Barche confiscate e sparite nel Salento: 6 denunce. Nei guai enti pubblici e associazioni no profit

Natanti confiscati agli scafisti erano stati affidati ad alcune associazioni no profit per svolgere scopi sociali e benefici, ma i finanzieri della sezione operativa navale di Gallipoli (Lecce) hanno scoperto che una unità da diporto era stata venduta per ripianare un debito, in un altro caso una barca sarebbe stata fatta sparire e un’altra era stata parcheggiata e smontata.

A conclusione dei controlli sei persone sono state segnalate all’Autorità Giudiziaria ed è stata sequestrata un’imbarcazione. I finanzieri, in particolare, hanno individuato un’associazione no profit che aveva distratto un’imbarcazione affidatale in custodia giudiziale, vendendola ad una società adibita ad ormeggio e ricovero unità da diporto, allo scopo di ripianare un debito. In un’altra circostanza, i militari hanno individuato un ente pubblico a cui erano stati affidati, in custodia giudiziale, due natanti da utilizzare nell’attività di sorveglianza di un parco naturale marino regionale. Durante il controllo, l’ente non è stato in grado di giustificare la scomparsa di un natante e l’abbandono di un altro in un cantiere navale da cui mancavano tre motori.

Bari, la Guardia di Finanza scopre 20 barche sconosciute al Fisco: multe per un valore di 3 milioni di euro

I militari della Stazione Navale della Guardia di Finanza di Bari hanno identificato negli approdi del capoluogo diverse imbarcazioni da diporto battenti bandiera estera, di fatto appartenenti a cittadini italiani. La verifica successiva circa gli obblighi fiscali che disciplinano la proprietà di imbarcazioni all’estero, nell’ambito del cosiddetto ‘monitoraggio fiscale’, ha consentito alle Fiamme Gialle di riscontrare la mancata compilazione del quadro relativo al monitoraggio su investimenti e attività finanziarie all’estero, della dichiarazione dei redditi da parte dei rispettivi titolari. In particolare, sulla scorta della documentazione, i finanzieri hanno accertato che 20 unità da diporto sottoposte a controllo (battenti bandiera estera) sono risultate completamente sconosciute al fisco.

L’omessa dichiarazione di tali imbarcazioni, riferita agli ultimi cinque anni d’imposta, comporterà l’irrogazione di sanzioni amministrative su un valore stimato delle imbarcazioni di circa 3.000.000 di euro. Il considerevole numero di bandiere estere issate sulle imbarcazioni da diporto di proprietà di cittadini italiani è riconducibile al cosiddetto fenomeno del ‘flagging out’, attraverso il quale molti proprietari di natanti, in alcuni casi yacht di lusso, preferiscono ‘emigrare’, solo sulla carta, verso registri navali esteri, dismettendo così la bandiera nazionale, nel tentativo di nasconderne il possesso al fisco italiano e realizzare una notevole riduzione dei costi di gestione riferiti alle dotazioni di sicurezza e alle periodiche revisioni, nonché di acquisire la possibilità di navigare senza limitazioni.