Armi, munizioni e droga. Blitz dei Carabinieri: arrestata coppia di Modugno e 19enne barese

Le recenti operazioni di controllo e prevenzione, effettuate dai Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno portato a 3 arresti nella provincia. In particolare, l’azione di contrasto al fenomeno del traffico di armi e droga ha permesso recentemente di rinvenire sette pistole di illecita provenienza, oltre che munizionamento vario, sostanza stupefacente di tipo marijuana, 180 dosi di cocaina già confezionate nonché 41 panetti di hashish.

Nella mattinata del 28 gennaio, i Carabinieri della Stazione di Modugno, coadiuvati da due unità del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno, hanno tratto in arresto in flagranza di reato (fatte salve le valutazioni successive con il contributo della difesa) due coniugi, C.F. 48enne e G.F. 44enne, rispettivamente originari di Bari e Modugno, per di detenzione illegale di 5 pistole e possesso di oltre 3 Kg e mezzo tra cocaina, marijuana e hashish. L’attività dei Carabinieri ha permesso di individuare un locale in uso all’uomo dove sono state rinvenute, oltre ad un ingente quantitativo di munizioni e droga, le armi che sono state sequestrate. In particolare, si tratta di 5 pistole, di cui 2 clandestine – una modificata e l’altra con matricola abrasa – e 3 comuni da sparo, detenute illegalmente e occultate nel locale perquisito dai militari dell’Arma.

La droga, rinvenuta nell’abitazione ove era presente anche la donna, era in parte già suddivisa in dosi pronta per essere immessa sul mercato. Complessivamente, sono stati sequestrati oltre 180 dosi già confezionate, nonché 41 panetti di hashish, 2 barattoli di marijuana e 2 buste in cellophane contenete cocaina. A tutto ciò, si aggiungono telefoni cellulari, bilancini e vario materiale per il confezionamento. L’uomo è stato associato alla casa circondariale di Bari, mentre la donna è stata sottoposta alla misura degli arresti domiciliari.

I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Bari hanno poi arrestato in flagranza (fatte salve le valutazioni successive con il contributo della difesa), per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione e detenzione e porto di arma comune da sparo un giovane residente a Bari.

La notte dello scorso 27 gennaio, durante un normale controllo alla circolazione stradale sul Lungomare Imperatore Augusto all’altezza del Molo S. Antonio di Bari, veniva controllata un’autovettura, con a bordo 5 soggetti, tra cui L. F. 19enne barese. Le perquisizioni hanno permesso di rinvenire all’interno della vettura, ben nascosto, un involucro che conteneva tre cipollotti di marijuana pari a 3,8 gr. e due di cocaina pari a 1,5 gr., mentre sotto il sedile posteriore si rinveniva una pistola a tamburo, con 6 cartucce poi risultata smarrita nel dicembre 2023 in provincia di Napoli. L’indagato è stato sottoposto agli arresti domiciliari.

È importante sottolineare che tutti i procedimenti si trovano nella fase delle indagini preliminari e l’eventuale colpevolezza degli indagati, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.

Bari, sorpresi con droga e armi dalla Polizia. In manette i cugini Capriati: arrestati Loreta e Christian

Loreta Capriati, 32enne nipote del boss Sabino, è finita in carcere con l’accusa di detenzione di armi e droga assieme a suo cugino ventenne Christian, figlio di Lello e di fratello di Sabino.

I due sono stati fermati per un controllo dalla Polizia, avevano con loro armi e droga (dosi di cocaina e marijuana pronte ad essere messe sul mercato). A riportarlo è la Repubblica.

Durante la perquisizione la 32enne, incensurata, è andata in escandescenza e così è stata portata in carcere. Solo domiciliari per il cugino più piccolo. Entrambi oggi compariranno davanti al gip per raccontare la loro versione.

I genitori di Loreta e Christian, Mimmo e Lello, sono stati entrambi uccisi in due agguati mafiosi (Lello il 1 aprile 2024 a Torre a Mare, Mimmo a Japigia il 21 novembre 2018). Questa mattina Christian, in pieno regime di arresti domiciliari, ha postato un selfie su Tiktok con una collana d’argento e la foto del padre, e un audio “Ma tu lo sai che i lupi se le mangiano le pecore”.

Traffico di stupefacenti, armi e agevolazione mafiosa. Maxi retata nel Salento: 87 arresti – TUTTI I NOMI

l traffico di droga continua ad essere il core-business della mafia leccese: la novità che emerge dalle indagini che stamani hanno portato i carabinieri di Lecce ad arrestare 87 indagati è l’apertura dei clan a possibili “collaborazioni” fra gruppi criminali salentini, che avrebbero costituito una sorta di “joint venture” che abbraccia più sodalizi capeggiati da boss mafiosi.

