Omicidio Carvone a Brindisi: ergastolo al 28enne Giuseppe Ferrarese. Isolamento diurno di 6 mesi

Giuseppe Ferrarese, 28enne di Brindisi, è stato condannato all’ergastolo con isolamento diurno di sei mesi con l’accusa di aver ucciso il 19enne Giampiero Carvone nella notte tra il 9 e il 10 settembre 2019 in via Tevere.

La vittima fu freddata con diversi colpi di pistola calibro 7,65 alla testa, all’origine dell’omicidio, secondo l’accusa, la volontà di punire Carvone per non avere rispettato i codici mafiosi. Il 19enne avrebbe parlato in un caso con un pregiudicato del rione facendo i nomi dei complici con cui aveva rubato un’auto. Tra questi anche lo stesso Ferrarese.

Le accuse nei suoi confronti erano di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, che è stata esclusa dalla sentenza, oltre che dai motivi futili e abietti e dall’agevolazione dell’associazione mafiosa.

Una condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione, con interdizione di 5 anni dai pubblici uffici, è stata poi inflitta a Orlando Carella, 55enne di Brindisi accusato di favoreggiamento e intralcio alla giustizia, con l’aggravante del metodo mafioso.

Si sarebbe avvicinato all’ex fidanzata di Ferrarese con l’invito di coprirlo nelle testimonianze. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro tre mesi, successivamente i difensori potranno proporre appello.

Tragedia a Brindisi, perde il controllo della moto e cade sull’asfalto. Muore 22enne: inutile la corsa in ospedale

Tragedia a Brindisi dove un ragazzo di 22 anni ha perso la vita in un incidente stradale avvenuto in via Primo Longobardo. La giovane vittima era alla guida
della sua moto. Ha perso il controllo del mezzo ed è caduto rovinosamente sull’asfalto.

Sul posto è intervenuto il 118, il 22enne è stato portato d’urgenza in ospedale dove è morto. La moto si è poi schiantata contro un’auto parcheggiata distante 50 metri dal luogo dell’incidente. Sul posto la Polizia Locale per i rilievi.

Telefonini in carcere a Brindisi, in 9 mesi registrati 41 casi: detenuti a rischio processo

Tra marzo e dicembre 2023 almeno 41 detenuti del carcere di Brindisi hanno usato i telefonini cellulari per comunicare con l’esterno. Lo ha accertato la Procura di Brindisi che ha emesso un avviso di conclusione delle indagini nei confronti dei 41 indagati al termine degli accertamenti della polizia penitenziaria avviati dopo la scoperta di alcuni telefonini introdotti nel carcere del capoluogo messapico.

Gli indagati, nei confronti dei quali sarà quasi certamente chiesto il rinvio a giudizio, sono accusati di accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti. Le modalità con cui i telefonini sarebbero entrati in carcere non sono ancora state chiarite.

Fu proprio la scoperta ed il successivo sequestro di un microtelefono in una cella a far partire le indagini. Da quanto è stato accertato dalle forze dell’ordine, durante la permanenza in carcere 41 indagati dalla loro cella avrebbero avuto, con i telefonini introdotti in modo da eludere i controlli, numerose conversazioni (e non solo con i propri familiari). Alcuni degli indagati si trovano ancora in carcere, altri in libertà.

Spaccio di droga nei locali a Brindisi, 4 arresti. Dosi nascoste in edifici e nella carrozzeria di auto parcheggiate

Avrebbero spacciato droga all’interno e in prossimità dei locali più frequentati del centro storico di Brindisi quattro persone che sono state arrestate dalla squadra mobile sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Brindisi, su richiesta della procura.

I quattro, di età compresa tra i 41 e 52 anni, si trovano ora ai domiciliari con le accuse di detenzione ai fini di spaccio e spaccio in concorso e continuato.

Per le indagini i poliziotti hanno utilizzato numerose telecamere posizionate in centro città, e intercettazioni telefoniche e ambientali. Secondo quanto accertato dalle forze dell’ordine, i quattro indagati (di cui due già con precedenti specifici) sarebbero diventati un punto di riferimento per decine di avventori dei locali, ai quali avrebbero venduto dosi di cocaina e hashish nascoste in anfratti di edifici e nella carrozzeria delle auto parcheggiate.

I nascondigli erano usati per evitare di essere scoperti durante i controlli delle forze dell’ordine.

Follia a Brindisi, sasso contro autobus: conducente ferito dai frammenti di vetro. Indaga la Polizia

Un grosso sasso è stato lanciato questa mattina contro un autobus della Stp, nel quartiere Paradiso a Brindisi, ed ha infranto un vetro del mezzo. I frammenti hanno investito il conducente che è stato ferito ed è stato condotto in ospedale.

Secondo l’azienda Stp il responsabile sarebbe un passeggero sceso pochi secondi prima alla fermata. Lo stesso uomo sarebbe poi fuggito. Personale dell’azienda ha assistito i passeggeri che si trovavano a bordo dell’autobus. Sull’accaduto è stato richiesto l’intervento delle forze dell’ordine che indagano ora per risalire all’autore del gesto.

