Beneficenza e affari, Centro di Ascolto nella bufera. Ex volontari in rivolta: i racconti da brivido

Gioia del Colle è divisa in due. Da un lato i fans di Rosanna D’Aprile, la “dottoressa” presidente indiscusso del Centro di Ascolto dal Silenzio alla Parola; dall’altro i cittadini che vogliono la verità, ovvero sapere a chi sono andati a finire nel corso degli anni il cibo e gli indumenti destinati ai più bisognosi del paese.

A far scattare il nostro approfondimento è stata la storiaccia dell’Atelier solidale “Petali di Rosa”, presentato in pompa magna come l’opportunità di avere un meraviglioso abito da sposa anche alle donne impossibilitate a comprarsene uno. La storia, come vi abbiamo già raccontato, è finita a porte in faccia. Nel senso letterale del termine.

Rosanna D’Aprile ha cacciato noi e Angela Antonicelli, l’anima, il braccio e la mente dell’atelier. Angela, per chi non avesse il video precedente, rivendica i suoi abiti, le attrezzature e il materiale messi a disposizione del progetto. Anche in questo caso ci si chiede quanto ci fosse di solidale.

Vi facciamo ascoltare alcune testimonianze da brivido di alcuni ex volontari del Centro di Ascolto, ognuno con mansioni diverse. Ciò che emerge dal loro racconto è un utilizzo personalistico dell’associazione di volontariato e dei suoi servizi da parte della sua “presindentissima”.

Omogeneizzati caduti e latte dato ai maiali di un uomo vicino all’associazione; vestiti donati e poi rivenduti senza lasciare traccia; cibo distribuito a piacimento; cestini delle offerte dei sacramenti rivenduti da un volontario e spese personali fatte con gli spiccioli delle offerte. Accuse gravissime, che speriamo possano essere tempestivamente smentite dalla diretta interessata.

Il nostro invito, ancora una volta, nonostante il comportamento inziale, è quello di interpellarci per poter dare anche la sua versione dei fatti. In questo nostro approfondimento non c’è niente di personale, non potrebbe neppure esserci calcolando che la D’Aprile non l’abbiamo incontrata prima di questa occasione.

Nel prossimo video vi racconteremo delle reazioni della stessa “dottoressa”, così come si fa chiamare, ma anche in città. Reazioni in alcuni casi scomposte. Per chiudere la polemica, qualora si trattasse solo di sterile polemica, basterebbe mostrare i documenti, le prove della distribuzione di ciò che i cittadini donano in buona fede al Centro di Ascolto, che adesso qualcuno chiama dalle Parole al Silenzio.

Beneficenza e affari, l’atelier solidale finisce a porte in faccia: Angela rivuole i suoi abiti

Da qualche settimana abbiamo iniziato ad accedere i riflettori sull’associazione Centro di Ascolto “Dal Silenzio alla Parola” di Gioia del Cole. Incontrando ex volontari e fonti riservate, abbiamo scoperto una situazione ambigua che a nostro avviso l’amministrazione comunale e le autorità competenti dovrebbero approfondire, per comprendere se davvero quello di cui si occupa Rosanna D’Aprile sia davvero solo volontariato.

Dovessero essere confermate le testimonianze di alcuni ex volontari e persone che hanno “beneficiato” dei favori del centro d’ascolto, che vi faremo ascoltare nel prossimo video, si tratterebbe di una gestione opinabile della cosa pubblica, calcolando che il Comune ha affidato diversi spazi all’associazione.

Intanto partiamo con l’operazione fallimentare dell’atelier solidale, messo in piedi per aiutare le donne meno abbienti con l’abito da sposa. Un’esperienza resa possibile dalla professionalità, dagli abiti e dal materiale di Angela Antonicelli, commerciante del settore tra le più apprezzate, messa in ginocchio dal Covid.

La donna, che sta valutando di denunciare l’accaduto in Procura, ha chiesto più volte alla D’Aprile la restituzione di tutto ciò che aveva messo a disposizione prima che fosse sbattuta fuori. Dopo mille chiamate e messaggi, ha chiesto a noi di accompagnarla nel tentativo di riuscire nel suo intento. I locali della struttura comunale che ospitata l’atelier solidale, che di solidale secondo qualcuno aveva poco, non sono più utilizzati.

Vestiti e materiali di Angela sono stati spostati in un altro locale. Abbiamo provato a chiedere alla dottoressa D’Aprile spiegazioni, ma ha chiuso la porta in faccia anche a noi. Nel video la prima parte della nostra inchiesta sul chiacchieratissimo centro d’ascolto.