Il giallo di Molfetta, tre persone al Bahia Beach dopo la tragedia: “Siamo poliziotti”. E poi spariscono nel nulla

C’è un retroscena misterioso che riguarda la tragedia che si è consumata nella notte tra sabato e domenica al Bahia Beach di Molfetta, dove ha perso tragicamente la vita la 19enne Antonella Lopez, raggiunta dai proiettili esplosi dal 21enne del San Paolo, Michele Lavopa.

Sul luogo dell’omicidio, poco dopo la tragedia, si sono palesate tre persone qualificandosi ai carabinieri come poliziotti fuori servizio di un vicino commissariato, mostrando la copia di un tesserino identificativo. I militari stavano conducendo le prime indagini. Il giorno successivo, dopo la promessa di risentirsi con calma il mattino seguente, un carabiniere ha chiamato nello stesso commissariato per acquisire le dichiarazioni dei tre poliziotti, scoprendo però che quella notte nessuno degli agenti era presente al Bahia Beach. Sul caso indaga anche la Direzione distrettuale antimafia.

Locorotondo, a torso nudo aggredisce due carabinieri in villa: il 46enne Neglia finisce ai domiciliari

Questa mattina, i Carabinieri del Comando Compagnia di Monopoli hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misura cautelare personale emessa dal Gip del Tribunale di Bari, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nella quale vengono riconosciuti, secondo l’impostazione accusatoria accolta dal Gip (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) gravi indizi di colpevolezza a carico del 46enne Vittorio Neglia di Locorotondo, ritenuto responsabile dei reati di resistenza ad un Pubblico Ufficiale, lesioni personali aggravate e porto abusivo di armi o oggetti atti ad offendere.

I fatti risalgono alle ore serali dello scorso 23 agosto, quando la Centrale Operativa della Compagnia di Monopoli aveva ricevuto numerose richieste di aiuto dai cittadini di Locorotondo, allarmati per la presenza di un uomo a torso nudo e con in mano un piccone da muratore, verosimilmente sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e alcoliche, nei pressi della Villa Comunale.

Un militare di quel Comando, libero dal servizio, notando la scena mentre passeggiava con la propria famiglia, per impedire all’uomo di proseguire con i suoi atteggiamenti aggressivi, al fine di tutelare l’incolumità dei presenti, era intervenuto prontamente nel tentativo di sottrargli il piccone dalle mani. Nel corso di una breve colluttazione, il 46enne colpiva violentemente il Carabiniere ai polsi, tanto da provocargli delle contusioni, oltre alla rottura di un bracciale e di un orologio da polso che, andato in frantumi a seguito del colpo, probabilmente, ha in qualche modo protetto l’arto del militare, evitandogli più gravi conseguenze. Poco dopo, nonostante l’arrivo sul posto di ulteriori militari dell’Arma, improvvisamente, l’uomo si scagliava contro uno di loro, colpendolo violentemente con due pugni in pieno volto. Solo l’intervento degli altri due Carabinieri e l’utilizzo dello spray al peperoncino aveva consentito di bloccare definitivamente l’uomo per poi condurlo in Caserma.

Dalle successive verifiche sono stati poi accertati i numerosi precedenti penali a carico dell’aggressore, facendo emergere una personalità proclive alla violenza e irrispettosa delle regole del vivere civile. L’aggressione al Carabiniere, immortalata anche in un video divenuto poi “virale” sui Social, evidenziava un’aggressività tanto immotivata quanto incontenibile che ha visto la condanna unanime della collettività. Pertanto, ad esecuzione dell’odierna ordinanza, l’uomo è stato sottoposto agli arresti domiciliari. È importante sottolineare che l’eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.

Rissa a Locorotondo, carabiniere interviene ma viene preso a pugni: il video diventa virale sui social

“Sta imperversando sui social l’ennesimo video che documenta la brutale aggressione nei confronti di un carabiniere preso a pugni, ieri sera a Locorotondo, in provincia di Bari. Il SIM Carabinieri esprime profondo disappunto e preoccupazione per il grave episodio e auspica al collega gli auguri di pronta guarigione, rendendosi disponibile a tutelarlo nelle opportune sedi legali grazie all’apposito team di avvocati messo gratuitamente a disposizione di tutti i propri iscritti”. Inizia così la denuncia del Segretario Generale del SIM Carabinieri, Antonio Serpi.

