Litiga con la madre, le tira una bottiglia e le chiude il braccio nella porta: arrestato figlio violento a Ginosa

I carabinieri di Ginosa hanno arrestato un 26enne del posto, già noto alle Forze dell’Ordine, in flagrante per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali un 26enne del posto. I militari sono intervenuti in un’abitazione del centro dopo le richieste di aiuto della madre del giovane. La donna sarebbe stata umiliata, ingiuriata e maltrattata verbalmente e fisicamente dal figlio che le avrebbe anche lanciato delle bottiglie, ma non solo. Il 26enne le avrebbe chiuso il braccio in una porta-finestra, causandole lesioni. Sul posto è intervenuto il 118 che ha trasportato la donna al pronto soccorso dell’ospedale di Castellaneta. Il giovane è stato arrestato e condotto in carcere a Taranto.

Cerignola, vaschette di sushi per evitare i controlli nella pescheria: arrestato ispettore dell’Asl

La polizia ha arrestato un ispettore dell’Asl di Cerignola, in provincia di Foggia, che – riferiscono gli investigatori – avrebbe “costretto il figlio del titolare di una pescheria di Foggia a elargirgli gratuitamente delle vaschette di sushi, al fine di evitare ulteriori ripercussioni”. L’uomo, arrestato in esecuzione di una misura cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip del tribunale di Foggia, è accusato di concussione, tentata e consumata, e di peculato, reati che sarebbero stati commessi da gennaio a settembre del 2022. Secondo quanto emerso dalle indagini, a gennaio del 2022 l’esercizio commerciale sarebbe stato sanzionato per alcune irregolarità rilevate nel corso di controlli effettuati da personale della Asl del comune di Cerignola e dell’ispettorato del lavoro di Foggia.

Il gestore dell’attività – non ritenendo utile avanzare ricorsi – avrebbe provveduto a pagare la sanzione. Dopo qualche mese – sempre secondo la ricostruzione degli investigatori – il figlio del gestore sarebbe stato contattato telefonicamente dall’ispettore dell’Asl di Cerignola che avrebbe ordinato del sushi, per un importo complessivo di circa 300 euro, ritirandolo – in un’occasione – senza pagare il dovuto. Dall’attività investigativa, inoltre, è emerso che lo stesso ispettore avrebbe usato indebitamente l’utenza fissa del suo ufficio per effettuare numerosissime telefonate ai suoi famigliari e conoscenti.