oggi più di ieri, quindi, abbiamo il dovere di rileggere anche le dimissioni avvenute in questi anni da parte di presidenti dell’azienda – si legge nella nota -. Un fallimento della politica che da 20 anni governa Bari e la Puglia e che come centrodestra oggi ci spinge a non ripetere gli errori del passato. In questo scenario è evidente che se dopo vent’anni nulla è cambiato occorre ripartire da una rigenerata classe politica e dirigente della città di Bari sostenuta dal moto d’orgoglio dei baresi”.