Attorno al narcotraffico ruoterebbero le estorsioni per debiti di droga, l’autoriciclaggio e la violazione della legge sulle armi, tutti reati, aggravati dal metodo mafioso, che avrebbero generato un lucroso giro d’affari per i clan. Gli indagati sono complessivamente 112: per 87 è stata emessa misura cautelare: per 56 indagati è stato disposto il carcere, per 31 i domiciliari.

L’indagine, condotta dal 2020 al 2024 dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce, coinvolge indagati di elevato spessore criminale, fra cui spicca il detenuto Antonio Marco Penza, operativo a Lecce e già condannato per mafia, nonché i suoi due principali referenti territoriali come Andrea Leo, anche lui già condannato per mafia, operante a Vernole, Melendugno e paesi limitrofi, e Francesco Urso, attivo sul territorio di Andrano. Questi ultimi due sarebbero stati capaci di gestire un vero e proprio monopolio del traffico e dello spaccio di droga avvalendosi della loro appartenenza al clan mafioso de Penza. Il gip, su richiesta della Dda di Lecce, ha contestato a 18 indagati l’associazione mafiosa.

Negli atti è contestato il tentato omicidio avvenuto a Lecce nel 2014 ai danni dell’allora 46enne Massimo Caroppo. I carabinieri ritengono di essere riusciti ad identificare i presunti autori dell’agguato maturato per un regolamento di conti per fatti di droga. Sono in corso sequestri preventivi a carico di alcuni indagati che hanno accumulato con il narcotraffico ingenti quantità di denaro tra beni immobili (terreni e fabbricati), autovetture e rapporti finanziari, per un valore complessivo di circa un milione e settecentomila euro.

TUTTI I NOMI

Francesco Urso, 37enne di Andrano; Massimo Accogli, 51enne di Andrano; Alfonso Accoto, 58enne di Andrano; Cirino Accoto, 51enne di Poggiardo; Salvatore Accoto, 55enne di Andrano; Manuele Capirola, 41enne di Castri di Lecce; Raffaele Capoccia, 36enne di Lecce; Fabio Capone, 58enne di Lizzanello; Damiano Lorenzo Carlà, 32enne di San Cesario di Lecce; Carlo Coviello, 47enne di Trepuzzi; Andrea D’Alba, 23enne di Borgagne. Donato D’Amico, 44enne di Tricase; Oliviero De Nuzzo, 49enne di Ortelle; Maurizio De Pascali, 45enne di Andrano; Nicola Eder Di Nunzio, 42enne di Maglie; Giampiero Dora, 46enne di Diso; Antonio Elia, 34enne di Andrano; Nadir Frisullo, 31enne di Tricase; Michele Fuso; 26enne di Melendugno; Santo Gagliardi, 59enne di Lecce; Emanuele Gammariello, 31enne di Arnesano; Davide Gigliola, 31enne di Andrano; Andrea Gubello, 42enne di Monteroni di Lecce; Gennaro Hajdari, 41enne di Lecce; Giorgio Hameti, 32enne di Scorrano; Oronzo Indraccolo, 36enne di Lecce; Micheal Ingrosso, 35enne di Lizzanello; Andrea Leo, 53enne di Vernole; Mattia Leo, 22enne di Vernole; Antonio Leto, 34enne di Melendugno. Stefano Leucci, 35enne di Poggiardo; Davide Marra, 24enne di Spongano; Ivan Martella, 49enne di Andrano; Fabio Marzano, 55enne di Lecce; Silvano Massafra, 37enne di Andrano; Graziano Melis, 35enne di Castri di Lecce; Federico Melissano, 27enne di Andrano; Cosimo Miggiano, 43enne di Muro Leccese; Marco Minonne, 47enne di Andrano; Giuliano Montagna, 47enne di Maglie; Pierluigi Musarò, 47enne di Andrano; Diego Negro, 43enne di Poggiardo; Andrea Panico, 47enne di Andrano. Marco Antonio Penza, 41enne di Lecce; Salvatore Perrone, 58enne di Trepuzzi; Andrea Podo, 47enne di Monteroni di Lecce; Andrea Podo, 29enne di Lecce; Giacomo Russo, 25enne di Scorrano; Paolo Raffaele Stefanelli, 50enne di Andrano; Cristian Stella, 29enne di Lecce; Gianluca Stella, 35enne di Lecce; Emiliano Sulka, 31enne di Lizzanello; Oronzo Taurino, 28enne di San Donato di Lecce; Maurizio Toma, 49enne di Scorrano; Cristian Urso, 46enne di Andrano; Vito Paolo Vacca, 30enne di Racale; Micheal Veri, 26enne di Melendugno. A riportarlo è La Gazzetta del Mezzogiorno.

