Come di consueto torna la rubrica del venerdì con Silvio Sisto. Il Bomber questa volta ha chiesto ai baresi cosa ne pensano dell’apertura dei nuovi locali in città. Dall’Antico Vinaio, Porzio, Da Michele, Capuano e Con Mollica o Senza. Bari continua ad essere una forte meta attrattiva e di investimento.
Scusa se insisto, al Grande Fratello c’è Silvio Sisto. I baresi sui reality: “Finti e studiati”
Auto per ore col vetro rotto, baresi rassegnati in zona rossa: “Continuano spacciare e fare danni”
A partire da lunedì 24 febbraio, a Bari, sono state istituite alcune zone rosse a vigilanza rafforzata. Tra queste c’è piazza Umberto. In piena notte, come abbiamo potuto constatare grazie alle testimonianze raccolte sul posto, qualcuno ha sfondato il vetro di un’auto che è rimasta così per diverse ore.
Continue readingScusa se insisto, in Comune c’è Silvio Sisto: baresi divisi sul sindaco Leccese
È venerdì e come di consueto torna su Quinto Potere la rubrica di Silvio Sisto. Questa volta il Bomber si è recato nelle strade principali della città per chiedere ai baresi cosa ne pensano del sindaco Leccese che ha raccolto l’eredità di Decaro in Comune.
C’è chi già si sbilancia, chi approva, chi prende tempo per valutarlo e chi lo boccia. E voi da che parte state?
Scusa se insisto, calciatori e politici con Silvio Sisto: baresi divisi tra Tv e social
È venerdì e come di consueto torna su Quinto Potere la rubrica di Silvio Sisto. Questa volta il Bomber si è superato intervistando anche gente illustre come l’ex calciatore del Bari Giovanni Loseto e l’assessore del Comune di Bari Pietro Petruzzelli. I baresi vedono ancora la televisione o seguono di più i social? Ecco cosa ha scoperto il nostro inviato speciale.
Scusa se insisto c’è Silvio Sisto. E come mai si tradisce? Baresi divisi: “Parlate con i partner”
È venerdì e come di consueto torna su Quinto Potere la rubrica di Silvio Sisto. Questa volta il Bomber si è recato a Poggiofranco per parlare del tradimento, un tema fortemente attuale e allo stesso tempo molto piccante. I baresi tradiscono? Cosa ne pensano del tradimento e soprattutto sono disposti a perdonarlo? Ecco cosa ha scoperto il nostro inviato speciale.
Guerriglia tra ultrà baresi e leccesi sull’A16, al via il processo: 11 indagati. Ascoltati i primi autisti – I NOMI
Lo scontro tra 11 ultras di Bari e Lecce avvenuto il 23 febbraio 2020 sull’A16, all’altezza dello svincolo per Foggia, approda in Tribunale. Sono coinvolti 6 tifosi biancorossi (il capo ultras Domenico Tarulli, Bartolomeo Colucci, Giuseppe Alberga, Daniele Di Fonte, Nicola Giardino e Vito Santamaria) e 5 giallorossi (Gabriele De Carlo, Mirko Quarta, Andrea Carlà, Paolo Ciccarese e Salvatore De Matteis). Tutti sono accusati a vario titolo di blocco stradale, rissa, danneggiamento a seguito di incendio e furto. Un ultras salentino ha scelto il rito abbreviato.
Il processo è iniziato con le testimonianze degli autisti che guidavano i tre pullman con a bordo i sostenitori biancorossi. Le due tifoserie erano venute a contatto ieri mentre percorrevano lo stesso tragitto autostradale. I tifosi baresi erano diretti a Castellamare di Stabia per l’incontro di calcio Cavese-Bari, quelli leccesi a Roma per l’incontro Roma-Lecce. Scoppiò una guerriglia tra sassaiola, lancio di petardi e fumogeni, minivan incendiati e aggressioni a colpi di spranghe.
“All’altezza di Cerignola ovest mi accorgo che in prossimità dello svincolo, sulla corsia di emergenza, vi erano due minivan con a bordo tifosi leccesi, pochi attimi dopo ho visto il pullman davanti al mio saltare ed alcuni pezzi di lamiera e copertone venire verso il mio mezzo, tant’è che ho dovuto scansarli per evitare danni. Tutti gli occupanti del mio pullman e di quello in avaria sono scesi dai mezzi, mi sono girato verso la strada e ho visto l’autostrada bloccata dai mezzi dei tifosi leccesi – il racconto di uno dei tre autisti -. A quel punto gli ultras si sono armati di mazze e bastoni, fumogeni e petardi e si sono lanciati contro i leccesi che in segno di sfida li aspettavano al centro della carreggiata. Subito dopo giungeva la massa degli altri tifosi baresi e lo scontro è diventato estremamente violento. Ho visto persone che rientravano ferite dal luogo dello scontro, ho visto fumo e ho realizzato che era stato incendiato qualche furgone. Quando lo scontro si è diradato gli occupanti del mio pullman sono saliti sul mezzo brandendo bandiere giallo-rosse, sciarpe e altri oggetti appartenuti ai leccesi che mostravano agli altri come bottino di guerra”.
