Al termine del processo, il Tribunale di Bari ha assolto l’ex sindaco D’Atri, difeso dall’avv. Antonio La Scala, perché “il fatto non sussiste”, in quanto sono emersi numerosi elementi che rendono contraddittoria la versione offerta dall’ex sindaco di Cassano Murge in sede di dibattimento.
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Il Tribunale di Bari ha assolto un 50enne dall’accusa di tentate lesioni gravissime per aver nascosto alla partner il fatto di essere affetto dal virus Hiv e di averlo rivelato solo dopo aver consumato il rapporto sessuale.
Continue readingIn auto con 12 grammi di cocaina, assolto ex poliziotto a Bari. I giudici: “Il fatto non costituisce reato”
Il Tribunale di Bari in composizione monocratica ha assolto dall’accusa di favoreggiamento personale, “perché il fatto non costituisce reato”, un agente di polizia. L’uomo era a processo perché trovato in possesso di poco più di 12 grammi di cocaina – di cui avrebbe ceduto una dose a una donna – e accusato di aver aiutato un uomo arrestato in flagranza per spaccio di stupefacenti a eludere le investigazioni dell’autorità. Sentito a sommarie informazioni, infatti, il poliziotto negò che l’arrestato gli avesse ceduto la cocaina poi trovata nel suo borsello all’interno della sua auto.
La Procura aveva chiesto la condanna a 8 mesi, l’imputato era difeso dall’avvocato Antonio La Scala. Il Tribunale ha riconosciuto come, nel caso specifico, si potesse applicare un’esimente: l’acquirente di modiche quantità di sostanze stupefacenti per uso personale non può essere condannato se si rifiuta di fornire alla polizia giudiziaria informazioni sulle persone da cui ha ricevuto la droga se, in concreto, queste informazioni possono determinare nei suoi confronti un grave ed inevitabile danno alla sua libertà ed al suo onore.
Il Tribunale ha riconosciuto l’esistenza del danno perché l’imputato, agente di polizia, avrebbe potuto subire gravi ripercussioni sul lavoro e sulla sua carriera. Si conclude così, dopo 7 anni, la vicenda dell’agente di polizia nel frattempo in pensione per malattia. L’uomo, nel 2018, era finito nuovamente sotto processo per truffa aggravata e falso ideologico perché, nel periodo in cui era in malattia, era stato trovato in vacanza in Albania. Anche in quel caso fu assolto (“perché il fatto non sussiste”) perché la malattia di cui era affetto, di tipo psichiatrico, non fu ritenuta incompatibile con la vacanza.
Giovinazzo, ignora divieto di avvicinamento alla ex compagna ma viene assolto: “Non ha commesso reato”
Il 21 agosto scorso era stato arrestato dai Carabinieri, ma a distanza di mesi il suo comportamento non è stato ritenuto doloso.
Continue readingImpedisce alla figlia di fidanzarsi perché promessa in sposa a connazionale: assolto 53enne a Lecce
Il commerciante 53enne nativo dell’isola di Sri Lanka era finito sotto accusa per aver impedito all’epoca dei fatti alla figlia 14enne di fidanzarsi con un compagno di scuola perché promessa in sposa dall’infanzia ad un suo connazionale.
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Secondo l’accusa il 33enne, grazie all’aiuto di due complici (Vito Genchi e Giovanni Rossini), avrebbe regolarmente timbrato il cartellino nonostante alcuni giorni non si fosse recato al lavoro o si fosse presentato in ritardo.
Continue readingBari, finisce in carcere per 193 giorni ma viene assolto: imprenditore risarcito 23 anni dopo
Protagonista l’imprenditore svizzero 77enne Romeo Casola, coinvolto nel 2000 in una maxi inchiesta sul traffico di droga internazionale dall’Albania alla Colombia passando per la Puglia.
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Il giovane, dipendente di una impresa edile, ha scelto di ricorrere al rito abbreviato e ha dichiarato che la marijuana era solo ed esclusivamente per uso personale. Seppur la coltivazione in Italia è vietata, il giudice questa volta ha chiuso un occhio.
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Sono state depositate le motivazioni della sentenza con cui è stato assolto l’avvocato barese Gaetano Filograno e prosciolto con la stessa formula il collega e consigliere comunale di Bari del centrosinistra Nicola Loprieno dall’accusa di detenzione e spaccio di stupefacenti. Non andava contestato lo spaccio di droga, ma la simulazione di reato secondo il Tribunale.
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Il protagonista cercò di evitare la multa e la vicenda è finita in aula. “Vattin va mo ti devo dare una”, una delle frasi pronunciate contro i vigili.
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