Traffico di stupefacenti, armi e mafia. Maxi operazione dei Carabinieri: 88 arresti nel Salento

In corso nel Salento una vasta operazione antimafia condotta dai carabinieri del comando provinciale di Lecce che stanno eseguendo 88 provvedimenti restrittivi emessi dal Gip del Tribunale di Lecce, Francesca Mariano su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.

L’operazione viene condotta sia su Lecce che nel Sud Salento, nella zona sud est della provincia e in altre regioni d’ Italia. I reati contestati sono associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione, porto illegale di armi da sparo con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa e altri reati contro la persona e il patrimonio.

Sono impegnati più di 470 militari del comando provinciale di Lecce, con il supporto di unità specializzate, tra cui militari della compagnia di intervento operativo e delle squadre antiterrorismo dell’11° reggimento carabinieri Puglia, del nucleo cinofili carabinieri di Modugno (Bari), dello squadrone eliportato cacciatori Puglia, del 6° nucleo Elicotteri Carabinieri di Bari, nonché rinforzi giunti da altri comandi della Puglia.

Spaccio e armi a Castellana Grotte, Putignano e Polignano: condanne definitive per 5 – I NOMI

Gestivano lo spaccio di cocaina a Castellana Grotte (Bari), ma avevano anche a disposizione armi e munizioni e ricettavano auto rubate. Il loro capo, Franco Pirrelli (46 anni), ripartiva i compiti, stabiliva gli stipendi e individuava le basi operative del gruppo, anche da detenuto, mandando ordini attraverso la moglie Barbara Palmisano – diventata sua portavoce – a cui era dato anche il compito di gestire i problemi interni al sodalizio.

La droga arrivava da Marco Pesce, “considerato elemento di spicco della criminalità di Putignano”, come scrivono i carabinieri in un comunicato, che riforniva l’organizzazione con partite da un chilo di cocaina che il gruppo di Castellana comprava per 40mila euro e rivendeva per 100mila, di cui seimila spettavano mensilmente a Pirrelli.

Per questo, i carabinieri di Monopoli (Bari) hanno eseguito cinque ordini di carcerazione per altrettante persone colpite da condanne, diventate definitive, dai sei ai 14 anni di reclusione. Le persone interessate operavano nei comuni di Castellana Grotte, Polignano e Mare e Putignano. E i fatti loro contestati risalgono agli anni tra il 2018 e il 2020.

Le indagini che hanno portato agli arresti e alle condanne, oggi definitive, rientrano nell’operazione denominata ‘Eclissi’ che ha documentato come il gruppo – che vendeva cocaina per 80 euro a dose – avesse anche a disposizione pistole mitragliatrici, altre armi e cartucce di vario calibro. Armi e droga venivano nascosti in involucri interrati o in muretti a secco. Ma nel corso delle indagini, i carabinieri hanno anche scoperto un deposito in cui erano nascoste targhe di auto e componenti meccaniche di varie marche per 40mila euro, oltre a un’Alfa Romeo Giulietta rubata. I reati contestati sono di associazione armata finalizzata al traffico di droga, spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi da fuoco e concorso in ricettazione.

Le persone finite in carcere sono Franco Pirrelli (condannato a 14 anni), Marco Pesce (44 anni, condannato a 14 anni e 5 mesi), Gianfranco Manelli (50 anni, condannato a 8 anni), Pasquale Gentile (42 anni, condannato a sei anni e un mese) e Barbara Palmisano (45 anni, condannata a sei anni e otto mesi).

Gravina, armi e munizioni in cantina: 66enne arrestato finisce ai domiciliari

La Polizia di Stato, a Gravina in Puglia, ha arrestato un 66enne del luogo, presuntivamente responsabile, (accertamenti ancora nella fase delle indagini preliminari e che deve essere confermato dal giudice nel contraddittorio con la difesa) del reato di detenzione di armi da fuoco e ricettazione.

Nello specifico, grazie ad attività info investigative, si è proceduto ad una perquisizione locale di una cantina nella disponibilità dell’arrestato, all’interno della quale i poliziotti hanno rinvenuto 2 doppiette calibro 12, entrambe di provenienza furtiva e con le canne mozzate, di cui una anche con il calcio tagliato (cd. Lupara).

Sequestrati inoltre 21 proiettili di vario calibro e 26 proiettili a salve. L’arrestato, su disposizione dell’A.G. è stato quindi accompagnato presso la propria abitazione e sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.

