Bari, ladra ripresa mentre ruba nel negozio. I titolari sui social: “Restituisci la merce o ti denunciamo”

“Avviso la gentile signora cha ha inavvertitamente messo il cuore Seletti in borsa che se non lo restituisce, mi vedrò costretto a portare le immagini in questura con relativa denuncia di furto”.

Questo è l’appello pubblicato sui social da Res Design, attività commerciale situato in via Principe Amedeo a Bari. Le telecamere di videosorveglianza hanno immortalato la donna e il furto.

Padri separati, Giuseppe alla vigilia dell’Appello: “Rischio il carcere da innocente. È devastante”

Torniamo a parlare di Giuseppe e della sua storia da padre separato. Lo ricordiamo, Giuseppe è stato condannato a 3 anni per maltrattamenti in famiglia, ma ha trovato il coraggio per incontrarci e raccontare la sua storia.

Lo avevamo incontrato dopo il quarto Natale senza i suoi figli, questa volta Giuseppe è venuto a trovarci da Barletta alla vigilia di un momento delicato. A maggio è fissato l’Appello, rischia di andare in carcere per tre anni.

Ha sempre respinto ogni accusa di maltrattamenti, così come ha rifiutato ogni proposta di patteggiamento anche prima dell’avvio del processo. Qualcosa non torna. Nel video allegato tutti i dettagli e gli aggiornamenti della vicenda.

Rubata l’auto a una mamma sola. L’appello agli “amici di Japigia”: “Ho due bimbe. È un disastro”

A volte è davvero difficile mantenere la calma. Per la rubrica “Povero a chi capita” vi raccontiamo la storia di Ilaria, mamma sola di 26 anni con due figlie di 6 e 3 anni. Sta svolgendo un corso per diventare OSS in via Caldarola e proprio lì la sua Grande Punto grigia, targata EW570YZ, è stata rubata.

L’auto è fondamentale per tutti gli spostamenti. Ilaria la usa per seguire il corso, per tutti gli spostamenti e per accompagnare le piccole a scuola. Il Gps ha segnalato un indirizzo, Ilaria si è recata sul posto, ma della vettura senza traccia.

Nonostante il triste furto subito, mamma Ilaria non si arrende. Ha la sensazione che l’auto sia ancora nei paraggi e per questo ha diffuso anche un appello su Facebook. Nel video allegato tutti i dettagli della vicenda.

Bari, minaccia di morte avvocato per riavere 400 euro: 49enne di Modugno condannato anche in Appello

Avrebbe preteso che l’avvocato che aveva assistito il padre in una causa penale (archiviata) restituisse 400 euro, che però non sarebbero mai stati versati. E per questo, avrebbe inviato al legale lettere con pesanti minacce, rivolte anche alla moglie e al figlio dell’avvocato e al civilista che lo stava assistendo. «Restituisci i 400 euro agli eredi, altrimenti non avrò pace finché non me la pagherai carissima. Soffrirai così tanto da rimpiangere di non essere mai nato. Sono lontano da Bari ma ho parenti, amici e conoscenti disposti a tutto per vendicarmi».

Per questo il 49enne di Modugno (Bari) Giuseppe Chiumarulo, residente a Rimini, è stato condannato anche dalla Corte d’Appello di Bari alla pena di un anno e quattro mesi di reclusione (confermata la sentenza di primo grado in abbreviato) per la tentata estorsione nei confronti di un avvocato penalista barese.

L’uomo dovrà anche pagare un risarcimento nei confronti del legale, del civilista, della Camera penale e dell’Ordine degli avvocati di Bari, costituite parti civili e assistite rispettivamente dagli avvocati Gaetano Sassanelli, Mariarita Blasi e Domenico Di Ciaula. La vicenda inizia nel 2017, quando il padre (poi deceduto) dell’imputato si rivolse al penalista per denunciare per danneggiamento un’azienda che aveva svolto dei lavori nel condominio.

La causa penale fu archiviata ma l’uomo, oltre a non pagare l’avvocato, l’avrebbe accusato di operare senza mandato. Il penalista iniziò quindi una causa civile nei suoi confronti per ottenere il pagamento di quanto dovuto, sul quale le parti raggiunsero un accordo per una rateizzazione.

