Foggia, associazione antimafia Giovanni Panunzio sospende attività: “Sede inagibile il Comune intervenga”

Pezzi di cartongesso e parti di intonaco che finiscono su scrivanie, sedie e arredi: nonostante le segnalazioni al Comune, nulla è stato fatto e l’associazione Giovanni Panunzio di Foggia (dedicata all’imprenditore edile assassinato dalla mafia il 6 novembre del 1992) ha sospeso la sua attività nel campo dell’antimafia sociale.

La sede offerta dal Comune in comodato d’uso nove anni fa è ormai inagibile. Il contratto prevede la concessione e l’utilizzo di due sale al primo piano di un palazzo storico che si trova nel centro di Foggia, a due passi dalla villa comunale. Negli anni scorsi in quei locali sono state svolte attività di antimafia sociale e culturali, sono state ospitate scolaresche, cittadini, comitati e gruppi, ed è stata data ospitalità anche a persone in difficoltà che hanno segnalato situazioni di illegalità.

La prima segnalazione agli uffici comunali competenti – stando a quanto riferito dal presidente, l’avvocato Dimitri Lioi – risale al giugno 2023. Nulla si è mosso e, dall’inizio del 2025, l’associazione ha sospeso le attività all’interno della sede per questioni di sicurezza.

“In questo modo viene ostacolata non solo un’attività associativa, ma una presenza civile che lavora da anni per il bene comune. Ci dispiace moltissimo per questa situazione – sottolinea ancora il presidente -. Ma l’associazione Panunzio non può più operare nella sua sede. Insistiamo perchè il Comune intervenga in modo da poter rimanere in quella sede a svolgere la nostra attività. I beni comuni, la memoria viva e l’impegno civico non possono restare ai margini. Meritano ascolto, azione e responsabilità. L’auspicio è che quella palazzina diventi la casa delle associazioni”.

Comunali 2025 a Triggiano, la presidente commissione Antimafia: “La candidatura di Cataldo è inopportuna”

“Credo che queste persone non possano essere candidate per nessun motivo, almeno fino a quando non ci sia una sentenza che l’assolva, perché il dubbio e il grigio è molto pericoloso”.

La presidente della commissione parlamentare antimafia Chiara Colosimo (FdI), durante un evento al Politecnico di Bari, ha commentato così la possibile candidatura a consigliere comunale di Sandro Cataldo in una lista a sostegno del candidato sindaco di Triggiano del centrodestra Onofrio D’Alesio.

La Procura di Bari nei giorni scorsi ha chiesto il rinvio a giudizio per Alessandro Cataldo e altre 17 persone, tra cui sua moglie, l’ex assessora regionale Anita Maurodinoia, coinvolte nell’inchiesta sulle due presunte associazioni per delinquere finalizzate alla corruzione elettorale, che avrebbero alterato l’esito delle elezioni amministrative nel Comune di Grumo Appula e della Regione Puglia (del 20 e 21 settembre 2020) e nel Comune di Triggiano (del 3 e 4 ottobre 2021). A capo delle due associazioni, secondo l’accusa, ci sarebbe stato ‘Sandrino’ Cataldo, fondatore del movimento politico (ora sciolto) ‘Sud al centro’. Maurodinoia si dimise nell’aprile scorso dall’incarico e dal Pd dopo l’arresto del marito e di altri indagati. Secondo l’accusa, Cataldo sarebbe stato promotore del sistema che avrebbe procacciato voti a pagamento nelle diverse tornate elettorali. L’ex assessora, soprannominata ‘Lady preferenze’, fu eletta nel consiglio comunale di Bari, nel 2019, nel movimento politico fondato dal marito con oltre seimila voti. L’anno dopo, candidata alle regionali con il Pd, di preferenze ne ottenne quasi 20mila.