Pedopornografia online, 26 indagati e 9 arresti in tutta Italia: tra loro 2 baresi. Sequestrati migliaia di file
Sono 9 le persone arrestate in flagranza di reato dalla Polizia di Stato nell’ambito di una vasta operazione su tutto il territorio nazionale di contrasto alla pedopornografia online, coordinata dalla Procura Distrettuale di Catania. L’indagine, condotta dal Centro operativo per la sicurezza cibernetica della Polizia Postale di Catania, ha consentito di indagare 26 persone in diverse regioni per detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico, sottoposte a perquisizioni personali e informatiche. Sequestrati migliaia di file, scambi di immagini e video raccapriccianti, con abusi anche su bambini piccolissimi. Le investigazioni, coordinate dal Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online (Cncpo) del servizio della Polizia postale, hanno preso avvio da una complessa attività di analisi informatica su alcuni dispositivi elettronici sequestrati a un indagato, arrestato mesi fa per le stesse condotte, sui quali – all’interno di una piattaforma di messaggistica – erano stati trovati gruppi dediti allo scambio di immagini e video raccapriccianti, con abusi anche su bambini piccolissimi.
Meticolose e complesse indagini anche di natura estremamente tecnica hanno portato all’identificazione dei soggetti attivi sui gruppi, nei confronti dei quali la Procura distrettuale di Catania ha emesso provvedimenti di perquisizione personale e informatica. Le perquisizioni sono state eseguite con la collaborazione dei vari Centri operativi per la sicurezza cibernetica della Polizia Postale a Catania (1), Roma (3), Milano (3), Brescia (2), Varese (1), Bergamo (1), Catanzaro (1), Bari (2), Foggia (1), Torino (2), Cuneo (1), Genova (2), Imperia (1), Avellino (1), Livorno (1), Prato (1), Ravenna (1), Ascoli piceno (1). Gli arrestati risiedono nelle province di Catania (1), Roma (1), Milano (2), Firenze (1), Bergamo (1), Ravenna (1), Varese (1) e Imperia (1). Uno di loro, oltre a migliaia di file pedopornografici, aveva nella disponibilità del suo cloud il formato digitale del libro ‘Guia del pedofilo (‘Guida del pedofilo’). Il materiale rinvenuto e sequestrato nel corso delle perquisizioni è al vaglio della Procura distrettuale di Catania e della Polizia postale per ulteriori approfondimenti investigativi utili anche all’identificazione delle piccole vittime.
Agenti feriti e scontri nel pre partita di Venezia-Bari, altri 11 Daspo per gli ultras coinvolti: tra loro 9 baresi
Il questore di Venezia ha emesso altri 9 provvedimenti di Daspo nei confronti di altrettanti ultras del Bari dopo gli scontri registrati con la tifoseria di casa in occasione del match disputato lo scorso 10 marzo valido per il campionato di Serie B. Due invece i tifosi del Venezia raggiunti dal provvedimento. Nell’occasione rimasero feriti cinque operatori del Reparto mobile di Padova, due carabinieri del Battaglione di Mestre e un vigile del fuoco.
Erano già stati adottati i primi 18 provvedimenti di durata tra 3 e 5 anni nei confronti di 9 ultras del Venezia e di 9 ultras del Bari, tutti denunciati per istigazione a delinquere e violazione delle disposizioni a tutela dell’Ordine pubblico. Altri 11 Daspo sono stati adottati dopo ulteriori accertamenti che hanno portato all’identificazione e alla denuncia di 2 ultras veneziani e 9 baresi, verso questi ultimi è stato disposto anche l’obbligo di firma. In totale dunque sono 18 i tifosi biancorossi raggiunti dal Daspo.
Comunali in Puglia, l’Antimafia segnala 11 candidati impresentabili: tra loro due “baresi”. Ecco chi sono
Sono 11 i candidati “impresentabili” che non rispecchiano quanto dichiarato dal Codice di autoregolamentazione stilato dalla stessa Commissione.
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