Droga e armi, controlli dei Carabinieri a Vieste: 7 arresti e una denuncia. Sequestrati pistola e fucile da caccia

Sette persone sono arrestate in flagranza, e un’altra è stata denunciata, per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente dai carabinieri di Vieste nel corso di recenti controlli. In particolare, in un’abitazione del centro storico di Vieste, i carabinieri hanno arrestato un 26enne trovato in possesso di 45 grammi di hashish e circa quattromila euro in contanti.

Durante i controlli in strada, sulle vie di accesso alla città, i carabinieri hanno arrestato due persone: un 40enne disoccupato, trovato in possesso di circa duemila euro dei quali non era in grado di giustificare la provenienza, e nella cui abitazione sono stati rinvenuti e sequestrati circa 600 grammi tra hashish e cocaina; e un 30enne foggiano che viaggiava come passeggero all’interno di un altro veicolo fermato dai militari, trovato in possesso di circa 50 grammi di hashish, di una pistola con matricola abrasa e relativo munizionamento.

Un altro 30enne viestano è stato arrestato per detenzione di circa 40 grammi di cocaina e di un fucile da caccia semiautomatico, con matricola abrasa, utilizzato per minacciare un vicino di casa nel corso di una discussione. L’uomo è stato anche denunciato per ricettazione perché nella sua abitazione i carabinieri hanno ritrovato monili in oro oggetto di furto la scorsa estate.

Traffico di droga e riciclaggio, maxi operazione della Finanza: 35 arresti a Lecce e provincia

Lecce e in alcuni comuni della provincia la polizia e la guardia di finanza sono impegnate in una vasta operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia per l’esecuzione di 35 misure cautelari nei confronti di persone accusate di reati associativi finalizzati al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, riciclaggio, autoriciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, trasferimento fraudolento di valori, emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Bari, il pentito Domenico Milella ci ricasca: l’ex braccio destro di Palermiti arrestato per droga a Genova

C’è anche il nome del pentito Domenico Milella, ex braccio destro di Eugenio Palermiti a Japigia diventato collaboratore di giustizia, nella lista delle persone arrestate questa mattina nell’ambito dell’operazione condotta dalla polizia di Genova che ha smantellato un’organizzazione criminale e un vasto traffico di sostanze stupefacenti ramificato in 5 regioni italiane, tra cui la Puglia, e in Spagna. Milella è stato fondamentale con le sue dichiarazioni nelle ultime inchieste più importanti dell’antimafia a Bari e dal 2020 vive in una località protetta insieme alla sua famiglia.

In questa inchiesta, come riportato da Repubblica, è coinvolto nell’episodio relativo a una presunta compravendita di stupefacenti nei pressi di un supermercato, degenerata poi in un tentativo di rapina da parte degli acquirenti. Secondo le indagini Milella avrebbe fatto parte di un gruppo criminale, in cui sono anche altri pugliesi, e operativo in Liguria nell’ambito della vendita e cessione di stupefacenti.

Gravina, imprenditore pianifica con boss agguato allo zio: 6500 euro per scaricare un caricatore. Tre arresti – VIDEO

Un imprenditore di Gravina in Puglia, motivato da un desiderio di rivalsa nei confronti dello zio – ritenuto colpevole di condotte aggressive verso alcuni membri della famiglia nell’ambito di dissidi per motivi ereditari e di vicinato – si è accordato con un esponente di spicco della criminalità organizzata locale, pianificando un’azione intimidatoria mirata a colpire l’auto della vittima con diversi colpi di arma da fuoco.

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Busta paga trattenuta e 54 ore di lavoro alla settimana, 11 badanti georgiane sfruttate a Taranto: 5 arresti

Avrebbero sfruttato cittadine georgiane irregolari sul territorio nazionale, impegnandole come badanti oltre le 54 ore settimanali, trattenendo la loro paga e infine costringendole a versare 7 euro al giorno per l’alloggio in cui erano ospitate.

Per questo cinque persone sono state arrestate (tre in carcere e due ai domiciliari) dalla Polizia in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Taranto su richiesta della Procura per associazione per delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, nonché al favoreggiamento della permanenza di stranieri irregolari sul territorio nazionale.

Altre due persone sono destinatarie del divieto di dimora nel Comune di Taranto. Al momento sono 11 le cittadine georgiane vittime dello sfruttamento identificate, ma si sospetta siano molte di più. Le indagini hanno consentito di raccogliere indizi utili a ritenere che, dietro il paravento di un’associazione di promozione sociale, una donna reperiva le georgiane irregolari sul territorio nazionale e disponibili a prestare assistenza agli anziani, le collocava in appartamenti controllati dall’organizzazione e, individuato un cliente idoneo, gestiva la successiva attività lavorativa.

