Banca Popolare di Bari, falso in bilancio: indagati ex dirigenti. Bankitalia e Consob ammesse parti civili al processo

Bankitalia e Consob sono tra le parti civili ammesse dal gup del Tribunale di Bari Giuseppe De Salvatore all’udienza preliminare a 8 ex dirigenti della Banca Popolare di Bari (ora Banca del Mezzogiorno).

Tra gli indagati l’allora presidente del cda Marco Jacobini e il figlio Gianluca (ex vice dg) accusati, a vario titolo, di false comunicazioni sociali, aggiotaggio bancario, ostacolo alla vigilanza e, nel caso dei due Jacobini e dell’ex direttore generale Vincenzo De Bustis Figarola, anche di maltrattamenti, lesioni personali ed estorsione nei confronti dell’ex Chief Risk Officer Luca Sabetta, assunto per quel ruolo e poi – per l’accusa – demansionato. Tra le parti civili vi sono diversi risparmiatori ed ex azionisti dell’istituto bancario, lo stesso Sabetta, Codacons, Comune di Bari, Banca del Mezzogiorno e l’associazione ‘Avvocati dei consumatori’.

Respinta invece la richiesta di costituzione di 16 risparmiatori e di una società, il cui legale rappresentante aveva agito in proprio. Il gup, su richiesta di alcune parti civili, ha anche disposto la citazione di Banca del Mezzogiorno come responsabile civile. Il processo proseguirà il 10 gennaio.

Banca popolare di Bari, truffa da 8 milioni di euro su prodotti finanziari illiquidi: 88 indagati

Sono 88 le persone indagate nell’ambito di un’inchiesta della Guardia di Finanza di Bari. Tra loro ci sono anche vertici pro tempore della Banca Popolare di Bari e i responsabili delle filiali dell’istituto di credito. L’accusa a loro carico è quella di aver truffato in concorso gli investitori per un importo complessivo che supera gli 8 milioni di euro. Agli indagati è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini avviate dopo le denunce presentate da 176 persone indotte, attraverso artifizi e raggiri e approfittando della particolare situazione di vulnerabilità, all’acquisto di prodotti finanziari “illiquidi” e ad elevata rischiosità emessi dalla Banca popolare di Bari.

Stando alle ricostruzioni delle fiamme gialle, le persone indagate «non avrebbero fornito agli investitori notizie appropriate per effettuare consapevolmente le proprie scelte di investimento». La procura contesta agli indagati di aver violato le disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, manipolando il questionario di profilatura del rischio, con la finalità di porre le basi per la successiva collocazione di strumenti finanziari evidentemente inadeguati alle caratteristiche personali e agli obiettivi della persona offesa. Inoltre sarebbe stata omessa la raccolta di tutte le informazioni necessarie ai fini della valutazione dell’adeguatezza dello strumento finanziario da collocare in relazione all’esperienza, alla conoscenza e agli obiettivi di investimento della clientela; la consegna ai clienti dei documenti previsti per legge e l’adeguata informazione sulla natura illiquida e particolarmente rischiosa del titolo, non negoziato su mercati regolamentati e caratterizzato da un’alea, che doveva essere specificatamente rappresentata. La contestazione riguarda, altresì, la predisposizione e l’utilizzo di un modello di questionario di profilatura dei clienti che agevolava l’attribuzione all’investitore di un profilo di rischio sintetico medio/medio-alto, adeguato al collocamento di azioni proprie della Banca Popolare di Bari; l’attribuzione fraudolenta agli strumenti finanziari di un livello di rischio sintetico minore rispetto a quello attribuito alle azioni, quotate e non quotate, di banche terze, al fine di manipolare la valutazione di adeguatezza/appropriatezza delle operazioni di investimento dei clienti; indicazione nel prospetto di vendita degli strumenti finanziari di informazioni poco chiare sui fattori di rischio degli stessi e l’attuazione di procedure inadeguate finalizzate alla trattazione degli ordini di vendita in palese violazione della parità dei soci con conseguente impossibilità di vendere le azioni stesse nel momento in cui vi era la possibilità.

 

Banca Popolare di Bari, perdite e rinnovo del CdA. Azionisti in protesta: “Esclusi dall’assemblea per paura”

Questa mattina un centinaio di azionisti della Banca popolare di Bari che in seguito al crac hanno perso gran parte dei propri risparmi, ha protestato davanti alla sede principale dell’istituto creditizio, a Bari. Con loro, in strada, le associazioni Asso Bpb azionisti e Comitato indipendente azionisti della Bpb.

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Banca Popolare di Bari senza pace, si dimette il CFO. Azionisti preoccupati: “Situazione quasi irreversibile”

“Siamo sempre più preoccupati per la nostra Banca Popolare di Bari. Ci giunge notizia del recentissimo già intervenuto dimissionamento immediato del CFO (Responsabile Finanziario) della banca, in seguito alle gravi perdite subite dal patrimonio sociale a causa, sembrerebbe, di un errato investimento finanziario”. Inizia così la nota del Direttivo AssoAzionistiBPB e del Direttivo Comitato Indipendente Azionisti BP.

“Da informative ricevute sembrerebbe, infatti, che una rilevantissima somma sia stata investita in titoli di stato (alcuni mesi fa) e prima del balzo dei tassi di interesse E che, in conseguenza dell’andamento del mercato dei titoli di stato, il valore nominale dell’investimento a suo tempo realizzato, abbia subito quest’oggi un notevole decremento, con riflessi negativi sul conto patrimoniale societario – si legge nel comunicato -. L’operazione – stante il rilevantissimo valore – dovrebbe esser stata avallata dagli attuali amministratori, e però pare che a pagarne il prezzo – oltre a noi azionisti- è stato unicamente il CFO, quale capro espiatorio. Se a ciò si aggiunge l’imminente sciopero dei dipendenti della Banca indetto da tutte le sigle sindacali per protesta contro gli attuali vertici di BPB (primo nella storia della Banca), è da ritenersi ancor più fondata la richiesta da noi tempo fa avanzata di azzeramento e rinnovo totale dell’attuale governance della banca. E ciò prima che la situazione diventi irreversibile e che i conti aziendali precipitino ulteriormente aggravando le forti perdite di bilancio registrate anche nel 2022. Non accetteremo mai che le nostre azioni continuino a essere carta straccia, anche per colpa di inadeguati amministratori incapaci di rilanciare un glorioso istituto di credito”.