“Con la commissione antimafia presenterò presto un protocollo con TikTok, perché ogni giorno su quella piattaforma c’è gente che inneggia alla criminalità organizzata senza controllo – ha poi aggiunto -. Combattere la mafia è un dovere di tutti, e sta soprattutto nelle scelte. Potete scegliere di non fare le sentinelle, ma potete anche scegliere di non ascoltare un determinato cantante neomelodico. In questa città si fanno ancora assembramenti per Andrea Zeta”, figlio di un noto esponente della criminalità siciliana, “«e in questo territorio è diventato virale il video dell’evasione di Marco Raduano”, boss della mafia di Vieste (Foggia), «con il sottofondo della canzone ‘Maresciallo non ci prendì. È un fatto serio, è una questione di scelte. Il protocollo prevede che su mia segnalazione alla piattaforma vengano cancellati determinati contenuti. Sempre più la criminalità organizzata usa le nuove tecnologie – ha aggiunto – sulle quali dobbiamo intervenire. Un conto è il diritto alla privacy, un conto è dare alla mafia strumenti che non sono intercettabili”.

Giudice antimafia sotto scorta condanna boss della Scu e 35 affiliati: pene complessive per 360 anni di carcere

Il gup del tribunale di Lecce Maria Francesca Mariano, sotto scorta da mesi, ha inflitto 36 condanne per complessivi 360 anni di carcere nel processo celebrato con il rito abbreviato scaturito dall’operazione “Stealth” condotta dai carabinieri nel novembre 2023.

Imputati presunti appartenenti a una organizzazione di stampo mafioso dedita allo spaccio e al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi da fuoco e da guerra nonché ordigni ad alto potenziale esplosivo, estorsione, danneggiamenti a seguito di incendio, tutti reati aggravati dal metodo mafioso. Accolte quasi in pieno le richieste dell’accusa che aveva invocato 330 anni di carcere.

La pena più alta, 20 anni di reclusione, è stata inflitta a Fernando Nocera , 68 anni, considerato a capo del sodalizio. Disposto il risarcimento del danno in separata sede per le parti civili, tra cui il ministero dell’Interno, il Comune di Carmiano e l’ex sindaco Giancarlo Mazzotta, come vittima di estorsione, in favore del quale è stata disposta una provvisionale di 10mila euro.

Maxi inchiesta a Bari, la Commissione del Viminale passa alle audizioni: ascoltato l’ex sindaco Decaro

L’ex sindaco di Bari, Antonio Decaro, è stato ascoltato ieri in Prefettura dai tre commissari inviati dal ministero dell’Interno e chiamati a valutare l’ipotesi di scioglimento del Comune per infiltrazione mafiosa, dopo quanto emerso dalla maxi inchiesta Codice Interno che ha rivelato l’infiltrazione dei clan nei tessuti sociali, economici e politici della città.

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Bari ricorda Michele Fazio 23 anni dopo, Leccese ribadisce: “Una commissione antimafia nel Consiglio comunale”

Si è tenuta questa mattina, nel XXIII anniversario dell’omicidio di Michele Fazio, la cerimonia organizzata dall’amministrazione comunale per ricordare la giovane vittima innocente di mafia. All’evento, in programma in largo Amendoni, a Bari vecchia, luogo dell’omicidio, hanno partecipato anche i genitori di Michele, Lella e Pinuccio.

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Inchieste a Bari, il procuratore Roberto Rossi ascoltato dall’Antimafia: l’audizione in modalità secretata

Si svolge in modalità secretata l’audizione del procuratore della Repubblica di Bari, Roberto Rossi, dinanzi alla commissione parlamentare Antimafia. E’ stato lo stesso magistrato ad avanzare richiesta alla presidente della commissione, Chiara Colosimo, di procedere ‘a porte chiuse’ “perché ci sono parti delle indagini – ha detto – che sono pubbliche inevitabilmente perché contenute nell’ordinanza” di custodia cautelare, “parti invece che fanno riferimento ad indagini in corso, quindi preferisco” ricorrere alla secretazione “per evitare di dovermi ricordare, volta per volta, qual è quella segreta e quella non segreta. Diventerebbe complicato”.