In particolare, la donna era coadiuvata dai due georgiani destinatari della misura in carcere e dai due italiani destinatari degli arresti domiciliari L’organizzazione, spiegano gli inquirenti, riceveva l’intero stipendio destinato alle badanti in contanti direttamente dalle famiglie degli anziani assistiti, trattenendo mensilmente dalle somme destinate alle donne, cifre comprese tra i 150 ed i 300 euro. Scoraggiandole a regolarizzare la loro posizione in Italia, l’organizzazione ometteva di versare i contributi assistenziali e previdenziali, costringendole a lavorare oltre le 54 ore settimanali e a versare loro 7 euro al giorno per l’alloggio. Il gip ha disposto anche il sequestro preventivo dei conti correnti e dei rapporti finanziari degli indagati, di due immobili (uno dei quali utilizzato quale sede dell’associazione) e di un’auto.

Latitante trasferito da Cosenza a Bari su un’ambulanza per eludere controlli: 15 arresti per la fuga di Abbruzzese

Quindici persone sono state arrestate con l’accusa di fare parte della rete di fiancheggiatori che hanno agevolato la latitanza di Leonardo Abbruzzese, ritenuto un elemento di spicco della omonima cosca di Lauropoli (Cosenza), arrestato a Bari il 6 novembre 2023, per il cui trasporto dalla Calabria alla Puglia era stata usata un’ambulanza riconducibile ad un’associazione del cosentino.

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Scandalo all’Asl Bari, al via i primi interrogatori: scena muta di Nicola Iacobellis e Nicola Sansolini

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Nicola Iacobellis e Nicola Sansolini, tra i principali indagati nell’inchiesta sulle presunte tangenti pagate in cambio di appalti della Asl di Bari che nei giorni scorsi ha portato a 10 arresti.

I due, che sono detenuti in carcere sono comparsi oggi dinanzi al gip per l’interrogatorio di garanzia, si sono riservati di sottoporsi a interrogatorio in un momento successivo. Sansolini e Iacobellis, rispettivamente direttore responsabile della struttura complessa area gestione tecnica della Asl di Bari (fino al gennaio 2024) e poi dirigente dell’Uoc Ingegneria clinica e responsabile dell’edilizia sanitaria della Asl Bari, sono in carcere insieme a Concetta Sciannimanico, funzionaria dell’Uoc Area gestione tecnica della Asl Bari; Giovanni Crisanti, amministratore della Costruzioni Bioedili srl, Ignazio Gadaleta, legale rappresentante della Gadaleta Ignazio srl e Nicola Minafra, titolare della Falegnameria Moderna di Ruvo di Puglia (Bari).

Le accuse, a vario titolo, sono di associazione a delinquere, corruzione, falso, subappalti illeciti e turbata libertà degli incanti. Gli interrogatori degli altri quattro riprenderanno alle 14.30, mentre lunedì sono fissati quelli dei quattro indagati ai domiciliari (Paola Andriani, moglie di Nicola Iacobellis, Nicola Murgolo, legale rappresentante della Costruzioni Murgolo, Cataldo Perrone, titolare della Perrone Global Service srl, e Giuseppe Rucci, agente di rappresentanza e referente della Asl Bari della società Ism impianti servizi medicali srl).

Scandalo all’Asl Bari, da domani i primi interrogatori. Gli inquirenti: “Sistema diffuso di corruzione all’interno”

Si terranno domani 13 novembre, davanti al gip Giuseppe Ronzino, gli interrogatori di garanzia dei sei indagati in carcere da ieri per le tangenti pagate in cambio di appalti nella Asl di Bari. Si tratta di Nicola Sansolini, direttore responsabile della struttura complessa area gestione tecnica della Asl di Bari (fino al gennaio 2024) e poi dirigente dell’Uoc Ingegneria clinica (difeso da Antonio La Scala), e Nicola Iacobellis, responsabile dell’edilizia sanitaria della Asl Bari, che saranno interrogati domani mattina alle 9.

Per Concetta Sciannimanico, funzionaria dell’Uoc Area gestione tecnica della Asl Bari; Giovanni Crisanti, amministratore della Costruzioni Bioedili (difeso da Cristian Di Giusto), Ignazio Gadaleta, legale rappresentante della Gadaleta Ignazio srl e Nicola Minafra, titolare della Falegnameria Moderna di Ruvo verranno interrogati in videocollegamento nel pomeriggio alle 14,30. A loro è contestata l’associazione a delinquere e, a vario titolo, anche i reati di corruzione, falso, turbata libertà degli incanti e subappalti illeciti.

Gli interrogatori dei quattro finiti ai domiciliari (Paola Andriani, moglie di Nicola Iacobellis, Nicola Murgolo, legale rappresentante della Costruzioni Murgolo, Cataldo Perrone, titolare della Perrone Global Service srl, e Giuseppe Rucci, agente di rappresentanza e referente della Asl Bari della società Ism impianti servizi medicali srl) si terranno invece lunedì. Gli inquirenti hanno rilevato un «sistema diffuso di corruzione all’interno della Asl barese, da cui si rileverebbe un quadro inquietante di collusione e mercificazioni seriali della funzione pubblica».