Il processo inizierà il 27 settembre alla Fiera del Levante di Bari. Il gup ha inoltre ratificato il patteggiamento della banca alla multa di 240 mila euro per la responsabilità amministrativa degli enti.
Continue readingBanca Popolare di Bari, da accusatore a indagato: Sabetta davanti al gip per tentata estorsione
Il principale accusatore degli ex vertici della Banca Popolare di Bari, l’ex responsabile della gestione rischi dell’istituto di credito Luca Sabetta, è indagato per tentata estorsione ai danni della banca – con richiesta di archiviazione da parte della Procura alla quale l’ex amministratore delegato della banca si è opposto – ed è stato contemporaneamente citato come testimone nel processo in corso a carico di Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio rispettivamente ex presidente ed ex condirettore generale, accusati di falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo all’attività di vigilanza di Bankitalia e Consob.
Sabetta ha testimoniato oggi nell’udienza del processo agli ex amministratori Jacobini assistito da un legale, l’avvocato Stefano De Francesco, in quanto indagato in un procedimento connesso che nelle prossime ore il gip del Tribunale di Bari Angelo Salerno deciderà se archiviare.
Nel giorno in cui Sabetta siede al banco dei testimoni nell’aula allestita nella Fiera del Levante, in un’altra aula del Tribunale di via Dioguardi si discute l’opposizione alla richiesta di archiviazione del procedimento a suo carico per tentata estorsione. Sabetta fu denunciato nel giugno 2017, circa un anno dopo essere stato licenziato, dall’allora ad Giorgio Papa, per una lettera nella quale “avrebbe tentato di costringere gli organi di vertice della Banca Popolare di Bari – si legge negli atti – ad instaurare una trattativa finalizzata alla risoluzione consensuale del suo rapporto di lavoro, minacciando che, ove la sua proposta non fosse stata accolta, avrebbe divulgato informazioni che probabilmente avrebbero dato impulso ad un procedimento penale a carico dell’istituto di credito”.
Per la pm della Procura di Bari Savina Toscani questo non costituiva una minaccia, tenuto anche conto che anni dopo, nel giugno 2020, il giudice del lavoro ha dato ragione a Sabetta dichiarando illegittimo il licenziamento.
Secondo l’allora ad, però, in quella lettera Sabetta aveva usato «toni minacciosi» tipici di un tentativo di estorsione. Il gip si è riservato di decidere. Intanto Sabetta ha risposto per ore alle domande della Procura nel processo nato proprio dalle sue rivelazioni. Ha cominciato a raccontare la fase della sua assunzione, nell’ottobre 2013, e i sospetti sull’operazione che portò all’acquisizione di Banca Tercas, di cui lui sarebbe venuto a conoscenza solo a cose fatte. La sua testimonianza proseguirà nell’udienza del 28 aprile.
Banca Popolare di Bari, azionisti in protesta scrivono a Emiliano: “Regione dia risposte sui ristori”
Assoazionisti Banca popolare di Bari e il Comitato indipendente azionisti chiedono alla Regione Puglia di “dare effettivo corso al sostegno finanziario ai soci, per le azioni legali che stanno intraprendendo, come disposto nella legge regionale del 16 dicembre scorso, con la quale – ricordano in una lettera inviata al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano – sono stati stanziati 300mila euro a sostegno finanziario delle spese legali degli azionisti che hanno subito danni dall’acquisto di azioni bancarie”.
In una manifestazione di protesta che si è svolta stamattina a Bari con cartelli e striscioni, gli azionisti che si ritengono truffati dalla vecchia gestione dell’istituto di credito per aver acquistato anni fa azioni il cui valore è stato poi azzerato, chiedono anche di “concretizzare un intervento normativo per ristorare i soci dell’azzeramento del valore azionario, alla luce dell’ordine del giorno approvato in Senato nel corso della sessione di bilancio” che impegnava il Governo a valutare la possibilità dio istituire un fondo destinato al ristoro dei risparmiatori e soci della banca.
Infine, ai rappresentanti politici locali, chiedono di “sostenere la richiesta di dimissioni dell’intero Consiglio di amministrazione che sta affossando la banca invece di risanarla e sta sempre più depauperando il patrimonio dei soci”.
Popolare di Bari, ostacolo alla vigilanza e false comunicazioni sociali: banca patteggia sanzione per 240mila euro
Rischiano il processo l’ex condirettore generale Gianluca Jacobini, Giuseppe Marella e Nicola Loperfido, rispettivamente ex responsabili dell’Internal Audit e della Direzione Business dell’istituto di credito.
Continue readingCrac Popolare Bari, ristori per gli azionisti: associazioni incontrano il senatore Damiani
AssoAzionistiBpB (Carrieri) e Comitato Indipendente AzionistiBPB (D’Addario) hanno incontrato il Senatore Dario Damiani (FI) per fare il punto dell’iter legislativo del disegno di legge presentato per ristorare i soci della Popolare di Bari.
Continue readingCrac Fusillo, 14 imputati nel processo: Banca Popolare di Bari sarà responsabile civile
Lo ha stabilito il Tribunale di Bari, prendendo così una decisione diversa da quella dell’altro collegio dello stesso Tribunale, chiamato a pronunciarsi sulla medesima questione nel processo agli ex amministratori della banca.
Continue readingCrac Popolare Bari, si cerca nuovo amministratore delegato: spunta il nome di Cristiano Carrus
Il MedioCredito Centrale, nonostante i dubbi dei comitati e degli esponenti del Movimento 5 Stelle, ha già deliberato la nomina.
Continue readingLello e la sua ditta di pulizie truffati dalla Popolare di Bari: “Ho perso 130mila euro”
Quinto Potere torna ad occuparsi del crac della Banca Popolare di Bari. Lello, titolare di un’impresa di pulizie con 3 dipendenti, ha perso tutti i sacrifici di una vita e gli investimenti fatti negli ultimi anni. L’uomo, nell’intervista concessa al nostro Antonio Loconte, rivolge un appello per recuperare almeno una parte dei soldi.
Crac Popolare Bari, azionisti e soci preparano emendamento alla Finanziaria: “Risarciteci i soldi ci sono”
Soci e azionisti continuano a protestare davanti alla Banca Popolare di Bari. Dopo il crac tutti hanno perso i loro risparmi e dopo 2 anni nell’attesa che la banca e la politica trovassero una soluzione per risarcire i soci e gli azionisti, questi ultimi hanno proposto un emendamento.
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