“Un piano per screditare Biga”, Olivieri e Antonio condannati in Appello: “Nessun condizionamento”

La condanna arriva in Appello dopo l’assoluzione in primo grado. La sentenza c’è stata il 21 febbraio, 5 giorni prima del blitz che ha portato all’arresto di 135 persone, ma è stata notificata solo due giorni fa. Non viene detto tutto nel pezzo pubblicato da La Gazzetta del Mezzogiorno e per questo ci teniamo noi a farlo.

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Mafia e politica, Antonio su arresto Olivieri: “L’amico di tutti cinico e sempre in vendita”

“La cosa che non riesco a capire è come faccia Olivieri a essere un uomo libero”. In tanti, tra i pochi che non avevano rapporti con lui, si domandavano come facesse l’ex consigliere regionale a non avere ancora seri problemi con la giustizia. Del resto, che Giacomo Olivieri fosse sempre in vendita, pronto ad accasarsi con il vincitore di turno, era noto a tutti. L’ho scoperto sulla mia pelle quando più di 10 anni fa comprò il Quotidiano Italiano sotto le mentite spoglie della” Comunicare srl”. È stato amico di Decaro, di Emiliano, di Cassano e di decine di altri rappresentati del centrosinistra e del centrodestra, forse lo è ancora anche se, tanti di quelli che hanno “comprato” i suoi voti e le sue prestazioni, adesso diranno di non averci mai avuto a che fare e di aver sempre contrastato il “metodo Olivieri”.

Il periodo peggiore è stato il 2019, in concomitanza con le elezioni comunali, principale oggetto dell’inchiesta della Dia che ha portato al suo arresto e a quello di tutte le altre persone coinvolte, tra cui anche la moglie consigliera comunale uscente, Maria Carmen Lorusso. Spingeva sul cavallo perdente e intanto si accordava già su come rientrare in pista. Da quando è in politica lo ha sempre fatto, vendendosi al miglior offerente, salvo poi scoprire che nel pacchetto erano evidentemente inclusi anche i voti della malavita. “Aveva contatti con tutti i clan”, ha detto oggi in conferenza stampa il Procuratore Roberto Rossi.

Nel video editoriale racconto alcuni passaggi inediti rispetto alla mia esperienza alla direzione del Quotidiano Italiano, anche quando ad esempio mentre ricattava la Banca Popolare di Bari per un debito da 1,1 milioni di euro, contratto dalla fondazione Maria Rossi, diceva che il Quotidiano Italiano falliva perché la stessa Banca aveva rifiutato una sponsorizzazione promessa nelle settimane precedenti. Eppure, nell’elenco dei 137 indagati, il mio nome e quello degli altri colleghi non ci sono, perché in quel periodo abbiamo cercato di mantenere comunque la barra dritta. È mancato poco, che l’amico di tutti, l’esempio più incalzante della politica moderna, mi rovinasse la vita umana e professionale. Nemmeno quando ha venduto il Quotidiano Italiano ha pensato di risarcirmi parte del debito di circa 40mila euro che aveva accumulato nei confronti: spese di gestione, fatture non pagate, l’onorario dell’avvocato e almeno 10 mesi di “stipendio”. Questo per me e per tanti altri è stato Giacomo Olivieri, un trasformista senza scrupoli, sempre in vendita al miglior offerente.

Si spacca la ruota, terrificanti carambole contro il guardrail: Antonio e famiglia vivi per miracolo

In 26 anni di mestiere ho scritto diverse volte “vivo per miracolo” raccontando la dinamica di un incidente stradale. Dopo narrazioni indirette e indiscrezioni raccolte in alcuni casi andando sul posto di numerosi schianti, posso dire con certezza di essere stato miracolato insieme a mia moglie e ai miei due figli.

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