Con 27 voti favorevoli e 10 contrari, è stato approvato a maggioranza il disegno di legge di riforma dell’Agenzia regionale per la tecnologia, trasferimento tecnologico e innovazione (ARTI). Le finalità del provvedimento sono di disciplinare con un rinnovato indirizzo normativo le funzioni e le prerogative dell’attuale ARTI, alla luce dell’indirizzo della Giunta regionale con il quale l’organo esecutivo ha dato mandato al presidente pro tempore di ARTI, in raccordo con le competenti strutture regionali, di provvedere alla formulazione di uno studio di fattibilità per l’istituzione di una nuova Agenzia regionale che integri le attuali finalità e competenze dell’ARTI con quelle di un centro regionale di trasferimento tecnologico.
Inoltre, è stata anche rivista la governance della istituenda nuova Agenzia, mediante la previsione di nuovi organi (Consiglio di Amministrazione, presidente del Consiglio di Amministrazione, direttore generale, revisore unico), garantendo, nel contempo, la continuità amministrativa della medesima Agenzia mediante la previsione di una norma transitoria (valida per il direttore amministrativo in carica e per i componenti dell’attuale Collegio dei Revisori dei conti), che consenta la piena e continuativa operatività della stessa.
Nell’articolato sono declinati i principi regolatori in termini di nuovo modello di governance; sono individuate le competenze ascritte alla nuova Agenzia, attinte dallo studio di fattibilità predisposto da ARTI e che sono il punto focale della stessa. Quanto agli organi, rimane inalterata la figura del presidente mentre vengono parzialmente e totalmente riviste le restanti figure, ovvero: istituito ex novo il Consiglio di Amministrazione, eliminata la previsione di un direttore amministrativo che diventa direttore (senza alcuna peculiare connotazione), sostituito il Collegio dei revisori con la figura del Revisore unico, mentre rimane l’organo collegiale rappresentato dal Comitato scientifico al quale vengono attribuite una serie di funzioni serventi rispetto a quelle del presidente. Tra le finalità troviamo la promozione della competitività e dell’innovazione dei sistemi produttivi, dell’efficientamento energetico e dello sfruttamento delle fonti rinnovabili, di internazionalizzazione dei sistemi produttivi e di cooperazione interregionale, e, in generale, delle politiche regionali di sviluppo economico intelligente, sostenibile e socialmente inclusivo; lo sviluppo della conoscenza ed il sostegno alla ricerca scientifica, all’innovazione tecnologica, alla diffusione delle tecnologie digitali ed al sistema di istruzione e universitario; il supporto alle politiche regionali di promozione e tutela del lavoro e della formazione professionale, allo sviluppo del capitale umano, alle politiche giovanili e di attivazione giovanile; il potenziamento dei processi di trasferimento tecnologico e lo sviluppo della conoscenza, necessari a valorizzare i risultati della ricerca otenuti dalle università, dai centri di ricerca e dalle imprese pugliesi. Agli oneri per il funzionamento dell’Agenzia sai provvede con una dotazione finanziaria di 3.080.000,00 euro per le annualità 2024, 2025 e 2026.
“Ancora una volta passa da un’agenzia il ‘poltronificio made Emiliano’. La seduta di oggi è, infatti, servita a mettere l’ARTI al servizio della prossima campagna elettorale con un escamotage degna del miglior Arsenio Lupin: si moltiplicano le poltrone e si annullano, praticamente, i controlli. Nell’Agenzia che si dovrebbe occupare di innovazione tecnologia l’unica vera innovazione è, infatti, l’aver creato un consiglio di amministrazione a tre oltre a un intero comitato scientifico, mentre i revisori dei conti si riducono a uno”. Inizia così la dichiarazione del gruppo regionale di Fratelli d’Italia (il capogruppo Renato Perrini e i consiglieri Luigi Caroli, Giannicola De Leonardis, Antonio Gabellone, Tommaso Scatigna e Tonia Spina) a margine del Consiglio regionale
“Un decadimento della politica regionale che utilizza organismi pubblici e soldi dei pugliesi per fare una campagna acquisti che, ahimè, tenta di strizzare l’occhio al ‘centro’ del centrosinistra (ma non solo) per tentare, anche oggi inutilmente, di avere i numeri necessari per i debiti fuori bilancio e il DEFR, perché sulle leggi che portano un nome e un cognome o un destinatario elettorale i numeri li trova eccome! Lì dove, invece, si tratta di assumere la responsabilità politica di amministrare la Regione, la maggioranza, che oggi poteva pure contare sul voto favorevole del Movimento 5 Stelle (tranne la collega Antonella Laricchia), non aveva i voti di Azione, il partito del nuovo assessore al Bilancio, Fabiano Amato, ma non solo. Per questo abbiamo invitato quest’ultimo a rivolgere le sue prediche-moral suasion alla sua maggioranza visto che è nei banchi di questa che mancano i numeri. Ma il ‘bottino elettorale’ oggi è stato, comunque, portato a casa con buona pace di tutti quei pugliesi che attendono il buon governo.”