ESCLUSIVO – Il neo direttore sanitario Asl Bari sapeva delle cimici nella stanza di Lerario

C’eravamo lasciati con un punto interrogativo in sospeso. Chi era la terza persona, attuale dirigente dell’Asl di Bari, presente nella stanza lo scorso 3 settembre 2021 con l’ex capo della Protezione Civile pugliese, Mario Lerario, arrestato il 23 dicembre scorso per corruzione e Nico Lorusso, il giornalista che gli avrebbe confidato la presenza di alcune cimici nel suo ufficio?

Secondo le carte dell’inchiesta si tratta di Donato Sivo, detto Denny e neo direttore sanitario dell’Asl di Bari. È la prima volta che viene alla luce la sua presenza in quella stanza e, stando a quanto si legge, non sarebbe stata taciturna e avrebbe partecipato alla discussione, con interventi sul numero delle cimici o sul loro possibile nascondiglio.

Quattro, quattro ti assicuro io che sono quattro“, è la frase detta da Lorusso e ripetuta ridendo da Danny Sivo, alla presenza di Mario Lerario, mentre si parla dell’istallazione dei microfoni negli ambienti della Regione Puglia.

Che ti posso dire, giusto, sono attività che diciamo i corpi dello Stato…“, continua il neo direttore sanitario dell’Asl di Bari prima di essere interrotto dagli altri due.

Non ho capito in quale altra stanza le hanno messe, perché il decreto riguardava altre due stanze. Stanno qua sicuramente da qualche parte“, si domanda il giornalista Nico Lorusso. “Tipo quel pannello lì, vedi“, suggerisce ridendo Sivo che, raggiunto al telefono, ha dichiarato di non saperne nulla.

Medicinali a base di cannabis, ad Altamura attivata la prima farmacia dell’Asl Bari: materia prima da Firenze

È attiva ad Altamura la prima farmacia pubblica della Asl Bari in grado di produrre farmaci personalizzati a base di cannabis. Infiorescenze di cannabis diventano cartine per decotti o da vaporizzare, oppure capsule apribili per trattare diverse patologie.

La cannabis terapeutica parte dallo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze e arriva al laboratorio di Galenica clinica della farmacia territoriale di Altamura, dove viene poi trasformata in farmaci. Tre farmaciste e una specializzanda, utilizzando beute, alambicchi e bilance di precisione, trasformano la materia prima in terapie personalizzate al milligrammo, su indicazione dei medici prescrittori.

“La nostra – dice la farmacista Filomena Cavallera – è la prima farmacia pubblica del territorio a ritirare la cannabis direttamente e a lavorarla per garantire ai pazienti farmaci personalizzati, allestiti in laboratorio in base alle implicazioni delle diverse patologie e alla posologia e formulazione richieste”.

La farmacia potrà soddisfare la richiesta proveniente dall’intera Asl: “E’ l’obiettivo – spiega ancora Cavallera – su cui siamo tutte impegnate. In questa fase possiamo utilizzare solo la cannabis di Stato, con quantitativi limitati, più avanti potremo aumentare l’attività con la materia prima proveniente da altri canali di approvvigionamento autorizzati all’importazione. L’aspetto ancora più importante riguarda i pazienti, che adesso possono ricevere i farmaci nella nostra farmacia, evitando lunghi spostamenti in giro per la provincia”.

“La cannabis terapeutica – spiega Felice Spaccavento, medico rianimatore e direttore delle Cure palliative dell’Asl – grazie alle sue molteplici proprietà ha una miriade di impieghi, spesso di supporto o sostitutivi di terapie tradizionali inefficaci su determinati pazienti”.