Furti d’uva, ladri spietati nel Barese. Agricoltori all’attacco: “Guardie giurate indispensabili”

Torniamo purtroppo ad occuparci dei furti d’uva nel Barese. Un fenomeno che nelle ultime settimane sta dilagando, i proprietari dei vigneti sono disperati. Ci siamo recati a Conversano e Leonardo Fanelli è uno di quelli che si è rivolto al Consorzio Vigilanza per aumentare il livello di sicurezza.

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Frutti cotti dal sole e campi assetati d’acqua, l’allarme di Coldiretti Puglia: “Il caldo sta danneggiando tutto”

Campi assetati di acqua. Frutti cotti dal sole. Piante di pomodoro colpite da stress climatico con conseguente fioritura eccessiva. È quanto sta accadendo nelle campagne pugliesi e a denunciarlo è Coldiretti Puglia che torna a chiedere sia una accelerazione “sulla realizzazione del piano di invasi con pompaggi” sia un cambio si “passo sulla gestione della risorsa idrica senza la quale tutti i record del cibo Made in Italy e la stessa sovranità alimentare sono a rischio per gli effetti sempre più violenti dei cambiamenti climatici”.

L’associazione elenca i danni provocati dalle alte temperature. “Meloni, angurie, melanzane e piante di pomodori sono stati ustionati dai raggi del sole e la mancanza di acqua che sta mandando in stress idrico i vigneti e gli oliveti dove mancano le olive”, fa sapere Coldiretti evidenziando che si registrano disagi anche nelle stalle “dove le mucche stanno producendo fino al 30% circa di latte in meno rispetto ai periodi normali”.

Problemi sono stati rilevati anche per l’alimentazione degli animali perché sono calate le rese di “orzo e piselli proteici ed è stata dimezzata anche la produzione di grano”. Il caldo fa crescere anche le spese in quanto allevatori e agricoltori hanno bisogno di “gasolio per prendere l’acqua dai pozzi, per azionare trattori e per tenere in funzione tutto il giorno ventilatori e doccette refrigeranti nelle stalle per aiutare le mucche a sopportare meglio la calura”. Da qui la richiesta a rivedere le modalità di gestione dell’acqua e a realizzare piani di gestione che sappiano ottimizzare l’utilizzo.

Bracciante indiano accusa malore nei campi e muore in ospedale: indagato imprenditore agricolo a Taranto

Un imprenditore agricolo è indagato dalla procura di Taranto per omicidio colposo e caporalato nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di un bracciante agricolo indiano di 38 anni, Rajwinder Sidhu Singh, che il 26 maggio scorso fu portato all’ospedale San Pio di Castellaneta dopo aver accusato un malore nelle campagne di Laterza, ma quando arrivò al pronto soccorso per lui non c’era più nulla da fare.

La notizia è riportata oggi sulla Gazzetta del Mezzogiorno, che spiega come il racconto del proprietario del fondo (“E’ svenuto, ha perso conoscenza”) non abbia convinto in primo luogo il personale sanitario che ha poi allertato i carabinieri. Presunte discrepanze riguarderebbero dettagli, orari di ritrovamento e lo stato in cui il corpo della vittima si presentava sotto gli occhi del datore di lavoro.

Il procuratore Eugenia Pontassuglia e il pm Filomena Di Tursi hanno disposto l’autopsia, che è stata eseguita molti giorni dopo in quanto era necessario attendere la notifica dell’avviso degli accertamenti tecnici irripetibili ai familiari. Ora si attendono i risulati dell’esame per comprendere le cause del decesso e stabilire se i soccorsi siano stati tempestivi. La salma di Rajwinder Sidhu Singh è tornata in patria un mese dopo, il 26 giugno, dopo che i familiari del bracciante sono giunti in Italia e hanno ottenuto il nulla osta. Il 38enne si chiamava Singh, come l’operaio indiano morto a Latina il 19 giugno scorso, che subì l’amputazione del braccio destro in un incidente nei campi, che provocò una copiosa emorragia, e fu lasciato davanti alla sua abitazione. Il primo luglio il suo datore di lavoro è stato poi arrestato per l’ipotesi di omicidio doloso.