C’è mistero attorno alla morte dell’imprenditore barese Anton Giulio Olivieri, deceduto dopo essere caduto sabato 8 aprile dal settimo piano di un appartamento a Deva. Il 37enne si trovava da tempo in Romania dove lavorava con suo zio, nell’impresa ItalRom Leather. I suoi funerali si sono svolti oggi nei giorni scorsi a Toritto, paese di origine della sua famiglia, dopo il rientro della salma in Italia. La polizia romena è sicura che si tratti di suicidio, ma sul caso è stato aperto un fascicolo con l’ipotesi di omicidio colposo.
“Negli ultimi due anni lo vedevo stressato: era dimagrito, perdeva capelli, aveva avuto problemi di salute. Diceva di non potersene andare dalla Transilvania, in cui si era trasferito da cinque anni, per proteggere la sua famiglia. Temo che fosse finito sotto ricatto di qualcuno, ma era un ragazzo che amava troppo la vita per potersi suicidare. La dinamica della morte è stranissima, nessuno qui crede al gesto volontario”, racconta un suo amico al Corriere del Mezzogiorno. “Da tempo lo vedevo troppo diverso dal solito. Amava Bari e ci tornava quando poteva, ma le visite erano diventate sempre più rare. Diceva di non poter rientrare a casa per proteggere sé stesso e la sua famiglia, ma non ha mai dato dettagli a nessuno – aggiunge un altro -. Era allo stesso tempo pieno di vitalità e fortemente introverso, teneva tutto dentro. Suicidio? È impossibile. Lui viveva per i suoi cari, era convinto di doverci essere sempre per prendersi cura di tutti, dai genitori alla sorella e al fratello. Non lo avrebbe mai fatto per responsabilità”.