“Questo ennesimo episodio di violenza contro le forze dell’ordine è inaccettabile. Non possiamo più attendere: chiediamo un immediato incontro con il Governo per discutere misure urgenti a tutela delle forze di Polizia. I nostri colleghi non possono essere carne da macello”, dichiara. Il SIM Carabinieri sottolinea l’importanza di garantire condizioni di sicurezza adeguate a tutte le forze dell’ordine, rimarcando la necessità di interventi concreti e tempestivi per prevenire ulteriori episodi di violenza.

“È evidente – continua Serpi – che l’approccio del legislatore stia ormai da anni andando nella direzione diametralmente opposta a quella auspicata volta alla tutela dei colleghi, come dimostra la recente riforma Cartabia. Questa, come noto, ha ampliato il novero dei reati per i quali l’imputato può chiedere la sospensione del processo e la messa alla prova includendo anche quello di violenza e resistenza a pubblico ufficiale riducendo di fatto le conseguenze per chi aggredisce le forze dell’ordine”.

“In aggiunta, Serpi evidenzia come le future iniziative legislative, come quella dello ‘svuota carceri’, possano incidere su eventuali misure detentive creando preoccupanti segnali per la sicurezza degli operatori di Polizia.. Il SIM Carabinieri, oggi più che mai, è al fianco dei colleghi garantendo loro la dovuta tutela legale, ribadendo però che è imprescindibile un intervento normativo del Governo affinché vengano tutelate adeguatamente le forze dell’ordine”, si legge nella nota.

“Siamo profondamente preoccupati e sconcertati per quanto accaduto in seguito all’aggressione subita da un nostro carabiniere, che ha agito con coraggio e professionalità per proteggere la comunità da un individuo noto per la sua estrema violenza. Nonostante la gravità dell’episodio, con danni non solo al nostro militare ma anche alla sicurezza dei residenti e dei turisti, apprendiamo , non senza stupore, che nei confronti del responsabile di tali gravi comportamenti non è stato assunto alcun provvedimento idoneo ad evitare il ripetersi di quanto accaduto – le parole del sindaco di Locorotondo, ANtonio Bufano -. Il dato non è di poco conto. Questa decisione affida un messaggio preoccupante ai cittadini, che si aspettano che la giustizia sia pronta a meglio tutelarli da soggetti così pericolosi. Siamo vicini al carabiniere coinvolto e alla sua famiglia, e ribadiamo il nostro impegno per garantire la sicurezza pubblica, però chiedendo nel contempo, che la giustizia rifletta con attenzione sulle sue prerogative nel preservare l’ordine e la sicurezza della nostra comunità. In un momento in cui la fiducia nelle istituzioni è più che mai fondamentale, auspichiamo che vengano intrapresi tutti i passi necessari affinché episodi del genere non si ripetano e che chiunque minacci la sicurezza pubblica venga trattato con la fermezza che la situazione richiede”.

Carabiniere beccato a rubare in palestra, tempesta di chiamate: caccia all’Ufficiale cleptomane

Torniamo ad occuparci della storia del carabiniere cleptomane beccato a rubare in palestra e cacciato dopo diversi colpi messi a segno. La storia ha fatto il giro del web e dei social. Siamo stati tempestati di telefonate ufficiali e ufficiose, è partita nell’Arma la caccia all’uomo per l’identificazione del militare.

Abbiamo fornito, a chi ce lo ha chiesto, solo il nome della palestra barese dove l’Ufficiale non gentiluomo è entrato in azione. Il cleptomane, secondo quanto appreso, è stato sonoramente rimproverato all’esterno dall’addetto alla reception della palestra e da un poliziotto. Non sappiamo se è stata presentata denuncia.

Tragedia sfiorata a Massafra, 50enne tenta di lanciarsi nel vuoto: il salvataggio diventa virale – VIDEO

Sabato 23 marzo una donna di circa 50 anni, in preda alla disperazione, ha tentato di togliersi la vita a Massafra. Provvidenziale l’intervento del Carabiniere e e del Vigile del fuoco che l’hanno raggiunta e bloccata dopo che la donna era salita su una sedia. Anche Salvini ha condiviso le immagini.

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