Pediatrico Bari, muore a 12 anni sotto i ferri: il primario Leonardo Milella assolto per il caso Zaray

Il Tribunale di Bari ha assolto “per non aver commesso il fatto” Leonardo Milella, primario del reparto di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari, imputato per l’omicidio colposo della 12enne di origini colombiane Zaraj Tatiana Coratella Gadaleta.

La ragazzina morì il 19 settembre 2017 per una ipertermia maligna subito dopo un intervento di riduzione di una frattura al femore. Al primario, intervenuto ad operazione chirurgica conclusa, la pubblica accusa contestava di aver erroneamente diagnosticato una “tromboembolia polmonare” e “ritardato” di altre tre ore “la somministrazione del farmaco salvavita”.

A processo era costituito parte civile il padre della vittima. “Dopo 6 anni di processo e l’audizione di diversi testimoni, e sopratutto consulenti di fama nazionale, il tribunale ha riconosciuto l’assoluta assenza di responsabilità del dott.Milella per il decesso della giovane paziente. Il lungo e complesso dibattimento ha reso giustizia al mio assistito – spiega il difensore di Milella, Angelo Loizzi – che sin dal primo momento ha rivendicato la correttezza del suo operato. Oggi, finalmente, gli è stata restituita la serenità che merita”.

Traffico di droga a Bitonto, il boss Domenico Conte assolto in appello. Ridotte altre 27 condanne

La Corte d’Appello di Bari ha annullato la condanna a 16 anni, assolvendolo «perché il fatto non sussiste», nei confronti del boss di Bitonto Domenico Conte (assistito dalla legale Marianna Casadibari), condannato in primo grado in abbreviato nel 2022 perché ritenuto uno dei capi di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga nel nord Barese insieme a Roberto Dello Russo, Paolo Ficco e Giambattista De Sario.

La Corte d’Appello ha poi confermato e ridotto altre 27 condanne, tra cui quelle di Dello Russo, De Sario (entrambi da 20 a 14 anni) e Ficco (da 20 a 12 anni). I Comuni di Bitonto e Terlizzi e la Regione Puglia erano costituiti parte civile.

L’associazione, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, avrebbe operato sui Comuni di Bitonto e Terlizzi per agevolare proprio il clan Conte, ritenuto una «propaggine» del clan Capriati di Bari.

Nell’ambito di questa inchiesta, coordinata dalla Dda di Bari e condotta dai carabinieri, in 27 furono arrestati a gennaio 2020. Per Conte è stata recentemente annullata dalla Cassazione una condanna a 20 anni per il suo presunto coinvolgimento nell’omicidio della sarta Anna Rosa Tarantino, 87enne uccisa per errore a Bitonto il 30 dicembre 2017.

Bari, si addormenta in macchina durante le ronde notturne: ex vigilante del Politecnico assolto dall’accusa di truffa

Un ex vigilante del Politecnico di Bari è stato assolto dal Tribunale con formula piena dall’accusa di truffa. Si era addormentato qualche ora in macchina durante le ronde notturne, la scoperta è stata fatta da un investigatore privato che era stato incaricato dall’azienda per cui l’uomo lavorava.

L’avvocato ha puntato sull’inadempimento contrattuale. Lo stesso vigilante aveva ammesso le proprie responsabilità, spiegando di essersi addormentato perché costretto a svolgere diversi lavori per sostenere la famiglia.

Bari, si avvicina all’ex fidanzata che lo aveva denunciato: assolto Alessandro Angelillo. È il killer di Anna Costanzo

Il Tribunale di Bari ha assolto il 48enne Alessandro Angelillo “per non aver commesso il fatto” dall’accusa di aver violato il divieto di avvicinamento nei confronti di una sua ex fidanzata. L’uomo, a febbraio del 2024, ha finito di scontare la condanna irrevocabile a 16 anni e 6 mesi di reclusione per l’omicidio della sua fidanzata Anna Costanzo, truccatrice del teatro Petruzzelli di Bari uccisa in casa nel luglio del 2009.

Durante un permesso premio di 10 giorni, ottenuto dal carcere di Volterra in cui era detenuto, nel 2019 Angelillo si sarebbe recato nel luogo di lavoro della sua ex fidanzata, con la quale ha avuto una relazione parallela mentre era fidanzato anche con Anna Costanzo. L’avrebbe “fissata con un sorriso di scherno, costringendola a chiedere ausilio a una pattuglia della polizia locale lì presente”. Secondo l’accusa questo comportamento avrebbe determinato una violazione del divieto di avvicinamento nei confronti della donna ma la misura non era in vigore al momento del fatto. Nel 2009 Angelillo fu denunciato dalla donna per violenza privata, lesioni personali e ingiuria e per questo fu sottoposto alla misura del divieto di avvicinamento. Nel 2010 fu condannato a 9 mesi di reclusione solo per le lesioni, nel 2011 fu assolto anche da quell’accusa. Per questo non gli sarebbe mai stato revocato il divieto di avvicinamento di fatto decaduto dopo l’assoluzione, che dunque non sarebbe stato in vigore nel 2019. Le motivazioni della sentenza saranno pubblicate in 90 giorni.

Nasconde il cadavere del padre per mesi e percepisce la sua pensione: 56enne assolto per vizio totale di mente

Luigi Caracciolo, il 56enne di Corigliano d’Otranto accusato di aver nascosto per un anno e mezzo il corpo del padre 83enne morto in casa per cause naturali con l’obiettivo di continuare a riscuotere la pensione, è stato assolto per vizio totale di mente dalle accuse di occultamento di cadavere, truffa ai danni dell’Inps e utilizzo indebito di carte di credito.

Il corpo era stato ritrovato in avanzato stato di decomposizione nella casa dove viveva l’anziano il 15 marzo 2023, avvolto da lenzuola e coperte e con un ventilatore accesso vicino. Il gup ha anche disposto la misura di sicurezza della libertà vigilata per due anni con ricovero presso la Crap dove si trova attualmente con l’obbligo di rispettare la terapia di cura.

“La pm Merra e l’avvocato De Cesare sono trombamici”, il giudice assolve il barese Sesta: “Non è un’offesa”

L’avvocato barese Leonardo Sesta è stato assolto dall’accusa di diffamazione nei confronti della magistrata Simona Merra, ex pm di Trani oggi in servizio al Tribunale Civile di Bari. La donna è stata travolta qualche tempo fa dallo scandalo della mancata astensione dall’inchiesta sul disastro ferroviario in Puglia nel 2016, in cui era coinvolto l’avvocato Leonardo De Cesare, legale di una degli indagati, con cui aveva un rapporto di frequentazione. La foto del bacio del piede era diventata virale sui social, tanto da finire anche sul tavolo del Consiglio superiore della magistratura.

“Il pubblico ministero non doveva essere destinataria solo di una censura, bensì doveva essere buttata fuori dalla magistratura, poiché lei e l’avvocato erano trombamici”, le parole proferite da Sesta in un evento presso la libreria Mondadori di Bisceglie. Merra ha così denunciato l’avvocato barese, ma il giudice di pace lo ha assolto. “La parola trombamico è un neologismo creato all’incirca nel 2015, che sta a significare una relazione di amicizia, che include l’intimità sessuale ma priva di implicazioni sentimentali o romantiche – si legge nelle carte -. Una parola ormai entrata nel linguaggio corrente e si è liberata di accezioni negative perché unisce al profilo sessuale la componente amicale Nel linguaggio corrente tale tipologia di rapporto, definita anche amico di letto, è priva di disvalore etico e morale”. Insomma trombamico non è una parola offensiva.