E’ importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura pre-cautelare, seguirà il confronto con la difesa dell’indagato, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo, nel contraddittorio tra le parti.

Armi e risse in discoteca a Bari, i giovani rampolli fanno infuriare gli storici capoclan: nuove leve fuori controllo

“Sono andati a rompere un equilibrio questi per le cazzate dei ragazzini che vanno a ballare”. Queste le parole pronunciate da una persona vicina al clan Striscuglio all’indomani dell’omicidio del 41enne Lello Capriati, nipote dello storico boss Tonino, avvenuto il 1° aprile scorso a Torre a Mare.

La vecchia malavita barese non sembra essere per nulla soddisfatta dei propri rampolli. Le ultime vicende di cronaca, con protagonisti i giovanissimi dei clan baresi, in giro per la città e per i locali armati, hanno innescato una discussione interna. Soprattutto dopo il tragico omicidio della 19enne Antonella Lopez al Bahia Beach di Molfetta il 22 settembre scorso.

I piccoli aspiranti criminali giocano a fare i boss portando pistole, estraendole a proprio piacimento per il gusto di esercitare il proprio potere e farsi grandi. Tra loro anche Eugenio Palermiti e Savino Parisi jr, nipoti omonimi dei boss di Japigia, arrestati per detenzione abusiva di armi e per aver portato una pistola all’interno del Divinae Follie di Bisceglie con la complicità di un buttafuori amico.

“Prima le persone si uccidevano per i territori, a chi deve fare più clienti, più soldi, adesso questa guerra per cos’è?”, ha aggiunto lo stesso uomo intercettato. E nel corso degli ultimi mesi si sono verificate diverse risse tra i giovanissimi dei clan Strisciuglio, Capriati e Palermiti-Parisi.

 

Pistole e armi in discoteca: i baby Palermiti e Parisi fanno scena muta davanti al gip

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Savino Parisi ed Eugenio Palermiti, il 28enne e il 21enne arrestati venerdì a Bari con l’accusa di detenzione e porto d’armi aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa.

I due, nipoti dei boss (omonimi) del quartiere Japigia di Bari, in un’occasione si sarebbero presentati armati nella discoteca Divinae Follie di Bisceglie (Barletta-Andria-Trani), e avrebbero eluso i controlli delle forze dell’ordine grazie all’aiuto di bodyguard compiacenti che li avrebbero aiutati a uscire dal locale.

Dalle indagini della Dda, condotte dai carabinieri, è emerso come Palermiti fosse armato anche la sera del 22 settembre scorso nella discoteca ‘Bahia’ di Molfetta (Bari), quando il 21enne Michele Lavopa sparò per colpire lui – che rimase ferito insieme ad altri tre amici – ma uccise la 19enne Antonia Lopez, detta Antonella.

Parisi e Palermiti si trovano in carcere. Il primo è difeso dagli avvocati Nicola Oberdan Laforgia e Michele Dell’Erba; Palermiti da Andrea Casto.

Bari, armi e pistola introdotta al Divinae Follie di Bisceglie: arrestati i due baby Palermiti e Parisi – VIDEO

Le indagini sull’omicidio Lopez hanno permesso anche di ricostruire un grave quadro indiziario a carico di Eugenio Palermiti, nipote dell’omonimo nonno, in ordine alla detenzione di altre due armi da sparo, una delle quali era stata introdotta, diversi mesi prima dall’evento in questione e con la complicità dell’amico Savino Parisi jr, nipote del noto capo dell’omonimo clan di Bari, all’interno del locale Divinae Follie di Bisceglie.

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Armi, munizioni da guerra e tritolo in casa: arrestato 41enne a Bisceglie. Trovate anche 6 bombe carta

Aveva nel suo appartamento, a ridosso del centro cittadino di Bisceglie, nel nord Barese, armi e munizioni da guerra. Pistole e proiettili di vario calibro erano custodite in cassetti e mobili mentre il tritolo era stato sistemato in un barattolo fornito di innesco e pronto per essere usato.

Nascoste in un mobiletto invece c’erano sei bombe carta. A scovare l’arsenale sono stati i carabinieri che hanno arrestato un uomo di 41 anni del posto che ora è in carcere con le accuse di detenzione abusiva di armi da guerra, munizioni ed esplosivi e ricettazione. L’indagato, che ha precedenti di polizia per gli stessi reati, non ha saputo spiegare perché in casa aveva pistole semiautomatiche, una calibro 9×19 parabellum e un’altra calibro 7,65 assieme a 296 proiettili di vario calibro “illegalmente detenuti”, spiegano i militari evidenziando che “le armi saranno sottoposte ad accertamenti balistici per verificare se siano state utilizzate per fatti di sangue”.