Emergono nuovi dettagli sulla sparatoria avvenuta all’alba di martedì nel quartiere Japigia di Bari, in via Guglielmo Appulo, ai danni di un 20enne, rampollo della famiglia malavitosa dei Lafirenze (vicini ai Parisi-Palermiti). Su una delle due auto anche un 16enne, figlio di un noto boss del clan Strisciuglio.
Continue readingRubavano 5 auto di notte a settimana nel nord Barese e le portavano a Cerignola: 3 arresti
Vivevano dal tramonto all’alba per rubare auto che dai comuni del nord Barese venivano poi portate nel Foggiano, a Cerignola, dove un’altra persona si occupava di recuperarne i pezzi per smerciarli sul mercato nero. In tre sono stati arrestati dai carabinieri del comando provinciale di Trani con le accuse, contestate a vario titolo, di furto, ricettazione e riciclaggio.
Si tratta di tre persone di Andria, di circa 40 anni, e tutte con precedenti per gli stessi reati. Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Procura di Trani, il gruppetto era capace di far sparire ogni tipo di auto in tempi molto brevi. Gli accertamenti investigativi durati sei mesi, hanno potuto verificare che i furti avvenivano quasi ogni notte: almeno cinque le auto che ogni settimana venivano rubate.
I tre agivano sempre allo stesso modo: si accordavano su quale città o paese raggiungere, individuavano il mezzo da rubare e poi, nel giro di poco riuscivano a portarlo via per cambiarne la targa e raggiungere Cerignola. Lì, un’altra persona, sulle cui tracce sono i carabinieri, aveva il compito di smistarne i pezzi. I tre sono in carcere a Trani.
Bari, pusher infedele agli Strisciuglio pestato a Santo Spirito: 8 arresti. Tra loro anche donne – TUTTI I NOMI
La vittima è stata ritenuta meritevole di una “punizione esemplare per aver acquistato stupefacente da spacciare da fornitori diversi da quelli di riferimento del clan, causando così mancati introiti alle classe dell’organizzazione criminale”.
Continue readingRapina armata a Rutigliano, ladri intercettati a Putignano: Audi si schianta dopo inseguimento folle. Due arresti
I tre rapinatori hanno cercato di fuggire a piedi, due di loro sono stati bloccati ed arrestati dai carabinieri. Ricerche in corso per individuare anche il terzo componente della banda.
Continue readingRapina armata in tabaccheria a Binetto, il colpo non riesce: ladri messi in fuga da militare e agente penitenziario
Tentata rapina a mano armata ieri sera in un tabaccaio di Binetto. Quattro individui incappucciati, poco prima dell’orario di chiusura, hanno fatto irruzione nell’attività . Il colpo però non è andato a buon fine grazie all’intervento di un militare dell’esercito e di un agente della polizia penitenziaria che ha messo in fuga i malviventi. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri che stanno visionando i filmati delle telecamere di videosorveglianza (Foto Bit Live).
Allarme a Casamassima, la lettera di una mamma: “Fate attenzione c’è un signore che adesca i ragazzini”
“Ciao mamme, vi racconto ciò che è successo a mio figlio venerdì alle 16.50 sull’isolato prima dell’Albero Magico. Un signore brizzolato con barbetta e viso rosso scuro, età circa 60 anni e altezza 1,70 circa, corporatura un po’ robusta, con un’auto scura aveva il cofano aperto e ha chiesto aiuto a mio figlio (ovviamente era da solo) per dargli una mano e prendere una carta dal buco che era all’interno del cofano, spiegando che aveva bisogno di una mano piccola. Gli ha anche detto di togliersi il giubbotto per non rovinarlo, tutto in maniera da signore molto gentile e gli ha chiesto anche il telefono. A quel punto mio figlio si è insospettito però purtroppo si è fidato. Per fortuna in quel momento ho videochiamato mio figlio e ha aperto la chiamata facendo vedere il signore, che subito si è voltato e mandato via mio figlio”.
Inizia così la denuncia di una mamma di Casamassima diventata virale sui social. La lettera è stata diffusa per mettere tutti in guardia circa la presenza di un adulto che tenterebbe di adescare dei ragazzini. “L’accaduto è stato segnalato ai carabinieri, purtroppo se non ci sono altre segnalazioni non possono incominciare delle ricerche. Per cortesia chiedete ai vostri figli e segnalate ai carabinieri – si legge -. Pare che abbia usato la stessa tecnica con due ragazzini vicino l’ex ospedale ma loro gli hanno risposto male e non ci hanno fatto più caso. Raccontando l’accaduto di mio figlio hanno detto che era successo anche a loro. Comprendo che l’errore è stato di mio figlio, ma secondo lui stava aiutando un adulto gentile in difficoltà e non voleva essere maleducato. VI CHIEDO DI PRESTARE ATTENZIONE E SEGNALARE AI CARABINIERI ALTRIMENTI LORO NON POSSONO FARE NULLA. Ho scritto in forma anonima solo per proteggere mio figlio”.
Carabinieri pugliesi morti, dimessa dall’ospedale la 31enne Nancy Liliano: attesa per l’esito dei test tossicologici
È stata dimessa ieri sera dall’ospedale di Oliveto Citra (Salerno), Nancy Liliano, la 31enne di Campagna, sempre nel Salernitano, accusata di omicidio stradale per aver provocato, sabato sera, l’incidente nel quale sono morti due carabinieri, il maresciallo Francesco Pastore, di 25 anni, e l’appuntato scelto dell’arma Francesco Ferraro, di 27 anni e nel quale sono anche rimasti feriti il maresciallo Paolo Volpe e un uomo di 75 anni. La giovane era ricoverata in ospedale insieme ad un’amica 18enne, con lei nel Suv al momento dello schianto. Ancora nessuna ufficialità arriva, invece, sui risultati dei test tossicologici di secondo livello compiuti sulla donna.
