Amati assessore, Calenda (Azione) non fa sconti: “Non ci rappresenta siamo fuori dalla giunta di Emiliano”

“In merito all’ingresso nella Giunta regionale della Puglia di Fabiano Amati la posizione, già chiarita dal commissario regionale, è netta: Azione non è in giunta”. Ad affermarlo è il segretario di Azione, Carlo Calenda.

“Non siamo coinvolti nelle scelte personali e opportunistiche di Amati. I nostri consiglieri continueranno a valutare nel merito i singoli provvedimenti che arrivano in consiglio regionale sostenendo tutto quello che riterremo utile per i cittadini pugliesi”, ha poi aggiunto.

Emiliano ai candidati Pd: “No a rapporti con Renzi e Calenda”. Poi il benservito a Mennea e Amati

“Abbiamo subito di recente un attacco molto violento da parte dei soliti Calenda e Renzi. La storia di queste due persone si è formata dentro il Pd, si sono fatti eleggere con il Pd, dopodiché hanno creato l’avversario principale del Pd. I candidati” al Congresso del Pd “devono chiarire che con queste persone non possiamo avere nulla a che fare, né ora né mai. Questo elemento è centrale”: lo ha detto Michele Emiliano, governatore della Puglia, a margine di un incontro a Bari del Pd pugliese in vista del congresso nazionale e quello regionale.

“Sono tutti contenti del fatto che Fabiano Amati e Ruggiero Mennea sono andati via” dal Pd, non ce n’è uno che si sta preoccupando di questa cosa – ha poi aggiunto il governatore sul passaggio dei due consiglieri regionali in Azione e la formazione di un gruppo in Consiglio. Erano anni che per farsi notare, come hanno fatto Calenda e Renzi, creavano conflitto nel gruppo Pd. Aver liberato il Pd da queste due presenze contradditorie credo che abbia fatto tirare a tutti un sospiro di sollievo. Le regole interne del Pd sono molto complesse, per essere espulsi dal gruppo del Pd c’è una procedura molto complessa, i due Amati e Mennea hanno facilitato il sollievo del Pd”.

Calenda annuncia nascita di Azione nel Consiglio regionale pugliese. Amati precisa: “Restiamo in maggioranza”

È nato ufficialmente oggi il nuovo gruppo di Azione nel Consiglio regionale pugliese, composto da Fabiano Amati e Ruggiero Mennea, ex Pd; e da Sergio Clemente, ex ‘Popolari con Emiliano’. Lo ha presentato questa mattina a Bari dal leader di Azione, Carlo Calenda, con i tre consiglieri regionali passati nella sua formazione e il consigliere Massimo Stellato che, invece, nei giorni scorsi ha aderito a Italia Viva. Il gruppo al momento sarà composto solo dai tre consiglieri regionali passati in Azione, Amati è stato nominato anche commissario di Azione in Puglia. “Riteniamo e pensiamo – ha detto Calenda – che vada costruito un modo di fare politica in Puglia che sia moderno. Forse è la regione nel Mezzogiorno che più si presterebbe a spiccare il volo per diventare una regione europea anche per il lavoro che ha fatto Vendola in passato, e anche alcune cose buone che ha fatto Fitto, perché no. Tuttavia, questo lavoro si è, a nostro avviso, interrotto nell’ultimo periodo. Non chiederemo, non chiederò, non abbiamo mai chiesto ai consiglieri regionali che sono venuti con noi, in nessuna parte d’Italia, di cambiare dall’opposizione alla maggioranza o viceversa: decideranno loro cosa fare. L’importante è che la linea politica sia quella che stiamo esprimendo”. Amati ha precisato che il gruppo resterà in maggioranza perché “lì siamo stati eletti”.

Calenda poi bacchetta Emiliano. “La Puglia non è il sultanato di Emiliano, la Puglia è una grande regione italiana che partecipa al Pnrr e che si sta modernizzando, non è il posto dove Emiliano fa qualsiasi cosa e niente può essere fatto senza Michele Emiliano. Anche perché – ha aggiunto – per fortuna il Tap lo abbiamo fatto nonostante Michele Emiliano, di cui ancora ricordo la frase ‘il cantiere sembra Auschwitz’. Andate su quella spiaggia, vi accorgerete che non si vede nemmeno da dove passa il Tap. Mi ricordo anche quando Emiliano disse ‘l’Ilva deve essere pubblica perché cosi riusciremo a fare l’acciaio green’, così sono riusciti a fare cadere un contratto blindato con Mittal. Vi risulta che l’Ilva stia facendo acciaio green? Mi risulta invece che diamo un miliardo di euro per pagare la bolletta elettrica”.

