Ferrovie Sud Est a rischio, buco da 70 milioni. Sindacati preoccupati: “Urge confronto tra le parti”

“Le scriventi organizzazioni sindacali ritengono assolutamente necessario e non procrastinabile un confronto relativo alla vicenda delle Ferrovie del Sud Est sulla quale grava una situazione di preoccupante incertezza. Corre l’obbligo sottolineare che le speculazioni mediatiche quotidiane stanno determinando uno stato di agitazione di tutte le lavoratrici e lavoratori coinvolti rispetto alle quali nessun organo politico e/o istituzionale si è ancora espresso”. Inizia così il comunicato congiunto di FILT CGIL, FIT CISL, UILT e FAISA CISAL.

“Il continuo ipotizzare, inoltre, che le sorti dei servizi siano legati agli investimenti programmati è assolutamente falso e forviante. Tali tematiche che non sono, a nostro parere, sovrapponibili, necessitano entrambe di essere urgentemente attenzionate – si legge -. Riteniamo che la ridondante notizia di messa in liquidazione della società, con la conseguente frammentazione dei servizi, sia la più pericolosa ipotesi possibile che potrebbe, qualora corrispondesse a realtà, determinare gravissime ripercussioni dal punto di vista occupazionale e salariale oltre che un danno per l’utenza e per tutta la nostra Regione. Chiediamo pertanto, che sua Eccellenza convochi un tavolo a cui siedano la Regione Puglia, le organizzazioni sindacali, i capigruppo dei partiti politici e tutti i parlamentari regionali al fine di esaminare tutti le possibili soluzioni per evitare che lo scenario sopra riportato si concretizzi. Preme sottolineare, che ad oggi, nessuna notizia ufficiale relativa all’eventuale ricorso da presentare all’U. E. per la sentenza del consiglio di Stato è stata divulgata. Nel mentre, abbiamo appreso che il 18 dicembre ’24 si terra il consiglio di amministrazione di Ferrovie del Sud Est le cui determinazioni potrebbero risultare pregiudizievoli per una continuità lavorativa e del servizio che vada nell’interesse dei lavoratori che rappresentiamo”.

Ferrovie Sud Est a rischio, buco nel bilancio da 70 milioni: in ballo il futuro di 1500 dipendenti pugliesi. Lo scenario

Ferrovie Sud Est a rischio. Come riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno, il prossimo mese sarà decisivo per capire le sorti della società, il socio unico è il gruppo Ferrovie dello Stato Italiane. Il 19 dicembre è stata convocata l’assemblea dei soci. Ad agosto la sentenza del Consiglio di Stato ha dichiarato illegittimi i 70 milioni messi a disposizioni per il salvataggio nel 2016 dal Governo Renzi e senza il contributo pubblico la società andrebbe ricapitalizzata. Il buco va coperto, in ballo c’è il futuro di 1500 dipendenti pugliesi e la continuità del servizio.

“Non abbiamo ancora ricevuto risposte dal ministero delle Infrastrutture a cui abbiamo scritto una lettera chiedendo di essere convocati”, le parole dell’assessore regionale ai Trasporti, Debora Ciliento, che sta seguendo il dossier. La Regione Puglia ovviamente punta alla continuità del servizio e alla tutela dell’occupazione dei dipendenti, ma tutto dipende da quello che verrà stabilito dallo stesso Ministero delle Infrastrutture, chiamato a stabilire se intende o meno riprendersi la società. Ad oggi Ferrovie dello Stato non ha alcun interesse a farsi carico della situazione. Se Fs non dovesse provvedere alla ricapitalizzazione, la società andrebbe posta in liquidazione volontaria e andrebbero persi i “requisiti di affidabilità”necessari alla gestione del servizio di trasporto. E la Regione a quel punto dovrebbe trovare un nuovo concessionario.

Da ricco gioielliere alla vita in un buco, il Sindaco di Gioia incontra Nicola: “Non sei solo”

La storia di Nicola Cipriani, l’ex gioielliere di Bari che vive in condizioni disperate, ha creato parecchio scalpore. L’Amministrazione è subito intervenuta e il sindaco di Gioia del Colle, Giovanni Mastrangelo, fa il punto della situazione ai nostri microfoni. Nel più breve tempo possibile verrà trovata una nuova sistemazione in attesa degli sviluppi della vicenda.

L’inferno sulla terra, il “buco”. Maria: tossica violentata dal branco resta incinta

Siamo tornati in via Oberdan a Bari. Qualche tempo avevamo deciso di ficcare il naso e la nostra telecamera nei ruderi della zona, costatando in prima persona qual è la reale situazione all’interno. Molti lo chiamano il “Buco” e ha le sembianze dell’inferno sulla terra. La storia tristissima di Maria (nome di fantasia) è la prima parte di un viaggio che si articola in 4 puntate.

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