L’alleanza Sandrino-Emiliano, le carte cantano: “Tra i due durevole rapporto di amicizia e collaborazione”
Il contenuto di un’informativa dei Carabinieri accende i riflettori sul rapporto instaurato e consolidato nel corso degli anni da Alessandro Cataldo, il marito dell’ex assessora Maurodinoia e il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano. L’esempio chiaro e limpido delle Comunali del 2021 a Triggiano.
Continue readingModugno, farmaci rubati dal deposito e rivenduti su WhatsApp: un arresto e 20 indagati. Colpo da 120mila euro
L’attività investigativa ha consentito di documentare come un dipendente dell’azienda, un 51enne originario del nord barese, si impossessasse quotidianamente di confezioni di farmaci o di altro materiale custodito nel magazzino, cui era addetto, dopo aver ricevuto le ordinazioni, soprattutto, tramite WhatsApp, consegnando poi il materiale a domicilio, a prezzi inferiori del 20% rispetto a quelli di mercato.
Continue readingSchianto fatale a Salerno, due carabinieri pugliesi morti: l’ultimo saluto a Francesco Pastore e Francesco Ferraro
Tutta la comunità di Montesano Salentino si è stretta intorno alla famiglia dell’appuntato scelto Francesco Ferraro, 27 anni, di cui oggi si sono celebrati i funerali di Stato nella chiesa Maria Santissima Immacolata. Ferraro è morto la notte tra sabato e domenica scorsi con il collega maresciallo Francesco Pastore, 25 anni: entrambi sono stati travolti da un Suv nel Salernitano. L’uscita del feretro dalla camera ardente allestita nella sala consiliare è stata accolta da un lungo applauso. La bara, avvolta nel tricolore, è stata poi portata in spalla dai carabinieri seguiti dai genitori Paola e Antonio, dai suoi fratelli Gigi, Michele e Alessandro, e dalla sua fidanzata Carmela con il loro cagnolino in braccio.
Prima dell’arrivo nella chiesa madre del paese in provincia di Lecce, il corteo funebre si è fermato davanti la casa della nonna di Francesco, che ha salutato il nipote scomparso sull’uscio di casa, seduta sulla sua carrozzina. In segno di lutto tutte le attività del paese si sono fermate. Ad accogliere il feretro c’erano centinaia di persone sia all’esterno sia all’interno della chiesa. Qui, su un cuscino di velluto rosso, è stato poggiato il cappello della divisa di Francesco. Tante le autorità civili e militati intervenute, tra cui il comandante dell’arma dei Carabinieri, il generale Teo Luzi, che dopo aver reso gli onori al feretro è partito per Manfredonia dove si celebrano i funerali di Pastore. Tra i vertici dell’arma presenti anche Antonio De Vita, comandante interregionale Carabinieri ‘Ogaden’.
“Francesco è già nella casa e nel cuore di Dio”, ha detto nell’omelia monsignor Vito Angiuli, vescovo della diocesi Ugento Santa Maria di Leuca. “Siamo affranti e increduli e anche per me oggi è difficile raccontare quanto accaduto, dare una risposta a tanti interrogativi”, ha aggiungo ricordando il militare salentino scomparso come “l’amico e il fratello che tutti vorremmo: generoso nel suo servizio alla patria, gioviale e volitivo, di un’educazione rara”. Infine, l’appello rivolto ai giovani: “Francesco vi esorta ad amare la vita perché è bella e preziosa. Non sciupatela”.
I funerali del maresciallo dei carabinieri Francesco Pastore, di 25 anni, invece sono stati celebrati nella cattedrale di Manfredonia. Chiesa gremita all’esterno e anche all’interno. Il feretro è stato accolto dal picchetto d’onore dei carabinieri del comando provinciale di Foggia. Sul posto anche il comandante generale dell’Arma, Teo Luzi, assieme alle autorità militari, civili e a rappresentanti istituzionali giunti anche dalla provincia di Salerno. Le esequie sono state celebrate dall’arcivescovo della diocesi Manfredonia Vieste San Giovanni Rotondo padre Franco Moscone.
La Procura di Salerno contesta il reato di omicidio stradale alla donna di 31 anni, Nancy Liliano, ritenuta responsabile dell’incidente avvenuto nel Salernitano e costato la vita al maresciallo dei carabinieri Francesco Pastore, di 25 anni, e all’appuntato scelto dell’arma Francesco Ferraro, di 27 anni e nel quale è rimasto ferito il maresciallo Paolo Volpe, attualmente ricoverato in ospedale. La donna è rimasta coinvolta in passato in vicende di droga.
In particolare, era una delle 15 persone alle quali, nel giugno 2019, al culmine di un’indagine iniziata nel 2015, i carabinieri della Compagnia di Eboli (Salerno) notificarono altrettante misure cautelari, emesse dal gip su richiesta della Dda. Tra i reati contestati, a vario titolo, anche l’associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. In manette finirono esponenti di spicco della famiglia malavitosa Del Giorno, della Piana del Sele, ritenuta dagli inquirenti in contatto con la ‘ndrangheta dalla quale acquistava la droga da rivendere. Nancy Lilliano decise di patteggiare la pena e venne condannata a tre anni di reclusione.