Elezioni, PD e M5S contro Cassano. Lacarra a Calenda: “Fallo dimettere dall’Arpal Puglia”. La replica di Conca

Il passaggio di Massimo Cassano, numero uno dell’Arpal Puglia, con Azione-Italia Viva in vista delle prossime elezioni in programma il 25 settembre, continua a far discutere. La presidente del Consiglio, Loredana Capone, nei giorni scorsi ha scritto al governatore Emiliano, dopo aver raccolto la richiesta di convocazione di un consiglio regionale urgente, presentata dai consiglieri pd Fabiano Amati, Michele Mazzarano e Ruggiero Mennea con Antonio Tutolo (Gruppo misto), per discutere del futuro dell’Arpal, l’Agenzia Regionale per le Politiche Attive del Lavoro, e chiedere le dimissioni di Cassano.

Nonostante la volontà di alcuni consiglieri di cambiare guida al vertice, Cassano al momento non è intenzionato a lasciare l’incarico affidato con una delibera di giunta regionale.

“Caro Calenda, ma tu che predichi moralismo, trasparenza, etica, chiarezza, non hai pensato che candidare in Puglia Massimo Cassano, direttore generale dell’Arpal, Agenzia Regionale per le Politiche del Lavoro in Puglia, potesse risultare una scelta quantomeno inopportuna e furbetta? Dov’è finito il tuo sbandierato moralismo?Non vedi la trave nel tuo occhio? Non ti accorgi che i tuoi stessi uomini in Puglia non condividono questa scelta? Oppure il conflitto di interessi se riguarda il tuo partito improvvisamente svanisce? Da una persona così pregna di alti valori morali come ti definisci, caro Carlo, mi aspetterei almeno che esigessi le dimissioni del tuo candidato dalla carica che ricopre”, scrive su Facebook Marco Lacarra, segretario regionale del PD e capolista nel collegio plurinominale di Bari alla Camera.

“È inaccettabile che il direttore generale dell’Arpal Massimo Cassano, candidato nelle liste del Terzo Polo, dichiaratamente contro il Reddito di Cittadinanza, di cui le Politiche attive del lavoro dovrebbero essere una parte fondamentale, non solo non si sia ancora dimesso dall’incarico di dg, ma non abbia avuto neanche il buongusto di sospendersi dall’incarico. E, inoltre, come se niente fosse, su Twitter vediamo le sue foto mentre firma contratti di assunzione, in piena campagna elettorale, per persone che fanno riferimento a posizioni di tempo determinato…che ora diventano a tempo indeterminato – scrive su Facebook il capogruppo M55 in Commissione Bilancio al Senato, Gianmauro Dell’Olio -.  Le persone che sta assumendo non sono i Navigator, come alcune voci di stampa danno a intendere. Queste sarebbero le sole figure professionali che dovrebbe assumere con quei soldi, come previsto dalle ultime normative, che chiedevano di usare i residui per assicurare dei mesi di proroga a queste persone, che non sono mai state facilitate nel loro compito, in Puglia come in molte altre regioni. Le sole figure professionali considerate un peso dal direttore generale dell’Arpal sono i navigator, professionisti che hanno dimostrato di avere competenze nel gestire chi deve essere accompagnato in un percorso di formazione per riqualificarsi o entrare nel mondo del lavoro. Le politiche attive del lavoro sono una cosa seria, e non possono essere strumentalizzate in questo modo da nessuno, soprattutto da chi è in una posizione dalla quale dovrebbe tutelarle”.

“Che il M5S tuoni mi fa scompisciare dalle risate, visto che si è coricato con Emiliano ed è stato declassato a pioggerellina estiva che non bagna neanche l’asfalto – risponde sempre sui social l’ex consigliere regionale Mario Conca -. A Lacarra, poi, che accusa Cassano di aver firmato i contratti di Arpal durante la campagna elettorale, prescriverei una cura di fosforo per fargli recuperare la memoria, considerato che l’onorevole avrà dimenticato i 200 contratti firmati davanti ad Emiliano in un teatro di Taranto durante la campagna elettorale regionale del 2020”.