Dopo la morte dell’uomo, la causa riprese contro gli eredi. Ed è a questo punto, nel febbraio 2019, che arrivano le prime lettere minatorie per la restituzione di soldi che in realtà al penalista non sarebbero mai stati versati. Il 49enne è stato condannato in primo grado nel 2023, a marzo 2025 è arrivata la decisione della Corte d’Appello.

Bari, uccide 21enne dopo una lite in stazione: pena ridotta in Appello per il killer 25enne

La Corte di Assise di Appello di Bari ha ridotto la condanna di Romeo Okoidigun, 25enne di nazionalità nigeriana, da 15 anni e 8 mesi di reclusione a 14 anni e 8 mesi di reclusione per l’omicidio volontario del 21enne somalo Abdi Aboala.

Il corpo della giovane vittima fu trovato senza vita vicino ai binari della stazione centrale di Bari la notte tra il 17 e il 18 febbraio 2022. Il 25enne, reo confesso, fu fermato dopo poche ore dal delitto, identificato grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza.

L’arma del delitto un coltello di 33 centimetri che il 25enne aveva con sé quando fu fermato dalla Polizia con ancora gli abiti sporchi di sangue. Secondo quanto emerso, prima che scoppiasse la rissa, tra i due pare ci fosse stato un approccio sessuale.

Avevano bevuto insieme birra e gin e poi fumato marijuana. Da lì poi sarebbe nata una colluttazione nella quale il 25enne ha accoltellato e ucciso il 21enne. “Mi dispiace molto per quello che è successo, ma non so perché è successo”, le parole dell’assassino dopo il suo arresto.

La Procura, ipotizzando l’omicidio volontario aggravato dai futili motivi, chiese l’ergastolo ma l’aggravante venne esclusa già in primo grado dai giudici della Corte di Assise. Durante il primo processo il 25enne fu anche sottoposto a una perizia psichiatrica che ha rilevato un “vizio parziale di mente”.

Psichiatra uccisa a Bari, la sentenza d’Appello rinviata al 26 febbraio. L’Asl si difende: “Omicidio non prevedibile”

È slittata al prossimo 26 febbraio la sentenza d’Appello relativa al procedimento sulle presunte responsabilità della Asl di Bari in relazione all’omicidio di Paola Labriola, la psichiatra uccisa da un paziente il 4 settembre 2013 con 57 coltellate nel centro di salute mentale in via Tenente Casale, nel quartiere Libertà.

Per l’omicidio è stato condannato in via definitiva a 30 anni di carcere Vincenzo Poliseno. Nel processo parallelo, in primo grado, era stato condannato a 3 anni e 6 mesi per omicidio colposo l’ex dg della Asl di Bari Domenico Colasanto, accusato della violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e di omissione di atti d’ufficio.  La Procura ha chiesto la conferma della condanna, la difesa ha sostenuto che l’omicidio “non era prevedibile né evitabile”.

Per l’ex funzionario della Asl Alberto Gallo, accusato invece di falso (avrebbe compilato il “Documento di valutazione dei rischi della struttura” dopo l’omicidio e retrodatato “per coprire le sue mancanze e sviare le indagini”) è stata chiesta la prescrizione.

Sorvegliato speciale nella casa-discarica, Giuseppe in condizioni disastrose: “Sto male aiutatemi”

Giuseppe vive in condizioni igienico-sanitarie ai limiti della dignità umana nella casa-discarica di proprietà di suo padre, tra topi e scarafaggi. Siamo stati costretti a indossare le mascherine per entrare. Abbiamo avuto tanta difficoltà nel resistere all’interno, il pavimento a malapena si intravede perché ricoperto di qualsiasi tipo di rifiuto.

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Bari, processo “Vortice Maestrale” contro il clan Strisciuglio: condanne confermate e ridotte in Appello – NOMI

Nei giorni scorsi sono state confermate le condanne nei confronti di 22 imputati coinvolti nel processo legato al “Vortice Maestrale”, il blitz eseguito nell’aprile del 2021 dalle Forze dell’Ordine che ha inflitto un duro colpo al clan Strisciuglio. Per altri 55 presunti affiliati è arrivata una riduzione di pena, mentre altri 7 sono stati assolti dalle accuse.

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