“Questo ennesimo atto teppistico giunge a meno di dieci giorni dall’ultimo episodio, verificatosi lo scorso 29 gennaio in via Egnazia, sempre nel rione Paradiso – afferma la presidente della Stp di Brindisi, Alessandra Cursi – ed è evidente che esiste un problema reale perché è nostro dovere assicurare l’incolumità del personale viaggiante e dei passeggeri che viaggiano a bordo dei nostri mezzi”.

“Sono certa che le forze dell’ordine sapranno individuare l’autore di questa ennesima bravata, mentre diventa non più rinviabile – conclude – l’adozione di forme di tutela per chi sceglie il mezzo pubblico e per chi ci lavora, soprattutto nelle zone più a rischio che, sulla base di quanto accaduto fino ad oggi, sono facilmente individuabili”.

Tragedia a Brindisi, schianto auto-furgone nella zona industriale: muore 58enne. Un ferito

Un 58enne è morto in un incidente stradale che si è verificato a Brindisi, nelle vicinanze della zona industriale. L’uomo si trovava a bordo di un furgone per alimenti che si è scontrato con una Alfa Giulietta.

Nell’impatto è rimasto ferito un altro passeggero del furgone. Sul posto stanno operando i vigili del fuoco e gli agenti della polizia locale di Brindisi per l’acquisizione dei rilievi utili ad accertare le cause dell’incidente.

Brindisi, 56enne di Martina Franca muore dopo operazione in clinica privata. Aperta inchiesta: indagati 4 medici

La Procura di Brindisi indaga sulla morte di una 56enne di Martina Franca, deceduta il 12 dicembre dopo essere stata dimessa a fine novembre dopo un intervento di safenectomia nella clinica privata Salus. Nel registro degli indagati sono finiti 4 medici della struttura, l’inchiesta è stata aperta dopo la denuncia dei familiari e l’autopsia, come disposto dal pm, è stata eseguita la scorsa settimana. Il reato ipotizzato è quello di omicidio colposo.

Porti di Bari e Brindisi più green, aggiudicata gara per 28 milioni: prevista l’elettrificazione delle banchine

Sarà il raggruppamento temporaneo di imprese Consorzio stabile cantiere Italia e Acreide di Napoli a progettare ed eseguire i lavori per la realizzazione dei sistemi di cold ironing nei porti di Bari e Brindisi. Le opere, finanziate nell’ambito del Pac 2014-2020 (Programma di azione e coesione complementare al Pon Infrastrutture e reti 2014-2020), prevedono un importo complessivo di 28 milioni di euro.

La procedura per l’affidamento congiunto dei servizi tecnici attinenti all’ingegneria e all’architettura dell’opera è stata conclusa positivamente, come evidenzia in una nota l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale. L’obiettivo, sottolinea l’ente, è “accrescere l’ecosostenibilità dei due porti, aumentando l’efficienza energetica e riducendo significativamente l’impatto ambientale delle operazioni portuali”. Entro gennaio si procederà “in via di urgenza alla consegna dell’appalto per l’espletamento di servizi di architettura e di ingegneria, relativi alla progettazione esecutiva per gli interventi di elettrificazione delle banchine, previsti nei porti di Bari- banchina 10, e di Brindisi- Punta delle Terrare”, definiti anche cold ironing.

L’opera prevede l’installazione di una rete di sistemi per la fornitura di energia elettrica dalla riva alle navi durante la fase di ormeggio, in modo da ridurre al minimo l’utilizzo dei motori ausiliari di bordo per l’autoproduzione dell’energia elettrica, limitando sensibilmente emissioni di Co2, ossidi di azoto e polveri sottili, nonché l’impatto acustico. E’ prevista, inoltre, la realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonte fotovoltaica, a parziale copertura del fabbisogno energetico derivante dall’attivazione dei sistemi di cold ironing.

Imprenditori uccisi 24 anni fa a Brindisi: carcere a vita per i fratelli Enrico e Cosimo Morleo

Sono stati condannati alla pena dell’ergastolo con isolamento diurno, rispettivamente della durata di un anno e tre anni, i fratelli Enrico e Cosimo Morleo, di 58 e 59 anni, accusati di avere ucciso a Brindisi, con l’aggravante del metodo mafioso, gli imprenditori Salvatore Cairo e Sergio Spada, entrambi attivi nel settore del commercio delle pentole e degli articoli per la casa.

I giudici della Corte d’assise di Brindisi hanno assegnato a titolo di provvisionale “immediatamente esecutiva” 1,5 milioni di euro in favore dei parenti delle vittime. I resti di Salvatore Cairo, scomparso il 6 maggio di 24 anni fa, sono stati trovati in un pozzo della zona industriale della città il 20 dicembre dell’anno scorso. Era stato uno dei due fratelli, Enrico Morleo, a dichiarare nel corso dibattimento celebrato davanti alla Corte di assise di aver “fatto a pezzi” il cadavere di Cairo, ma di non averlo ucciso. Il corpo di Sergio Spada fu trovato invece il 19 novembre 2001, poche ore dopo la scomparsa, nel piazzale di un’area di servizio dismessa sulla tangenziale di Brindisi. Secondo la Procura di Brindisi, che per i due fratelli aveva chiesto l’ergastolo, Enrico sarebbe stato l’esecutore materiale di entrambi gli omicidi, mentre il fratello Cosimo il mandante in quanto avrebbe voluto liberarsi di due concorrenti nei suoi affari legati alla vendita di articoli per la casa.