Putignano, infermiera del 118 aggredita da una paziente al Pronto Soccorso. Asl Bari: “Ennesima violenza”

Una infermiera del 118 è stata “aggredita fisicamente” da una paziente la notte scorsa all’interno del pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria degli Angeli a Putignano, in provincia di Bari. Lo comunica la Asl sottolineando che “di fronte all’ennesimo episodio di violenza ai danni degli operatori sanitari, la direzione generale condanna fermamente quanto accaduto ed esprime sostegno e solidarietà alla infermiera che, a causa delle percosse subite, è stata curata con una prognosi di 15 giorni”.

Il servizio di prevenzione e protezione aziendale – prosegue l’Asl – procederà con “un audit, sul luogo dell’aggressione, con tutto il personale coinvolto (direttamente o indirettamente) nell’evento”. E in linea con le “più recenti indicazioni regionali, l’azienda sanitaria si costituirà parte civile e avanzerà richiesta di risarcimento dei danni contro la persona responsabile della violenza”.

Psichiatra uccisa a Bari, il giudice del lavoro accoglie il ricorso dei familiari: “Paola Labriola è vittima del dovere”

L’Asl Bari è stata condannata al pagamento di circa 200mila euro in favore degli eredi come “speciale elargizione” e degli assegni vitalizi mensili di 1500 euro in favore di ciascuno di essi. Concessa loro anche l’esenzione dal pagamento del ticket per qualsivoglia prestazione sanitaria.

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Bari, l’Asl inaugura il terzo centro senologico: “Servirà 10mila donne non perdete l’opportunità”

Apre a Bari un nuovo centro screening mammografico: si tratta dell’undicesimo presidio dedicato alla prevenzione della rete Asl, ospitato nella sede del distretto unico in via Caduti di via Fani e dotato di un mammografo 3d che potrà soddisfare il bisogno assistenziale delle donne residenti nei quartieri Madonnella, Libertà, Bari vecchia e Murat. Questa mattina, al taglio del nastro, hanno partecipato il presidente della Regione Michele Emiliano, l’assessore alla Sanità Rocco Palese e il direttore generale della Asl Antonio Sanguedolce.

“Questo è l’ennesimo nuovissimo mammografo acquistato per effettuare gli screening – ha dichiarato Emiliano – che solo pochi anni fa erano stati sostanzialmente azzerati e sono stati in buona parte riattivati. Arrivano le lettere a casa nella fascia di età prevista. Prego tutte le donne che ricevono la comunicazione di non perdere l’opportunità. Il sistema degli screening dei cosiddetti big killer, tra cui c’è il tumore alla mammella, è stato ricostruito da zero e sta andando a regime. Ed è uno dei motivi per i quali la sanità pugliese ha guadagnato molte posizioni in Italia nel garantire livelli essenziali di assistenza”. La Asl allarga così la rete dei centri dedicati alla prevenzione senologica che ad oggi sono tre nell’area metropolitana. Per l’assessore Palese, “è sempre importante ciò che riguarda la prevenzione. Ed è estremamente importante in un contesto di screening mammario, dove arrivare con una diagnosi precoce significa aumentare le possibilità di guarigione.

Inoltre, gli screening nei presidi territoriali o di prossimità consentono un migliore accesso anche rispetto agli ospedali”. Le prime mammografie saranno eseguite in via Fani a partire da domani 5 marzo. “Questo centro – ha confermato Sanguedolce – è da oggi a disposizione di 10mila donne residenti nei quartieri Madonnella, Libertà, Bari Vecchia e Murat, che potranno contare su un centro di riferimento pubblico territoriale, per la prevenzione e la diagnosi del tumore al seno, senza più il disagio di doversi necessariamente spostare fuori dal centro cittadino. Si tratta di un bacino di utenza notevole, circa un terzo delle 27mila donne in fascia screening residenti nel capoluogo, il che significa che il nuovo ambulatorio avrà un forte impatto sulla erogazione del servizio”.

Trasporto dei pazienti disabili, il Tar accoglie i ricorsi dei centri diurni: condannate Asl Bari e Regione Puglia

Il Tar di Bari ha dichiarato illegittimo il provvedimento con cui l’Asl Bari, negli anni passati, aveva rinviato la presa in carico del servizio di trasporto dei disabili di quattro centri diurni del Barese, condannando la stessa azienda sanitaria e la Regione Puglia, in solido, a risarcire i costi sopportati dai centri dall’1 gennaio 2021.

L’Asl, secondo una legge regionale del 2010, ha infatti il compito di garantire il servizio di trasporto dei pazienti disabili presso i centri diurni socio-operativi ma, «nonostante le molteplici diffide per l’attivazione del servizio ricevute dalla cooperativa Ruah e dalla Starbene srl, titolari di quattro centri diurni» tra Bari e Rutigliano – si legge in un comunicato rilasciato dallo studio legale Gaballo di Nardò -, il servizio non era stato avviato. Solo nel 2020, in via eccezionale, l’Asl aveva consentito proprio ai centri diurni di provvedere al trasporto dei pazienti, corrispondendo agli stessi una tariffa di 6,51 euro per utente che, come notano gli avvocati «non copriva i costi realmente sopportati».

Una situazione che ha costretto i centri, assistiti dall’avvocato Paolo Gaballo, a rivolgersi al Tar. I giudici amministrativi hanno rilevato la «grave negligenza imputabile sia alla Asl di Bari sia alla Regione Puglia» e la situazione di «coercizione» in cui si sono ritrovati i centri, costretti a garantire un servizio «essenziale per i propri utenti disabili» in «condizioni antieconomiche». Ancora oggi, scrivono i giudici, «l’Asl Bari non solo non ha preso in carico il servizio, ma non ha neppure svolto alcuna delle attività per finanziarlo, gestirlo in proprio o affidarlo a terzi». Il Tar ha anche disposto la trasmissione degli atti alla Corte dei Conti per individuare eventuali responsabilità.