Lecce, atti persecutori e violenza domestica: due arresti

Nell’ambito delle attività di contrasto alla violenza di genere i carabinieri hanno arrestato due uomini ieri in provincia di Lecce, in due diverse circostanze. Nel primo caso, un 35enne è stato arrestato per atti persecutori. L’uomo, non accettando la fine della relazione avrebbe ripetutamente molestato e minacciato l’ex compagna per mesi attraverso telefonate e sms. La donna ieri pomeriggio si è rivolta ai carabinieri per sporgere denuncia. Rientrando a casa, però, ha trovato l’ex compagno ad aspettarla. I carabinieri, allora, sono intervenuti procedendo all’arresto in flagranza.

Sempre ieri, in un altro comune del Salento, un uomo è stato arrestato con l’accusa di violenza domestica nei confronti della moglie. I carabinieri sono intervenuti dopo le segnalazioni di cittadini che hanno udito delle urla provenire da un’abitazione. Una volta arrivati, i militari hanno accertato che una donna era stata colpita alla testa dal marito col quale aveva litigato. La donna è stata successivamente accompagnata al pronto soccorso per essere medicata, e ora si trova in una struttura protetta con i due figli minorenni.

Emissioni inquinanti, allarme per i picchi di benzene: blitz dei Carabinieri nell’ex Ilva di Taranto

I carabinieri del Nucleo operativo ed ecologico (Noe) di Lecce ieri si sono recati negli uffici e nelle sedi dello stabilimento siderurgico di Taranto per dare seguito a un ordine di acquisizione di documenti relativi alle emissioni, in particolare in zona cokeria e rispetto al benzene, che è stato disposto dai pubblici ministeri Mariano Buccoliero e Francesco Ciardo. L’iniziativa rientra, a quanto si apprende, nell’ambito di una inchiesta che ipotizza i reati di inquinamento ambientale e getto pericoloso di cose.

Negli ultimi mesi sono stati registrati diversi picchi periodici di benzene, segnalati da Arpa Puglia, anche se non è stato superato il valore soglia fissato dalla norma. Proprio a causa di questi fenomeni il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci firmò il 22 maggio dello scorso anno una ordinanza di fermo dell’area a caldo in mancanza di interventi sulla riduzione delle emissioni. Dopo il ricorso di Acciaierie d’Italia e Ilva in As la questione è finita all’attenzione del Tar di Lecce, che ha concesso la sospensiva e ha ulteriormente rinviato ogni determinazione in attesa del pronunciamento della Corte di Giustizia europea sul tema del danno sanitario connesso ai livelli di inquinamento da benzene.