Raccolta delle olive a Terlizzi, Bitonto e Grumo. Lavoratori in nero: 2 imprese sospese e 3 imprenditori denunciati

L’intensificarsi delle attività di raccolta olive da parte delle aziende sul territorio ha reso necessaria la pianificazione di servizi straordinari di controllo del territorio congiunti nell’area del nord barese, volti sia a contrastare il fenomeno dei furti in campagna sia a verificare il rispetto delle normative in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e regolarità contrattuale.

In tal senso, i Carabinieri delle Compagnie di Molfetta, Modugno e del Nucleo Carabinieri Ispettorato Lavoro di Bari, unitamente a personale dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Bari, il 18 e 19 novembre u.s., hanno condotto controlli mirati a contrastare, nell’ambito della campagna olearia, anche il fenomeno del lavoro sommerso rilevando numerose irregolarità in diverse aziende individuali.

La vasta operazione, che si è protratta per oltre 48 ore, ha riguardato 4 imprese individuali nei territori di Terlizzi – comune del territorio della Compagnia Carabinieri di Molfetta – nonché Bitonto e Grumo Appula – comuni insistenti nel territorio della Compagnia di Modugno. Di queste 4 aziende solo una, riconducibile a C.M. e ricadente nel territorio bitontino, è risultata essere in regola; le altre tre, riconducibili a P.G. di Terlizzi, B.V. di Bitonto e L.A. di Grumo Appula, hanno evidenziato irregolarità, a seguito delle quali sono state eseguite 2 sospensioni cautelari amministrative dell’attività imprenditoriale. Durante l’attività ispettiva, sono stati identificati, tra i lavoratori, 14 extracomunitari sorpresi ad operare nei vari terreni coltivati ad uliveto, in regola con il permesso di soggiorno sul territorio italiano ma “impiegati in nero”. Le operazioni condotte hanno, quindi, portato al deferimento in stato di libertà (fatte salve le valutazioni successive con il contributo della difesa) dei titolari delle 3 imprese per omessa sorveglianza sanitaria, valutazione dei rischi aziendali e redazione del relativo documento, formazione in materia di salute e sicurezza ai lavoratori, nonché alle contestazioni amministrative per l’omessa nomina del medico competente e mancata consegna di dispositivi di protezione individuali. Sono state applicate, infine, contestazioni amministrative per un ammontare complessivo di oltre 77.200 euro.

È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che l’eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti. Alle ore 10:30 odierne, presso la Sala Stampa del Comando Provinciale di Bari (Lungomare Nazario Sauro, 43), il Comandante della Compagnia Carabinieri di Modugno, Maggiore Giovanna BOSSO, sarà a disposizione dei rappresentati degli organi di informazione interessati al rilascio di un’intervista sull’operazione descritta.

Lo spione dei conti bancari, il Garante della privacy: “Intesa Sanpaolo informi i clienti coinvolti entro 20 giorni”

Intesa Sanpaolo Spa ha 20 giorni di tempo per informare i clienti coinvolti nella violazione dei propri dati personali e bancari, avvenuta attraverso accessi indebiti effettuati da un dipendente della Banca. È quanto deciso dal Garante Privacy a seguito dei chiarimenti inviati dall’Istituto bancario in risposta alla richiesta di informazioni dell’Autorità dopo il caso che vede coinvolto il bitontino Vincenzo Coviello. 

“L’Autorità ritiene infatti, diversamente da quanto valutato dalla Banca, che la violazione dei dati personali presenti un rischio elevato per i diritti e le libertà delle persone coinvolte, tenuto conto della natura della violazione, delle categorie dei dati trattati, della gravità e delle conseguenze che ne potrebbero derivare (ad esempio la divulgazione di notizie riguardanti lo stato patrimoniale, il danno reputazionale)”, si legge in una nota.

Il provvedimento si è reso necessario poiché nelle prime comunicazioni inviate dalla Banca al Garante non era stata adeguatamente messa in evidenza l’ampiezza della violazione, come invece è poi risultata sia dagli articoli di stampa sia dai riscontri dalla stessa forniti”.

Il Garante, che si riserva di valutare l’adeguatezza delle misure di sicurezza adottate nell’ambito di un’istruttoria tuttora in corso, “ha inoltre ingiunto alla Banca di trasmettere all’Autorità, entro trenta giorni, un riscontro adeguatamente documentato sulle iniziative intraprese al fine di dare piena attuazione a quanto prescritto”.

