Un imprenditore del settore florovivaistico di 76 anni di Canosa di Puglia, nel nord Barese, è stato denunciato dai militari della guardia di finanza perché avrebbe illecitamente trasformato tre terreni sottoposti a vincolo archeologico, in zone private usate per la propria attività di impresa. Le accuse a suo carico sono uso illecito di beni culturali o paesaggistici e invasione di terreni. L’area, che è stata sequestrata, è estesa complessivamente per un ettaro e mezzo ed è sottoposta a vincolo perché si trova in prossimità dell’arco di Traiano, risalente all’anno 109 avanti Cristo.
Secondo quanto accertato dai finanzieri coordinati dalla Procura di Trani, il 76enne avrebbe abusivamente perimetrato l’area impedendo di fatto l’accesso e la fruizione ai turisti. I suoli, acquisiti dal Comune di Canosa che ha emesso nel tempo ordinanze di sgombero mai rispettate, sono stati “occupati illecitamente” dall’imprenditore che ha “realizzato la sede di fatto della propria impresa”, si legge nel decreto di sequestro disposto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Giuseppe Zeno. L’operazione ha avuto lo scopo di “interrompere il protrarsi di una prolungata condotta illecita da parte dall’imprenditore e rendere fruibile alla collettività il bene archeologico”, evidenzia il colonnello Pierluca Cassano, comandante provinciale della guardia di finanza di Barletta.