Paura in Puglia, accusa malore e si accascia. Camassa come Bove: il calciatore 18enne salvato in campo

Piergiuseppe Camassa, un calciatore 18enne dell’Asd Grottaglie Calcio, ieri pomeriggio ha accusato un malore in campo allo stadio “Guido Vantaggiato” di Copertino (Lecce), nel corso della gara valevole per 15esima giornata del campionato di promozione pugliese (girone B).

Era il 22′ della ripresa quando, sul risultato di 1-0 per la formazione di casa, il giovane si è accasciato improvvisamente sul terreno di gioco. Si è temuto il peggio dopo quanto accaduto al centrocampista della Fiorentina Edoardo Bove, svenuto in campo nel corso della gara interna con l’Inter dell’1 dicembre scorso. Il calciatore 18enne del Grottaglie (Taranto), prontamente soccorso, ha ripreso conoscenza ma è stato trasportato precauzionalmente all’ospedale San Giovanni per essere sottoposto a una serie di esami.

L’arbitro, vedendo i compagni di squadra del ragazzo e gli avversari visibilmente scossi, ha scelto di sospendere la gara e di rinviare la frazione di gioco rimasta da disputare a data da destinarsi. “Auguriamo una pronta guarigione – è detto in un comunicato dell’Asd Copertino Calcio – al giocatore grottagliese, porgendo a lui un grosso in bocca al lupo da parte della società e della città tutta”. “Buone notizie – rassicura la società del Grottaglie – dall’ospedale di Copertino, il nostro Piergiuseppe sta molto meglio. Ringraziamo gli amici dell’Asd Copertino Calcio per la loro disponibilità e solidarietà dimostrataci, capendo lo stato d’animo dei nostri ragazzi”.

Omicidio Petrachi, la Corte d’Appello accoglie l’istanza dell’ergastolano Camassa: il processo sarà revisionato

La Corte d’Appello di Catanzaro ha accolto l’istanza di revisione del processo a carico di Giovanni Camassa, l’agricoltore salentino di 57 anni, di Melendugno, condannato nel 2012 all’ergastolo per l’omicidio di una sua conoscente, Angela Petrachi, di 31 anni, anche lei di Melendugno. La giovane mamma di due figli scomparve il 26 ottobre del 2002 e fu trovata morta l’8 novembre in un boschetto di Borgagne. Fu seviziata e uccisa. L’agricoltore, che era stato assolto in primo grado, si è sempre dichiarato innocente. Nei giorni scorsi l’uomo aveva scritto ai due figli proclamandosi innocente.

Il nuovo processo a carico di Giovanni Camassa si celebrerà presso la Corte d’assise d’appello di Catanzaro il prossimo 27 gennaio. Nell’ordinanza, i giudici della Corte d’appello precisano che l’istanza va dichiarata ammissibile sulla scorta di quanto rilevato già dalla Corte di Cassazione nella sentenza di annullamento. Il nodo centrale che ha portato all’accoglimento dell’istanza è la prova del Dna, ovvero la traccia biologica di un altro uomo isolata nel corso degli accertamenti condotti con nuove tecnologie, dal consulente della difesa di Camassa, sulle calze di nylon che indossava la vittima e sulle quali invece non è stata rinvenuta alcuna traccia biologica risalente all’agricoltore. Nell’ordinanza i giudici spiegano come sia stato fondamentale il ricorso “a metodi di indagine più moderni ed evoluti, con la possibilità di estrarre il Dna nonostante il lungo trascorso del tempo, con la possibilità di identificare profili genetici possibilmente rilevanti”. In un passaggio inoltre i giudici fanno anche nome e cognome dell’uomo a cui appartiene il Dna rinvenuto sulle calze di nylon di Angela Petrachi. Si tratta di un uomo, inizialmente indagato nell’inchiesta, a cui la vittima era stata legata in passato e con cui continuava ad avere rapporti. Dati probatori importanti per i giudici, “che meritano di essere approfonditi in contraddittorio nel giudizio di revisione, evenienza che legittima dunque l’istanza di revisione”.