Intesa Sanpaolo ha potuto svolgere “ulteriori verifiche e analisi riguardo agli accessi ai dati di clienti effettuati da parte del dipendente, poi licenziato, da cui emerge che il numero di clienti interessati da accessi anomali è sensibilmente inferiore rispetto al numero sin qui diffuso dalla stampa”. Lo rende noto Intesa Sanpaolo dopo la nota dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali.

“Inoltre, era già stato verificato – prosegue la banca – ed è tuttora confermato che non ci sono evidenze di trasferimento di dati all’esterno della Banca, ed in particolare di comunicazioni a terzi, né di anomalia al sistema It, che non è stato impattato”

Socio della clinica privata di Bitonto che evita i tempi delle liste d’attesa, Gemmato nella bufera: chieste dimissioni

Scoppia la bufera attorno al barese Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute del governo Meloni, dopo la pubblicazione di un’inchiesta de “Il fatto quotidiano”. Il deputato alla Camera per Fratelli d’Italia è socio della società Therapia Srl che gestisce tre poliambulatori a Bitonto. Sul loro sito ufficiale l’invito ai navigatori è quello di ricorrere alle cure private “senza dover attendere i lunghi tempi del Servizio sanitario pubblico”.

Dallo schieramento di opposizione sono arrivate già le richieste di dimissioni dal ruolo ricoperto nel governo Meloni, seppure Gemmato abbia già fatto sapere di essere pronto a lasciare le quote della società. “Ora è in palese conflitto di interessi – le parole della capogruppo alla Camera di Alleanza Verdi Sinistra (Avs) Luana Zanella -. Avrebbe dovuto lasciare le sue quote dal momento del suo giuramento davanti al presidente Mattarella e deve farlo ma la questione politica è: può rappresentare degnamente la tutela della salute pubblica un sottosegretario che ha o ha avuto interessi in quella privata?”

“Mentre il Sistema sanitario nazionale cade a pezzi, mentre la spesa sanitaria privata aumenta a dismisura con 4,5 milioni di italiani che non riescono a curarsi e siamo ancora in attesa dei decreti attuativi del decreto liste d’attesa, chi si dovrebbe occupare di far funzionare le cose, fa affari con gli ambulatori privati – aggiunge Ileana Malvasi, onorevole del Partito democratico e componente della commissione Affari sociali che annuncia un’interrogazione urgent -. Peraltro, il sottosegretario Gemmato non è nuovo a palesi conflitti d’interesse visto che è titolare di una farmacia. Chiediamo al ministro Schillaci se ritenga legittimo che il suo vice faccia gli affari suoi e non quelli dei cittadini alle prese con la crisi del sistema sanitario nazionale, se trovi accettabile che nelle comunicazioni dei poliambulatori di cui Gemmato è socio, si irrida il Servizio sanitario pubblico, di cui Gemmato è sottosegretario”.

Lo spione dei conti bancari, la premier Meloni: “Accanimento su mia sorella Arianna aveva solo 2100 euro”

“Perché tanto accanimento su sua sorella Arianna? È la persona che il bancario di Bari ha spiato più di tutte. Quando è uscita questa notizia, mia sorella mi ha mandato la foto dell’estratto del suo conto in banca. C’erano 2100 euro. Mi ha scritto: ‘Se me l’avessero chiesto, lo avrei detto io quanto avevo sul conto’, con la faccina che ride. Credo che si accaniscano su Arianna perché non ha le tutele che posso avere io, ma colpire lei è come colpire me. Purtroppo per loro, hanno a che fare con un’altra persona che non ha scheletri nell’armadio”.

Queste sono le parole che la premier Giorgia Meloni ha rilasciato nell’intervista concessa a Bruno Vespa e riportata nel nuovo libro del giornalista in uscita il 30 ottobre. Il riferimento è al caso del bitontino Vincenzo Coviello, 52enne ex dipendente di Intesa Sanpaolo, indagato per aver spiato i conti di diversi personaggi del mondo della politica, tra cui la stessa Meloni, e non solo.

“Le inchieste dicono che il dossieraggio su di me è cominciato già alla fine del governo Draghi quando si capiva che sarei potuta andare al governo. Sulla vicenda mi aspetto che la magistratura vada fino in fondo, perché, nella migliore delle ipotesi, alla base di questo lavoro c’era un sistema di ricatto ed estorsione, ma nella peggiore siamo davanti al reato di eversione. Nessuno Stato di diritto può tollerare una cosa del genere”, ha aggiunto.