L’audizione del magistrato riguarda le recenti inchieste sui rischi di infiltrazioni mafiose a Bari, dopo gli arresti per voto di scambio (anche politico-mafioso) finiti anche al centro del dibattito politico nelle ultime settimane. Su questi fatti sarà ascoltato dall’Antimafia anche il governatore Michele Emiliano il 10 maggio prossimo. Sulla convocazione dell’ex magistrato e numero uno della Regione c’è molta attesa, soprattutto da parte dei membri del centrodestra (e non solo). I temi dei quesiti da porgli sono stati già in parte anticipati da alcuni parlamentari durante le scintille dei giorni scorsi con la commissione: solo alcuni giorni fa erano circolate indiscrezioni, mai confermate, su una possibile connessione tra la richiesta di dimissioni dell’ex commissario straordinario dell’agenzia regionale della Puglia, Alfonso Pisicchio, ora ai domiciliari, e l’inchiesta ancora segreta che lo riguardava. Nelle settimane precedenti avevano invece sollevato perplessità le dichiarazioni del governatore, il quale aveva detto di avere accompagnato anni fa l’attuale sindaco di Bari Antonio Decaro – allora assessore dell’ex giunta comunale di Emiliano – a casa della sorella di un boss di Bari per respingere una minaccia ricevuta. L’episodio era stato poi smentito dallo stesso Decaro. Dura era stata però la reazione della presidente della commissione Chiara Colosimo: “Le parole di Emiliano, vere, false o fraintese sono profondamente sbagliate. Tutte le volte che uno subisce una minaccia, chiunque questi sia, deve denunciare”.

Audizione di Emiliano e del prefetto di Bari, Colosimo (Antimafia): “Fuori la mappatura del voto di scambio”

“Mi aspetto che venga fuori la mappatura di un problema sempreverde ma che in questo momento ha una nuova linfa: il voto di scambio, che è un cancro, un abominio per chi fa politica, che deve essere estirpato”. Così la presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo, in vista delle audizioni del procuratore di Bari, Roberto Rossi, e del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a margine di un evento che si è tenuto a Suvignano.

“Il lavoro della commissione d’inchiesta su quanto accaduto nel capoluogo pugliese lo abbiamo iniziato a febbraio con la prima ondata di arresti, abbiamo poi iniziato un’interlocuzione con il giudice Romanazzi, cioè colui che ha esteso la misura sulla società”, ha aggiunto.

Audizione in Antimafia, la presidente Colosimo a Emiliano: “Vuoi scegliere la data e non vuoi essere ascoltato”

“Entrambi conosciamo le liturgie politiche e sappiamo che alla Conferenza dei presidenti delle Regioni si può mandare un delegato in propria vece. Quindi prendo atto che semplicemente lei intende scegliere la data della sua audizione compatibilmente con le sue esigenze politiche. Contrariamente a quanto afferma, lei non è, in realtà, disponibile ad essere audito dalla commissione parlamentare antimafia. Infatti, come correttamente lei mi ha scritto, la stessa procede alle indagini con gli stessi poteri dell’autorità giudiziaria e volendo con le stesse modalità”. Continua il botta e risposta a distanza tra la presidente della commissione antimafia, Chiara Colosimo, e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Questo è il contenuto della lettera inviata dalla Colosimo lo scorso 30 aprile. La data della nuova convocazione del governatore, che sarà ascoltato per le inchieste che hanno travolto la città di Bari e la Puglia, sarà decisa oggi.

 

Convocazioni, lettere, rinvii e spostamenti: l’audizione di Emiliano in Antimafia diventa un caso “politico”

L’audizione in commissione Antimafia di Emiliano sta diventando un vero e proprio caso, mentre il procuratore di Bari, Roberto Rossi, sarà ascoltato l’8 maggio. Il governatore vuole evitare che l’audizione in Commissione possa avere un peso ed essere strumentalizzata in vista della mozione di sfiducia presentata dal centrodestra.

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