Muore a 17 anni in ospedale, dai genitori il via libera alla donazione degli organi. L’Asl: “Grande umanità”

All’ospedale Vito Fazzi di Lecce è stata portata a termine la donazione multiorgano di una ragazza di 17 anni, deceduta nel Reparto di Anestesia e Rianimazione per encefalopatia post anossica. I genitori, dopo l’accertamento della morte encefalica, hanno dato il consenso alla donazione degli organi della ragazza. Sono stati espiantati reni, cornee, cuore e fegato. Il prelievo è durato 5 ore. “La Direzione strategica – scrivono dalla Asl – ringrazia tutti gli operatori che hanno reso possibile un’operazione così complessa ed esprime cordoglio ai genitori della giovane che, in un momento di estremo dolore, hanno assunto una decisione di grande umanità e generosità”.

Bari, non ci sono ambulanze su mercato: l’Asl ritira il bando per acquistare 55 mezzi

Mancano ambulanze sul mercato per via della difficoltà di reperire materia prima per la produzione e l’Asl Bari è costretta ad annullare la gara di appalto per l’acquisto di 55 mezzi. Sono i riflessi del conflitto ucraino che rende difficile trovare determinati materiali, elettronici soprattutto. L’Asl aveva aggiudicato la gara d’appalto lo scorso dicembre per l’internalizzazione del servizio 118. Come si legge nel provvedimento dell’Asl, “la revoca è stata successiva alla sopravvenuta impossibilità a rispettare i tempi di consegna” da parte della ditta incaricata della fornitura, e cioè consegnare mezzi “dalle caratteristiche tecniche conformi al capitolato”, ossia dotati di 3 posti a sedere in cabina di guida. “Sulla mancata consegna dei mezzi – spiega l’Asl – ha inciso una criticità, ossia la difficoltà, da parte della casa madre produttrice dei mezzi di soccorso, di approvvigionarsi di determinati materiali indispensabili per la produzione di veicoli di ultima generazione, comune a tutte le case automobilistiche europee. La consegna degli stessi sarebbe avvenuta molto oltre i tempi tecnici necessari per l’allestimento delle ambulanze”. Quindi è stato fatto un altro bando modificando le caratteristiche delle ambulanze.

Migranti, in arrivo a Bari la nave Humanity 1 con 261 persone. Regione e Asl: “Pronto il piano sanitario”

Regione Puglia e ASL Bari sono pronte con un piano sanitario e di protezione civile per gestire l’arrivo dei 261 profughi della nave Ong “Humanity 1”. Stamane, in Prefettura a Bari, si è tenuto l’incontro per mettere a punto i dettagli dell’accoglienza, in particolare per quanto riguarda le necessità di tipo assistenziale e sanitario, al quale ha partecipato il Dirigente della Protezione civile della Regione Puglia dottor Nicola Lopane, la ASL di Bari con il Direttore Sanitario dottor Danny Sivo, il Dipartimento di Prevenzione ed il Coordinamento 118. Alla riunione operativa ha partecipato anche la Dirigente della Centrale 118 del Policlinico. L’attracco della nave Ong “Humanity 1” è previsto al Porto di Bari domani mattina, domenica 11 dicembre 2022. A bordo sono ospitate 261 persone, di cui 93 minori, 140 uomini e 28 donne, per la cui accoglienza la ASL Bari ha già attivato un canale di contatto, attraverso la Croce Rossa, con il personale sanitario imbarcato in modo da coordinare eventuali necessità di ricovero o esami specialistici.

Il piano sanitario della ASL Bari prevede tre diversi livelli. Il primo, più generale, riguarda la messa in allerta dei Presidi Ospedalieri affinché siano pronti ad accogliere i soggetti fragili o che dovessero necessitare di ricovero; il secondo prevede più specificamente l’intervento di due ambulanze del Servizio Emergenza Territoriale 118, di cui una medicalizzata per il controllo a terra, mirato all’accertamento di altre patologie o di eventuali ferite e lesioni oppure di altre situazioni che rendano necessarie cure mediche anche di primo soccorso. Il terzo livello comporta l’allerta del Dipartimento di Prevenzione che, in collaborazione con gli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera (USMAF) e CRI, provvederà ad effettuare i tamponi antigenici rapidi (con POCT) per l’identificazione precoce di casi positivi COVID-19. Analogamente, il Policlinico di Bari ha predisposto l’intervento, oltre alla centrale operativa del 118, di personale medico dedicato ad eventuali emergenze pediatriche. La Protezione Civile, infine, garantirà supporto tecnico e logistico fornendo dispositivi di protezione individuale, guanti, tute e maschere oltre che acqua e beni di prima necessità.

Bari, screening gratuito fissato il 15 novembre: la convocazione dell’Asl arriva il giorno dopo

“Che tipo prevenzione intende fare la ASL di Bari e la Regione Puglia mandando lettere dove si invitano le donne tra i 50/69 anni a presentarsi in un ospedale di Bari per effettuare gratuitamente la mammografia, ma la lettera arriva dopo la fissazione dell’appuntamento? La denuncia parte da una donna residente nel Barese che ha ricevuto solo il 16 novembre scorso una lettera dell’ASL di Bari dove la invitava ad andare alla Clinica Santa Maria per effettuare lo screening, peccato che l’appuntamento era per il 15 novembre (il giorno prima dell’arrivo della lettera) e bisognava dare conferma ben 7 giorni prima! Ma sembra che nella stessa situazione siano tante donne che coglierebbero al volo l’opportunità di eseguire la mammografia gratuitamente, specie in un momento come questo”.

La denuncia è del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Michele Picaro, che ha chiesto l’audizione dell’assessore alla Salute, Rocco Palese. “Chiaramente oltre il danno la beffa, perché la donna in questione ha subito cercato di comunicare il disguido chiamando un numero verde al quale non ha risposto mai nessuno, anzi una voce preregistrata invitava ad attendere perché al più presto avrebbe risposto un operatore dissolto nella musica sinfonica di sottofondo – aggiunge -. Ma oltre il danno che viene fatto per cui tante donne non fanno la preziosa prevenzione che consentirebbe di individuare sul nascere un carcinoma e quindi sconfiggerlo vittoriosamente, quale spreco di denaro pubblico c’è dietro tutto questo? Invio di lettere che non arrivano in tempo e medici in attesa di visite che sono sicuramente meno di quelle che sarebbero se il sistema funzionasse. Per questo motivo ho chiesto l’audizione dell’assessore Palese per conoscere quale percentuale di donne risponde all’invito allo screening rispetto alle donne pugliesi che si ritrovano nella fascia fra i 50/69 anni, perché se la risposta non è adeguata forse il vulnus è proprio nell’organizzazione.”