“A più di tre giorni dall’omicidio di Antonella Lopez», la 19enne uccisa per errore durante una sparatoria tra membri emergenti di clan rivali, «ritengo
di non dover tacere”. “Abbiamo perso una figlia di questa terra. E in questa storia, ogni ulteriore silenzio lascia il sapore di una impotenza omertosa. Se Antonella, ormai, non può più parlare, noi invece che abbiamo ancora una coscienza sensibile, abbiamo il dovere di non rimanere più in silenzio”. È un passaggio del messaggio diffuso dall’arcivescovo di Bari-Bitonto, monisgnor Giuseppe Satriano.
“Non cadiamo – avverte il prelato- nel subdolo tranello di rovistare nell’albero genealogico della vittima alla ricerca di parentele che possano significare responsabilità: quella ragazza è stata uccisa senza alcun motivo, è una vittima innocente. Le famiglie criminali nel nostro territorio sono vive e si riorganizzano, ridefinendo gli spazi della loro azione, alimentate da un sottobosco di connivenze che affondano le radici nel nostro tessuto sociale. Non possiamo chiudere gli occhi e delegare solo alle forze dell’ordine, alla magistratura, un impegno che argini il dilagare della loro azione”.
“Anche noi, come singoli e comunità civile, ecclesiale – evidenzia Santoro – siamo chiamati a operare scelte di vita che sappiano esprimere, con autorevolezza, il no alla compiacenza, a forme di compromesso, e a ribadire un forte impegno educativo delle istituzioni, di tutti, che possa nutrire le nuove generazioni in ordine a una cultura più comunitaria, meno individualista e autoreferenziale”.
Infine, l’arcivescovo fa un appello alla propria “coscienza e a quella di tutte le donne e gli uomini che sentono bruciare il dolore per quanto è accaduto e che non vogliono dimenticare; alle istituzioni educative e a quelle preposte alla vita sociale e politica: abbiamo il dovere di non rimanere più in silenzio”.