Schiaffi, sculacciate, offese e bestemmie ai bimbi dell’asilo: maestra condannata a Lecce

Avrebbe insultato e minacciato i suoi piccoli alunni di età compresa tra i 3 e i 5 anni generando un clima di paura fatto di offese, sculacciate, ceffoni e bestemmie all’indirizzo dei bambini più indisciplinati.

Per questo il Tribunale di Lecce, prima sezione penale, ha condannato alla pena di tre anni di reclusione un insegnante di 60 anni in servizio, all’epoca dei fatti, in una scuola dell’infanzia della provincia di Lecce, con l’accusa di maltrattamenti.

Secondo l’accusa, la donna avrebbe messo in atto “un comportamento improntato a sterile autoritarismo”, determinando cambiamenti nell’umore e nel comportamento dei piccoli. In un’occasione, la donna avrebbe minacciato un bambino di appenderlo al lampadario, in un’altra avrebbe preso una bambina per i capelli per farla ritornare al suo posto. I fatti contestati risalgono al periodo compreso fra dicembre 2014 a febbraio 2015.

A dare il via alle indagini sono stati alcuni genitori la cui denuncia ai carabinieri ha fatto scattare l’installazione di una telecamera nascosta che ha poi confermato i sospetti. La maestra, che non ha mai subito provvedimenti disciplinari e continua a insegnare in un’altra scuola dell’infanzia, ha respinto ogni addebito. Il pm Luigi Mastroniani aveva chiesto una condanna a quattro anni.

Bari, trasporto speciale in corso Sonnino: bimbo riportato in casa al 5° piano dai Vigili del Fuoco

I Vigili del Fuoco di Bari sono intervenuti ieri alle 17 in corso Sidney Sonnino per un trasporto di un bambino appena dimesso dall’ospedale.

Per la sua particolare patologia non poteva essere trasportato in barella nella scale perché non poteva ricevere sollecitazioni, così è stato movimentato con una barella tipo toboga, agganciata all’autoscala, insieme ad un Vigile del Fuoco SAF (speleo alpino fluviale).

Grazie a questa particolare manovra è stato possibile riportarlo a casa, al quinto piano in sicurezza.

Bimbo di 3 mesi muore in culla, indagati 25 medici e 11 infermieri: sotto accusa la Neonatologia del Di Venere

La Procura di Matera ha aperto un’inchiesta sulla morte di un bimbo di 3 mesi nato il 12 settembre 2024 nell’ospedale Di Venere durante un parto gemellare pretermine e deceduto in culla il 15 dicembre dopo essere stato dimesso dal reparto di terapia intensiva neonatale e di neonatologia dell’ospedale barese il 27 novembre.

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Morfologica incompleta, bimbo muore dopo 2 anni di atroci sofferenze: mamma Rita non si dà pace

Federico è morto all’età di 2 anni, sono passati 7 anni da quel giorno e mamma Rita non si dà pace. Vuole giustizia. Nella sentenza di primo grado non vengono riconosciute le responsabilità del medico, dalla morfologica non è emerso da subito la mancanza del cavo del setto pellucido che porta alla mancanza del corpo calloso.

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Aggredisce una ragazza e tenta di rapire il fratellino di 10 anni in pieno centro: arrestato 29enne del Gambia

Avrebbe sottratto dalle mani di una ragazza il fratellino di 10 anni per poi tentare, invano, la fuga un 29enne del Gambia arrestato ieri sera a Brindisi dalla polizia con l’accusa di sequestro di persona, lesioni personali e porto abusivo di oggetti atti ad offendere.

Il tentativo di rapimento del piccolo sarebbe avvenuto in pieno centro. L’indagato dopo aver aggredito la sorella e preso il bambino avrebbe cercato di raggiungere un passaggio a livello. I poliziotti, già in zona, richiamati dalle urla della ragazza hanno individuato in pochi secondi il 29enne mentre si allontanava con il minore, e lo hanno fermato e condotto in carcere. Il bambino e la sorella sono stati soccorsi da un mezzo del 118 giunto sul posto.

Boccone di traverso, rischia di soffocare per strada davanti alla mamma: bimbo di 3 anni salvato dai Carabinieri

Un bimbo di tre anni che era per strada con la mamma ha rischiato di soffocare per un boccone che gli era andato di traverso ostruendo le vie respiratorie e i militari di una pattuglia di carabinieri lo hanno soccorso salvandolo.

L’episodio a Castellaneta. La madre del bambino, che chiedeva aiuto, era ormai in preda alla disperazione ed aveva il bimbo in braccio, tentando invano di salvarlo, quando un passante ha avvertito una pattuglia che si trovava in zona. I carabinieri, formati con corsi di Basic Life Support, hanno immediatamente iniziato a praticare una manovra di disostruzione delle vie respiratorie. Il bimbo ha quindi quasi subito espulso il bolo alimentare e ripreso a respirare. Successivamente è stato affidato alle cure dei sanitari del 118, che lo hanno condotto nel reparto di pediatria dell’Ospedale San Pio di Castellaneta per ulteriori accertamenti. Quando l’emergenza è rientrata, la donna ha ringraziato i militari dell’Arma, recandosi alla locale Compagnia.

Bari, insegnante di sostegno fa sedere bimbo autistico sulla “sedia della vergogna” in classe: l’ira della mamma

“Mio figlio autistico di 8 anni sulla sedia della vergogna in classe, da allora ha iniziato a farsi la pipì addosso”. Inizia così la denuncia di una mamma ai microfoni de La Repubblica di Bari. La vicenda prende luogo in scuola primaria barese. Una sedia “camomilla” o della “riflessione”, questo sarebbe il metodo scelto dall’insegnante per “punire” un bambino autistico. In realtà però l’esperimento ha avuto risvolti assolutamente negativi.

“Ha fatto sedere mio figlio di fronte ai compagni di classe, tra l’armadio e il muro, senza dover toccare nessuno. Senza motivo, solo perché la nuova docente temeva che il bambino potesse far male a qualcuno – racconta -. In una settimana è precipitato a livello psichiatrico. Ha iniziato a farsi la pipì addosso dopo essere stato sottoposto alla sedia della vergogna. Viene anche chiamata sedia della riflessione, ma ha rappresentato soltanto un momento di mortificazione. L’insegnante non sapeva gestire la situazione. Mi ha chiamata affermando che dovevamo mandarlo in una struttura ad hoc. La maestra è andata via ammettendo che stava scaricando sul bambino la frustrazione di molti problemi legati al lavoro in classe”.

Odissea tra Ceglie Messapica, Brindisi e Lecce. Bimbo nasce prematuro in ambulanza: è grave

Un bimbo nato prematuro in ambulanza è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Il piccolo è venuto alla luce a Ceglie Messapica e poi è stato trasportato al Perrino di Brindisi dove i medici dell’Unità di terapia intensiva neonatale lo hanno preso in carico.

Il neonato è stato intubato, ma subito è stato disposto il trasferimento a Lecce, visto che al Perrino sono stati sospesi i ricoveri dei neonati al di sotto delle 34 settimane. Lo ha stabilito l’Asl di Brindisi più di un anno fa (luglio 2023), non sono stati ancora presi provvedimenti dopo la comunicazione dela decisione “temporanea”. Da Ceglie Messapica a Brindisi sono quasi 50 chilometri e il percorso ha una durata di 40 minuti. I familiari del neonato ora sono col fiato sospeso.