Taranto, prosegue protesta tir davanti a raffineria Eni: distributori a secco e allarme rifornimenti

Molti distributori di carburanti di Taranto sono rimasti a secco a causa della protesta degli autotrasportatori aderenti all’Usb che da cinque giorni presidiano i varchi della raffineria Eni bloccando l’accesso dei mezzi.

I manifestanti lamentano di essere stati esclusi dalla parte dell’appalto che nel luglio scorso è stato riassegnato alla ditta ligure G e A. Quest’ultima ha precisato che all’indotto locale è garantito almeno il 50 per cento del servizio, ma gli autotrasportatori in agitazione sono usciti dal consorzio CTCT (Consorzio Trasporti Carburanti Taranto) con cui è stato rinnovato il rapporto di sub-vezione. ‘Usb annuncia in una nota che il presidio permanente organizzato di fronte al varco 2 della raffineria Eni di Taranto “prosegue e andrà avanti fino a mercoledì 7 settembre, giorno in cui è previsto il confronto in Prefettura tra l’Eni, la società G e A e l’organizzazione sindacale. Circa 80 i camion parcheggiati lungo la strada consortile che collega le statali 100 e 106 jonica”.

I mezzi sono fermi, aggiunge l’Unione sindacale di base, “nonostante gli autotrasportatori abbiano sottolineato la propria disponibilità a coprire il servizio gratuitamente e con i propri mezzi, per evitare di far ricadere gli effetti negativi della protesta sulla cittadinanza. Si registra che in molte realtà della provincia di Taranto, ma anche nel capoluogo, non è più possibile fare rifornimento”.

Franco Rizzo, coordinatore provinciale Usb Taranto, spiega che “proprio per evitare quello che sta accadendo, la categoria si era messa a disposizione per garantire il carburante negli impianti di distribuzione del territorio. Di fronte all’assenza di risposta, sembra chiaro che questo atteggiamento miri ad alimentare frizioni”.

Caro benzina, taglio delle accise da 30 centesimi: proroga del Governo fino al 5 ottobre

I Ministeri dell’Economia e delle Finanze hanno prorogato gli sconti sulle accise della benzina. È stato infatti firmato il decreto interministeriale che estende al 5 ottobre le misure attualmente in vigore per ridurre il prezzo finale dei carburanti di 30 centesimi al litro per benzina, diesel, gpl e metano per autotrazione. Il costo si aggira sui 500 milioni visto che un mese costa circa 1 miliardo.